Overview
Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Bullettino di archeologia cristiana — 5.1867

DOI issue:
Nr. 2 (Marzo e Aprile 1867)
DOI article:
Dei primi monumenti cristiani di Ginevra, e specialmente d'una lucerna di terra cotta colle immagini dei dodici apostoli
DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.17354#0027

DWork-Logo
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
— 24 —

Non in sepolcri, ma dentro la città e nel suolo
abitato dagli antichi cittadini della Genava Elveto-Ro-
mana, sono state rinvenute le lucerne in terra colta,
che ho fatto delineare nella pagina seguente. Oltre
le fotografie datemi dal cortese signore ed amico, io
ho veduto gli originali medesimi nel museo di Ginevra,
ed ho raccolto dalla viva voce del eh. sig. Gosse,
direttore di quel museo , le notizie dei luoghi e del
modo del loro trovamento. Sono di buona pasta d'ar-
gilla altre rossa, altre giallastra dell' età romana ; le
loro forme, materia ed arte assegnano le due prime
(n. 1, 2) al secolo in circa quarto, la terza al seguente
od agli inizii del sesto. Non ho fatto delineare le
due altre accennate nel precedente Ballettino a pag. 14.
Quella che nell'immagine fotografica sembrava avere
l'impronta d'una colonna sormontala da un serpe, ha
la consueta immagine del pesce poco dissimile dalla
delineata a pag. 12 n. 5; perciò ne ho ommesso il
disegno. Farmi anch'essa del secolo in circa quarto.
La lucerna poi che nella citata pagina 14 dissi por-
tare l'immagine del pesce non verticale, ma orizzon-
tale, non sembra venire dal luogo, onde le altre quattro
ci ha restituito il suolo di Ginevra , ma da privala
collezione di antichi cimelii è passata al pubblico museo.
È di terra cenericcia, dissimile dalla consueta argilla
delle lucerne di età romana; il pesce è modellalo con
arte e disegno diversi e più accurati di quelli delle
simili impronte in arnesi della classe medesima. Con-
fesso che della genuina antichità di quella terra cotta
non vorrei essere garante.

Qualunque sia il valore della lucernina , che al
mio occhio è sembrata sospetta , il trovamento delle
altre quattro certamente avvenuto in Ginevra, e sulle
quali niun dubbio è possibile, è un fatto da non la-
sciare inosservato negli annali geografici di siffatte
scoperte. Monumenti d'assai minore antichità ed im-
portanza rinvenuti nel Genovese o nei paesi limi-
trofi hanno volto a se l'attenzione degli archeologi
e degli storici, che cercavano i segni materiali delle
origini cristiane in quelle regioni. Ai primi secoli si
vollero assegnare le piastre di metallo servite di fer-
maglio a cinture di cuojo, sulle quali sono effigiate
con rozzissima arte di disegno e di niello croci ed
immagini oranti, massime di Daniele fra i leoni (1).
Queste piastre metalliche sono quasi speciali ed uni-
camente proprie dei sepolti nel paese di Ginevra e
nei vicini territorii della Borgogna. Alcuno di quelle

(1) V. Troyon, Bracelels et agrayhcs nnliques (in Zeitschrift der
antiquarischen Gesellschaft in Zurich, III Ileft); Idem, Description des
tombeaux de Bei-air, Lausanne 1841; Blavignac, Hist. de l'architeclure
sacréc du IV au X siede dans les anciens evechés de Genève Lau-
sanne, Sion pi. VI* n. 3-6; Surigny, Agraphes chrétiennes Merovin-
giénms in Mém. de la societé d'histoire el d'archeologie de Chàlons
sur Saónc T. Ili p. 335-43 ; Gosse , Nolice sur d'anciens cimetières
irouvés soit en Savoie, soil dans le canlon de Genève p. 1-19; Gosse,
Suite à la notice sur £'anciens cimetières pi. II (extrails du T. IX et
XI des Mém. de la societé d'hist. et d'arch. de Genève); Le Blant, Inter,
chrél. de la Caule T. I p. 492-493.

borchie hanno iscrizioni concepite in formolo accla-
matone dell'antico stile epigrafico: VIVAT DEO VTERE
FELEX, e nomi determinanti lo storico e biblico si-
gnificalo delle immagini oranti , conforme a quello
dei monumenti più antichi: DANIEL PROPHETA,
ABBAGV PROPHETA. Ciò non ostante, il barbarico
stile di quei manufatti e l'esame dei sepolcri, che li
contengono, li hanno fatti riconoscere per opera dei
tempi merovingici (1). Essi sono ultimi anelli e remi-
niscenze appena riconoscibili dei tipi spettanti al pri-
mitivo simbolismo cristiano.

Maggiore peso è stato dato alle iscrizioni nella
ricerca dei monumenti dell'antica chiesa genevese. 11
Blavignac ha prodotto dai manoscritti d' un anonimo
l'epitaffio seguente trovato nel 1690 in Ginevra ed
ora smarrito (2).

UIC REQVIESCIT
IN PACE BONE ME
MORIE L . E . QVI
VIXIT ANNVS XIII.
M . M . M . M . M .

Il Mommsen di quest' iscrizione ha sentenziato : aut
recens aut falsa (3); ma non è ne l'uno nè l'altro. La
formola epigrafica, colla quale comincia l'epitaffio, è
propria dei secoli quinto cadente e sesto, massime nelle
Gallie (4); nè un falsario nel secolo XVII avrebbe pen-
sato a prescegliere esattamente siffatto principio senza
importanza veruna per la sua impostura. Le sigle L. E.,
che ninno allora intendeva, sono legittime; valgono
laudabilis (emina (5), e designano la moglie d'un
decurione municipale ; imperocché al ceto dei decu-
rioni competeva il titolo di laudabilis (6). Nè osta alla
voce Fernina il seguente relativo QVI ; essendo co-
munissimo nelle lapidi dei secoli tardi lo scambio del
QVI per OVE. Manca però il nome proprio della de-
fonta; e questo è indizio , che la pietra era mutila,
e che l'imperito copista la trascrisse quasi fosse in-
tera e senza distribuirne come nel marmo le linee.
A piè però della medesima colui segnò, a mio avviso,
alquanti zig-zag per indicarne la fattura; i quali se-
gni da un secondo trascrittore più imperito del primo
furono interpretati per cinque M ed hanno provocato
il giudizio del Mommsen aut recens aut falsa. Quei
prelesi M potrebbero anch'essere un ornato, come la
serie di X a piè d'un epitaffio cemeteriale edito dal
Boldetti a pag. 377. Ma il testo dell' epigrafe non è
completo ; e manca la data del giorno, in che la de-
fonta morì o fu sepolta. Questa data, come osserva
il Le Blant (1. e), non suole mancare nei titoli se-

ti) V. Le Blant, 1. e-, Surigny, 1. c. ; Gosse, I. e.

(2) Blavignac, I. c. p. 11.

(3) Inscr. Helvel. add. et emendanda n. 355.

(4) V. Inscr. chrìst. T. 1 p- CXII ; Le Blant, 1, c. p. IX, XIX.

(5) La lettera E spesso nel secolo quinto è segnala in luogo della F.
Vedi Le Blant, 1. c. p. XIX, XXIV.

((5) Vedi Bnll. 1865 pag. 56.
 
Annotationen