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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 28.1925

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Fasc. 4
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Nicco Fasola, Giusta: Ravenna e i principi compositivi dell'arte bizantina, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17345#0283

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RAVENNA E I PRI.XCIPI COMPOSITIVI DELL'ARTE BIZANTINA

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Di modo che tutta la parete è distinta in quattro - modello - senza supporre che esso offra, nella

grandi zone di decorazione in corrispondenza tra sua figurazione, fuori d'ogni rapporto con altre

loro, ciascuna però nuova e libera nella sua espres- cose, caratteri, idee che l'oggetto nel suo quoti-

sione. Le note fondamentali dell'armonia sono oro diano aspetto non possiede; vedendo queste figure

e bianco. non individuate in una posa, facilmente pen-

A sinistra, la stessa cosa, sostituendo ai santi serà che è abbassata la loro dignità umana, perchè

sante vergini, in vesti più ornate; invece del pa- sono ridotte ad elemento decorativo, e perchè

lazzo, le mura di una città. Fine di questa doppia la realtà personale di ciascuna non è neppure

processione è la persona divina seduta in trono, a cercata. In questo caso egli limita la fantasia del-

cui essa accompagna gli occhi e l'animo del fedele, l'artista alla sua fantasia, e non suppone neni-

Fig. 10. — Sante Vergini - S. Apollinare Nuovo - Ravenna. (Fot. Alinari).

per prepararlo alla più gloriosa visione che doveva
apparire nell'abside (lìg. 10).

La ripetizione di più di venti figure, tutte nello
stesso atto, vestite pari, esprimenti lo stesso sen-
timento, indicherà una diminuita potenza crea-
trice, un'arte senza ispirazione? Purtroppo così
pensano ancora molti. .Ma così non è se questi
elementi (per tinelli, segno di decadenza) permet-
tono di realizzare qualcosa che sia loro proprio.

Chi non sappia liberarsi dal concetto di lìgula
umana che gli ha lasciato l'interpretazione for-
male, ed anche chi pensi che un oggetto rappre-
sentato artisticamente sia da confrontare col

mi della derma/i,ni'- 'tinstante: la città ili i la--..' il pa-
lazzo di Teodoricó, il Redentore e la Madonna tra angeli.
I tipi Iconografici e lo stile sono simili a quelli di S. Maria
Maggiore di Roma. Mezzo secolo dopo artisti bizantini rin-
novavano la decorazione: ai temi o ariani o allusivi alla
vita di Teodorico, si sostituiva la visione bizantina.

meno che si possano rappresentare figure umane
o celesti, per significare altro dall'apparizione di
ciascuna.

Per intendere questo, si richiede che per prima
cosa non m guardi figura per figura, che non si
astraggano cioè le figure dal loro fondo.

Prendiamo per esame il lato delle sante.

Il fondo è d'oro, tranne in basso dove si fa verde,
rappreseti t a mio simbolicamente il terreno; anche
questa parte però, per l'uguale chiarezza del verde,
non si allontana dalla superficie, cosicché il piano
è rigorosamente integro. Ogni santa, in posizione
quasi di tre quarti, ha tunica bianca, clamide d'oro
più corta, e un manto bianco il quale s'appoggia
a una spalla, cade segnando dietro la figura una
striscia che distingue l'oro del fondo da quello
della veste, e stende dall'altra parte un più ampio
e corto lembo sorretto dalle mani della santa, ini
essa appoggia una corona. I piccoli piedi, assai
allontanati, sono calzati di rosso.
 
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