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Bullettino di archeologia cristiana — 5.1867

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Nr. 1 (Gennaro e Febbraro 1867)
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Le lucerne cristiane rinvenute nel palazzo dei Cesari, ed altri monumenti della storia cristiana del Palatino
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https://doi.org/10.11588/diglit.17354#0014

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— 10 —

andò dirittura al Palatimi. I Romani accorsi in gran
festa ad acclamare al loro liberatore quasi fecero vio-
lenza al sacro limitare ; si querelarono che con troppa
fretta il principe erasi sottratto al popolare tripudio ;
e la moltitudine assediò le mura augustali, ansiosa
di vedere il trionfatore : queri tam cito accessisse
Palatium ... paene etiam sacrum limen irrumpere ...
eum a quo obsidione liberali fuerant, obsidere (1). Così
un panegirista contemporaneo; le cui parole hanno
il loro storico commento nel capo XXXIX della vita
di Costantino per Eusebio : tutti, uomini, donne con i
loro figliuòli e con infinita moltitudine di servi lo
acclamavano liberatore, salvatore, autore d''ogni bene;
e i clamori erano incredibili, infrenabili. Costantino
però... da tante acclamazioni ed encomii non gonfiato,
e bene sapendo, che l'ajuto di Dio era stato con lui,
tosto all'autore della vittoria rese grazie e fece sup-
plicazioni. E con una grande iscrizione e con titoli mo-
numentali a tulli annunciò il segno salutare; e questo
a guisa di trofeo contro i nemici eresse nel mezzo della
regina citta (2). Già nel primo anno del Ballettino
ho mostralo, che non v'è ragione di negar fede ad
Eusebio storico contemporaneo, quando narra le pub-
bliche manifestazioni di cristianesimo fatte da Costan-
tino appena entrato in Roma dopo disfatto Massenzio (3).
Adunque in quella memoranda giornata il segno di Cristo
fè il suo ingresso trionfale nel palazzo dei Cesari. Non
perciò questo mutò tosto aspetto ; nò i monumenti,
che l'adornavano, furono altrove trasferiti o distrutti.
Nell'abolizione dell'idolatria e nella chiusura dei tem-
pli si procedette per gradi ; e della conservazione dei
templi e dei simulacri di Roma, voluti a decoro della
città dai principi cristiani, nel Bullonino del 1885 di-
stesamente ho ragionato (4). Il chiar. Ilenzen crede
perfino, che sotto il primo cristiano imperatore sia
stato conservalo nel Palazzo il Palladio, come pignus
imperii; ed uno speciale magistrato ne abbia avuto
la cura col titolo di praeposilus Palladii palatini (5).
Questa tino ad ora inaudita notizia egli raccolse da
un acefalo titolo onorario di Piperno, dedicalo ad un
magistrato, il cui corso di onori lo dimostra vissuto
circa i tempi costantiniani. E veramente il titolo me-
desimo di quello strano ufficio, praepositus Palladii
palatini, il quale ò aulico, non sacerdotale, me lo fa
credere dei tempi citati. Il novello Augusto cristiano
non poteva abolire l'idolatria, che aveva ancora grandi
forze ; nò volle per prudenza politica abbandonare la

sorveglianza massime di quelle tradizioni di essa, alle
quali era collegata la tutela e la quiete dell'impero. Da
questa ragione di governo il Gotofredo con la dottrina
a lui famigliare trasse luce a dichiarare il rescritto
da Costantino medesimo diretto al prefetto di Roma
nel 321, ordinandogli di riferire diligentemente le in-
terpretazioni degli aruspici circa la caduta dei fulmini
sul Palatium e sopra altre opere pubbliche (1). E per si-
mile ragione, e superstizione più politica che religiosa,
parmi probabile, che il Palladio stimato dai Romani
pegno fatale dell'impero, sia stalo posto sotto la sor-
veglianza d'un nuovo ufficiale; il cui titolo praepo-
situs esclude ogni idea di grado e funzioni sacerdo-
tali. Noli sono per le leggi i prepositi delle scholae
palatinae; fra i quali era annoverato il cura palatii (2),
il curatore, cioè, delle abitazioni del principe. Simil-
mente il praepositus Palladii palatini avrà avuto la
cura speciale del tempio od edificio, nel quale era ri-
posto il Palladio conservalo nel Palatium; intorno alla
cui natura ed identità ovvero differenza rispetto a
quello celeberrimo del tempio di Vesta parlerò alla
line di quest'articolo.

Costantino tornato in Roma nel 326 abitò nuova-
mente in Palatio; dove fu recitata una legge inserita
nel codice teodosiano (3). E dei successori di lui di-
moranti nel Palazzo fanno menzione espressa gli an-
tichi storici, cronisti e poeti parlando di Costanzo, di
Onorio, di Valentiniano III, di Petronio Massimo, di
Severo (4). Caduto l'impero d'Occidente, Teodorico
re degli Ostrogoti per testimonianza dell'anonimo Va-
lesiano ad restaurationem palatii seu ad recuperatio-
nem moeniae civitatis singulis annis libras ducentas de
arca vinaria duri praecepit (5). E tornata Roma sotto
lo scettro degli imperatori, da Rizanzio si spedivano
o si destinavano personaggi illustri all'ufficio di cura
palatii Urbis Romae. N'abbiamo un documento unico,
ma eloquente, e importantissimo per la storia del Pa-
lazzo nei secoli bizantini. Questo è l'epitaffio di Pla-
tone ifir illuslris morto nel 686; carme sepolcrale
dettalo dal figliuolo di lui, che poi divenne il papa Gio-
vanni VII. Il solo Pietro Sabino, raccoglitore di antiche
lapidi verso la fine del secolo XV, vide il marmo intero
nella chiesa posta alle radici del Palatino, s. Anastasia.
Nelle valicane schede del Suarez e dell'Ughelli n'ho
trovalo un frammento da coloro trascritto in s. Be-
nedetto in Piscinula. Cosi da luogo a luogo in Roma
trasmigrano i marmi, e si sminuzzano e periscono. I
versi ultimi dell'epitaffio, che alla storia del Palatium

(1) lucerti auctoris, Panegyr. c. 19.

(2) Euscb. Vita Constanlini I, 40, 41 ; cf. Hist. eccl. IX, 9. Ho
tradotto con una grande epigrafe e con monumenti le parole y patpjj re
[j. = yuk-n xaì o-TTjAaic. Probabile però è l'emendazione da alcuni proposta
(pwv-n rs tj.sydXv; e le irtrjkcu principalmente alludono alla statua portante
il segno di Cristo con la iscrizione da Eusebio riferita nel seguito dei
capi citati.

(3) Bull. 1863 pag. 49 e segg.
(&} Bull. 1865 p. 5 e segg.

(5) V. Bull, dell' Ist. di corrispondenza arch. 1863 p. 208 e segg.

(1) V. Gotofredo al Cod. Teod. XVI, 10, 1.

(2) Cod. Theod. VI, 13, 1; Wagner ad Ammian. Marceli. T. Ili
p. 458.

(3) Cod. Theod. X, 8, 3.

(4) Amm. 3larcellin. Hisl. XVI, 10; Claudian. In VI. consul. Ho-
norii v. 409; Sidon. Epist. II, 12; Cassiod. Chron. ed. Roncalli T. II

pag. 230, 232; Martellali , Chron. I. c. p. 292; Victoris Tunnuu.
Chron. I. c. p. 340.

(5) Post Ammiani Marcellini Hisl. ed. Wagner T. 1 p. 622.
 
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