Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bullettino di archeologia cristiana — 5.1867

DOI Heft:
Nr. 6 (Novembre e Decembre 1867)
DOI Artikel:
Secchia di piombo trovata nella Reggenza di Tunisi
DOI Artikel:
Musaico d'un battistero presso la cattedrale di Dié
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.17354#0093

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
— 87 —

che pienamente ne illustrano i fasti e la storia (1).
Cotesta atletica sinodo fiorì e conservò la sua primi-
tiva forma sotto Costantino, come testifica l'epigrafe
greca del museo Kircheriano testò divulgata dal eh.
Kiessling (2). Anzi gli imperatori Yalentiniano , Va-
lente e Graziano FILVMENVM IN OMNI ATIS LE-
TICO CERTAMINE VICTOREM LOCATI ONE STA-
TVAE IN ATHLETARVM CVRIA DIGNVM IVDICA-
RVNT (3). E un atleta di nome Giovanni, che perciò
sembra esserenato di famiglia o giudaica o cristiana,
ebbe in quella medesima atletica curia nelle terme
predette l'onore della statua decretatogli da Valenti-
niano, Teodosio ed Arcadio tra il 384 e il 392 ,
OB FORTITVDINIS MERITA ET V1RTVTIS CVMV-
LVM ET EXCELLENS ARTIS ROBVR (4) ; e a lui
sembra dedicato il contorniato coli' epigrafe IOHAN-
NES NICAS Veramente è da credere , che se i
cristiani imperatori onorarono di statue i palestriti, la
loro arte non dee essere sembrata detestabile come
quella dei gladiatori, la quale con siffatto epiteto fu stim-
matizzata nelle leggi imperiali. E forse con spe-
ciali disposizioni fu posto un limite agii esercizi del
pugilato perchè non trasmodassero in lotte omicide.

Certo è, che lo zelo dei Cristiani si volse tutto
contro i gladiatorii combattimenti; i quali da Costan-
tino medesimo non ostante la legge del 325 furono
poi tollerati. È inutile raccogliere le testimonian-
ze storiche delle gladiatorie edizioni nel secolo
quarto e nei primi anni del quinto , essendo queste
ovvie e incontroverse. Solo aggiungerò un avver-
tenza sui monumenti figurati. 11 celebre musaico, ove
sono effigiate siffatte pugne con epigrafi dimostranti
l'editore esserne stalo uno dei Simmachi (6), dee es-
sere opera del secolo quarto, nella quale età i Sim-
machi percorsero le vie degli onori e diedero edi-

li) V. Corp. inscr. graec. n. 5908 e segg. Il sito del trovamento
di queste iscrizioni nel codice chigiano I. VI 205 p. G è indicalo così :
in horio patrum s. Petri ad vincula in ruinis thermarum Titi an-
no MDCLX.

(2) Bull, dell' lst. di corrisp. arch. 1862 p. 156, J57.

(3) Fabretti, Inscr. domest. p. 100 n. 226.

(4) Corp. inscr. graec. n. 5924.

(5) Eckhel, Doctr. numm. T. Vili p. 293.

(6) Marini, Arvali pag. 165.

zioni gladiatorie sontuosissime. Anche il musaico bor-
ghesiano illustrato dall' Henzen per la rozzezza del-
l'arte, le fogge delle vesti, l'indole dei nomi e la
forma delle lettere mi sembra lavoro del citato secolo
quarto e monumento degli ultimi tempi delle gladia-
torie edizioni. Il popolare furore per siffatti sangui-
nosi spettacoli era sì grande, che Teodosio due volte
trionfatore delia fazione pagana, accintosi a dare gli
ultimi colpi all' idolatria, pure non tentò di far rivi-
vere la morta lettera della legge promulgata da Co-
stantino nel 325. Solo rimaneva ferma la sanzione di
Valentiniano il seniore, che le più gravi pene com-
minava ai magistrati, i quali avessero ardito condan-
nare per qualsivoglia delitto un Cristiano al ludo
gladiatorio (1). Il poeta Prudenzio è testimone ed elo-
quente interprete dei comuni voti dei fedeli perchè
Onorio compisse l'opera dell' augusto genitore Teo-
dosio , e abolisse i gladiatori (2). Ma nulla ottennero
sì giuste preghiere, finché il magnanimo fatto del mo-
naco Telemaco slanciatosi in mezzo all' arena dell'an-
fiteatro romano a dividere i gladiatori e perciò uc-
ciso a colpi di sassi dalla plebe furibonda , non die
coraggio al debole principe di sbandire efficacemente
dal romano impero queir infame carnificina. Ciò av-
venne nell' anno 404 (3).

Dopo il quale anno durarono i combattimenti con
animali feroci e forse anche il pugilato ; dei gladia-
tori però non trovo più traccia veruna (4). Laonde la
secchia di Tunisi, che ne rappresenta l'immagine, non
dee essere assai posteriore al tempo , in che quelle
lotte furono in vigore : ed essa è certamente uno dei
più recenti monumenti, se pur non è tra tutti il più
recente, delle reminiscenze anfiteatrali gladiatorie.
Quest' istorica data ci riconduce al secolo quarto od
ai primi anni del quinto; al tempo, cioè, al quale
gli altri indizi concordemente ci consigliano di asse-
gnare il singolare ed insigne cimelio , che mi sono
studiato di pienamente illustrare.

(1) Cod. Theod. IX, 11, 8.

(2) Contra Symm. lib. 11 vers. 1109 e segg.

(3) V. Tillcmont, Hist. des Emp. T. V pag. 533, 534.

(4) Vedi il sunto d'una dissertazione del eh. Bock, che non è a mia
notizia se è stata poi stampata, nell' Archciologische Anzeiger del Ghe-
rhard an. 1849 pag. 22 e segg.

Musaico d'un battistero presso la cattedrale di Die.

Nel Bullettin monumentai del eh. signor Rarone
de Caumont (voi. 34 pag. 105) trovo il cenno d'un
musaico, tino ad ora sconosciuto , che stimo degno
di molta attenzione. La notizia è estratta dal recente
libro del sig. abbate Jouve, intitolato Statistique mo-
numentale de l'Isère, Valence 1867. Quivi è scritto,
che presso la chiesa cattedrale di Die, in un edificio

oggi incorporato all' antico episcopio esiste un mu-
saico rappresentante i quattro fiumi del paradiso ter-
restre. Molti indizi persuadono quello essere il pavi-
mento del battistero contiguo alla cattedrale , simile
all' edificio, che nello scorso anno fu riconosciuto in
Valenza. Il musaico occupa una superfìcie rettango-
lare di 16 metri. Dal centro del rosone posto nel
 
Annotationen