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Bullettino di archeologia cristiana — 5.1867

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Nr. 1 (Gennaro e Febbraro 1867)
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Le lucerne cristiane rinvenute nel palazzo dei Cesari, ed altri monumenti della storia cristiana del Palatino
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https://doi.org/10.11588/diglit.17354#0018

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— 15 —

un eloquente testimonio e monumento della lolla re- sulla morte di Cristo (1). Di Nerone gli apocrifi sopra
ligiosa, che dentro quelle mura commoveva gli ani- citati e Maiala il cronista accennano, che volle essere
mi ; e le coscienze nelle turpitudini di quelle aule informato della novella religione (2), e da principio
istupidite scoleva e stimolava. (1). Non è perduta la spe- le fu favorevole: fatto in sostanza assai credibile, at-
ranza di scoprire altri simili graffili e ricordi dei Cri- tesi l'appello di Paolo, la sentenza assolutoria in
stiani de domo Caesarisanteriori a Costantino. Ai quali Roma pronunciata, e le relazioni dell'apostolo con
potremo intanto con qualche probabilità attribuire due Seneca e con i fedeli de domo Caesaris. Di Adriano
arnesi fittili rinvenuti dal cav. Rosa. narra Lampridio, storico idolatra, che cogitasse fertur
Tra le lucerne venute in luce dai ruderi del Christum inter deos recipere (3). Qualunque sia il va-
Palazzo un esemplare ho notato di quella, che il Bosio lore di siffatti racconti antichissimi, egli è indubitato,
raccolse nei cemeteri (2) ; il cui disco superiore è or- che ai tentativi predetti nel secolo terzo fu posta
nato dell'immagine del pastor buono dentro un cerchio mano; e che il palazzo dei Cesari chiuse tra le sue
di pampini e grappoli d'uve. Il rilievo è di buono stile; mura monumenti del sincretismo tendente all'alleanza
di gran lunga migliore di quello di tutte le altre cri- od alla fusione del cristianesimo con ogni maniera di
stiane lucerne; la pasta è assai fina, simile alle belle sette e di superstizioni. Elagabalo eresse nel Palatino
argille deile opere fittili dei pagani ; il nome del figulo un tempio al suo dio Ileliogabalus, e colà volle por-
o del proprietario dell'officina è impresso in belle Iet- tare il Palladio: dìcebat praeterea Judaeorum et Sa-
tere, come nelle pagane lucerne, nel rovescio del piai- maritanorum religiones et Christianorum devotionem
telìo inferiore : ANNI SER, Anni Servimi (?). Questi ca- Ulne transferendam (4). Si crede che ucciso quel pazzo
ratteri sono certissime prove di lavoro fatto nel secondo imperatore, il Palladio sia stato riportalo alla sua sede
o al più tardi nel terzo secolo dell'èra nostra. Gli nel tempio di Vesta alle radici del Palatino verso il
esemplari superstiti ne sono assai rari; e benché que- foro (5). Nè quest'opinione è gratuita; Erodiano la
sto antico cristiano utensile possa essere venuto al pa- conferma narrando, che Alessandro Severo fece ri-
lazzo cesareo in tempi assai posteriori, pure dovremo porre ai loro luoghi le immagini trasferite da Elaga-
tenerne conto nel novero dei segni o dei monumenti baio ($). Ma l'inaspettata scoperta del praepositus
del cristianesimo primitivo rinvenuti sul Palatino. Un Palladii paladini dei tempi iti circa di Costantino c'in-
aìtro arnese trovato dal Rosa potrebbe essere cristiano segna l'esistenza d'un Palladium palatinum distinto
e dei primi tre secoli. È un piatto assai cupo, ossia ca- dal nolo tempio di Vesta presso il foro; e c'invita a
tino, di argilla rossa, non però della specie degli are- rannodare l'esistenza di quel Palladio al fatto, che ho
tini; sui labbri è effigiato a rilievo un pesce iso- narrato, dell'antecessore di Alessandro Severo. Impe-
lalo per parte. Il pesce solitario fu arcano segno di rocche le memorie del medio evo additano la dislin—
Cristo, oggi notissimo; in pialli però ed utensìli da zìo'wb dei due Palladii, ed il sito del tempio avente
mensa esso non ha l'indole manifesta di simbolo ar- quel nome sul Palatino. Nelle Mirabilia Urbis Romae
cano, e può essere ornamento naturale ed adatto a è indicato il vetusto tempio di Vesta nella sua vera
quel genere di stoviglie, adoperato indifferentemente posizione presso il luogo, qui dicitur infernus, cioè a
dai pagani e dai Cristiani. Conchiudo, che nelle rovine s. Maria Liberatrice. Quel tempio, ove le Vestali per
del Palatino esplorale fino ad oggi dal eh. Rosa niun tanti secoli conservarono il palladio , nel medio evo
indizio è apparso pienamente certo dei fedeli de domo era tuttora conosciuto col nome di Palladium; ed ec-
Caesaris dei primi tre secoli. Gli indizii manifesti però cone la testimonianza nella topografia dei luoghi santi
della presenza di quei fedeli nel Palazzo e le allu- della Palestina scritta circa gli inizii del secolo XII.
sioni ad essi nei graffili delle stanze inferiori verso Quivi l'arco di Tito in Roma è commemorato, e de-
il Circo ci fanno sperare, che anche nelle fabbriche agnato così: inter Palladium et montem Palatinum
della parte alta del monte qualche simile scoperta ap- juxta ecclesiam s. Mariae nome (7). D'altra parte un
pagherà un dì o l'altro i nostri desideri!. tempio di Pallade è indicato dalle Mirabilia sul Pa-
Maggiore sarebbe il pregio della scoperta d'alcun latino; e proprio colà, dove era la chiesa di s. Maria,
vestigio dei monumenti del sincretismo religioso prò- che nelle carie e nelle storie del secolo XI è appunto
lessato o tentato da quelli imperatori, che in luogo chiamata in Palladio, Pallada, Pollava (8). Il Nibb\
di perseguitare il cristianesimo divisarono di allearlo
o di fonderlo con le religioni nell'impero ricono-
sciute. Il primo tentativo dell' impossibile transazione,---

e la formale proposizione fallane al senato , dagli

antichi Scrittori Cristiani SOnO attribuiti a Tiberio^ ap- (*) v- Greppo, Trois mém. rélaiifs à Phùt eccl.des premieri sib-

pena giunta a Roma la relazione di Ponzio Pilato cles p- 217 e se^-

(2) V. Moshcim, De rebus christ. ante Constantinum p. 93.

(3) In Alex. Severo cap. 43.

.___ (4) Lamprid. in Ileliogabalo cap. 3 ; Herodian- Hist. V, 6, 3.

(5) V. Ilenzen, I. c. pag. 211.

(c) hìsl vi; i.

(1) V. Bull. 1863 p. 72. (7) De Vogué, Les eglises de la terre sainte p. 433.

(2) Roma sott. p. 211. (8) V. Nibby, Roma nel 1838 Parie II antica p. 461 e segg.
 
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