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Bullettino di archeologia cristiana — 5.1867

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Nr. 2 (Marzo e Aprile 1867)
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Excerptum ex chronica horosii: documento inedito per la storia dei secoli quarto, quinto e sesto
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Dei primi monumenti cristiani di Ginevra, e specialmente d'una lucerna di terra cotta colle immagini dei dodici apostoli
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https://doi.org/10.11588/diglit.17354#0026

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— 23 —

ìerpretazione della data. Se l'anno quarto del posl-con-
solato di Giustino fosse da computare secondo il me-
todo, che ho già detto essere stato proprio dell'im-
pero di quell' Augusto, e dal primo consolato di lui,
avremmo qui l'anno 569; cioè l'anno medesimo da
me assegnato all'articolo precedente. La quale inter-
pretazione io rifiuto non solo per la ragione della serie
cronologica, che chiama un anno posteriore al 569,
ma eziandio per i fatti qui accennati. Vedremo ch'essi
debbono discendere verso gli anni 571 o 57 2. Laonde
è necessario continuare il computo dal secondo con-
solato di Giustino nel 568 e 1' anno quarto dedurre
da quel cardine ed attribuire al 571.

Oscurissima è la storia delle querele mosse dai
Romani contro Narsele, del richiamo di lui a Costan-
tinopoli, e delle vicende che lo ricondussero a Roma
e lasciarono fama eh' egli indispettito abbia chiamato
per vendetta i Longobardi alla conquista dell'Italia.
Le due fonti più autorevoli di questi racconti sono
il libro pontificale romano nella vita di Giovanni III
ed il ravennate di Agnello in quella di Pietro seniore.
In somma se ne raccoglie che Narsete dopo liberata
l'Italia dai Goti, da Sindual re degli Ertili, dai Fran-
chi, e ristoratene le principali città, fu accusato al-
l' imperatore dai Romani, i quali al giogo bizantino
preferivano quello dei barbari, Narsete se ne andò a
Napoli; colà si recò ad invitarlo a tornare a Roma
il papa Giovanni III, e Narsele tornò. Ma il papa ri-
mase fuori delle mura nel cemetero dei santi Tibur-
zio e Yaleriano, cioè di Prelestato ; e quivi abitò e
consecrò anche vescovi, senza porre più il piede nella
città. Narsete, dice Agnello, obiit Romae ...et cum
denudatione omnium Romanorum Italiae in Palatio
quievit. Poco dopo morì il papa Giovanni ai 13 di
Luglio del 573. Su questa sloria oscura, confusa, di
cronologia indeterminata, sparge alquanta luce il no-
stro cronista. I laconici cenni di lui paragonati alle
parole dei libri pontificali romano e ravennate c'in-
segnano, che Narsete tornò a Roma dopo che i Lon-
gobardi già avevano invaso l'Italia superiore ; che
depredò la città quasi a guisa di nemico , segnata-
mente spogliando il Palazzo ed il Campidoglio. La
voce statuam in singolare parmi errore in luogo di
statuas. Il papa, che aveva indotto Narsete al ritorno,

vistolo entrare e governare a guisa di conquistatore
nemico, non ebbe cuore di accompagnarlo, nè volle
in faccia ai Romani la responsabilità dei fatti ostili
del Rizantino. Perciò si ritrasse, come nei tristi giorni
dello scisma fece Ronifacio I (1), nelle celle costruite
attorno la basilica dei santi predelti sopra il sotterraneo
cemetero di Preteslato. Narsete poco dipoi morì nel
Palazzo depredato ; e la preda da lui raccolta fu spe-
dita a Costantinopoli. Ciò dee essere avvenuto circa
il 572. Imperocché pochi mesi più tardi nel 573 uscì
di vita anche il papa Giovanni III, e fu sepolto nel
Vaticano.

( an. 573 ) VI Pc Justini Angusti. Eo anno occi-
sus est a suis Aìbida rex longobardorum Vili Kl.
Jun. et fuit hominum nimia mortalitas.

Giusta il sistema cronologico da me adottato nei
capi precedenti cotesto anno VI post consulatum Ju-
stini Augusti sarebbe il 573. E questo è suggello di
verità alla mia interpretazione. Imperocché appunto
nel 573 fu ucciso Albida, ossia Alboino, re dei Lon-
gobardi, come bene ha provato il Racchini nelle
dissertazioni sulle vite dei vescovi ravennati scritte
da Agnello (2). Il quale però anch' esso pone la
morte di quel re Dell' anno VI di Giustino ; ed il
Racchini lo taccia di errore. Paragonando le date di
Agnello con le formole del nostro cronista intendia-
mo, che l'autore ravennate ebbe sotto gli occhi una
cronologia ordinata come quella che ho dichiarato, e
il cui cardine è nel secondo consolato di Giustino
nel 568. Laonde nell' anno VI di quell' imperatore
assegnato alla morte del primo re Longobardo in Ita-
lia non v'è errore, ma fa d'uopo intenderne il senso
ed il computo per dedurne il vero anno dal Rac-
chini ottimamente propugnato, il 573.

Con la morte di Alboino hanno termine le date
ed i cenni estratti e raccolti da un antica cronaca
nell' 849 dall' anonimo di S. Gallo,

(1) V. Bull, tmz p. 43.

(2) V. Bacchiti)', Agnelli lib. pont. T. II p. 142 e cegg.

Dei primi monumenti cristiani di Ginevra, e specialmente d'una lucerna di terra cotta

colle immagini dei dodici apostoli.

Nel primo foglio di quest' anno ragionando delle
lucerne con emblemi cristiani scoperte sul Palatino
ho fallo menzione d'alcuni simili arnesi fittili rinve-
nuti in Ginevra, sui quali la mia attenzione è stata
chiamata dall' egregio cultore delle storiche ed archeo-
logiche scienze il sig. conte de Richemont. Ho pro-
messo di parlarne in speciale articolo; e veramente

il tema è degno di questa cura e di quest' onore.
Dirò in primo lnogo perchè gli archeologi non deb-
bono lasciare inosservate le predette lucerne di Gi-
nevra : poscia cercherò il senso simbolico di una
tra esse, la quale è esemplare fino ad ora unico ,
e di tipo la cui interpretazione vuole qualche studio,
e lo merita.
 
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