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Bullettino di archeologia cristiana — 5.1867

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Nr. 4 (Luglio e Agosto 1867)
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I monumenti del secolo quarto spettanti alla chiesa di s. Pudenziana
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— 50 —

desimi cosliluito vescovo di Smirne, venne a Roma a
conferire con Anicelo. Il Letronne (1) ed il Borghesi (2)
hanno dimostralo, che il santo martire consumò la de-
crepila sua vita morendo per la fede nel Febbrajo,
non del 166, come il Tillemont sembrava avere bene
stabilito, ma del 155. Ed il eh. Waddinglon ha teste
confermalo quella dimostrazione riordinando gli an-
nali della storia di Aristide, il retore famoso contem-
poraneo di Policarpo (3). Aniceto adunque parecchi
anni prima del 155 accolse in Roma quel vecchio ve-
nerando, che aveva famigliannente trattato con gli ul-
timi superstiti degli apostoli ; e quando questi mori-
rono, aveva età sufficientemente matura e degna del-
l'episcopato. E cosi sotto l'antecessore di Aniceto bene
poterono in Roma vivere le figliuole d'un contempo-
raneo della predicazione di Pietro e di Paolo. Or
bene cotesto antecessore fu appunto il papa Pio;
la cui memoria è collegata a quella delle vergini Pu-
denziana e Prassede e del titolo eretto nelle terme di
Novale congiunte alla casa di Pudenle. La posterio-
rità di Aniceto a Pio è testificata da Egesippo e da
Ireneo scrittori contemporanei di quei pontefici, e dei
fatti della chiesa romana e della successione dei pa-
stori di lei in quegli anni per personale loro scienza
informalissimi(4). Laonde la novella determinazione cro-
nologica non può conquassare un cardine st fermo del-
l'ecclesiastica storia; ne farci posporre Pio ad Ani-
ceto., come taluni hanno opinato (5); ma c'insegna a
riconoscere la sede certa di quel pontificato circa il 1 io
dell'era nostra; come già il Bianchini, assai prima delle
odierne scoperte, avea giudicalo(6).E al decennio dal 140
al 150 ottimamente convengono le memorie degli ul-
timi anni della vita di Pudcnziana e di Prassede fi-
gliuole di Pudentc contemporaneo dei due apostoli
morti in Roma nell'anno. 67. Solo impossibile a con-
ciliare con questa genealogia è I' età di sedici anni
attribuita ad una delle due sante vergini quando morì.
Sarà però facilissimo il correggere un errore si ma-
nifesto , conlradello dalla narrazione medesima. I
monumenti del secolo quarto alle sante vergini Pu-
dcnziana e Prassede negano quella prelesa freschezza
di età. e danno capelli canuti. Di ciò parlerò, nel pa-
ragrafo ultimo ; e basta questo cenno per mostrare
falsa la lezione, che dà a s. Pudenziana soli sedici
anni di vita. Quella lezione fu preferita dai Bollali—
disti; ma non è fondala sui migliori manoscritti, i
quali dicono che la santa se ne stette ritirala o rin-
chiusa in casa per anni sedici (7). Dopo questo breve
prologo, veniamo al tema promesso.

11 Panvinio(l), l'UgoniofS), il Baronio (3) hanno
accennato l'esistenza di monumenti del tempo di papa
Siricio (cioè della fine del secolo quarto) in s. Puden-
ziana. Ma le poche loro parole ne danno notizia più
che sommaria , imperfettissima ; e in parte non ne
danno notizia veruna. Il medesimo musaico dell'abside,
che è esposto alla pubblica luce ed è senza dubbio
il più bello fra quanti ne vediamo nelle cristiane ba-
siliche di Roma, per non so quale negligenza fu om-
messo nell'opera del Ciampini ; e gli archeologi si
sono contentati di ragionarne brevemente e di attri-
buirlo chi ai tempi di Siricio, chi a quelli di Adria-
no I, cioè chi al secolo quarto chi al nono , senza
divulgarne nè anche un bozzo di disegno. Il mio di-
scorso procederà nell' ordine seguente. Comincerò dalle
più antiche memorie monumentali testificanti l'esistenza
della chiesa, di che ragiono. Poscia dimostrerò, che
verso la fine del secolo quartoT edificio fu rifondato
e rifatto ; e produrrò e ricomporrò le epigrafi, che
di queir impresa , della sua data precisa , dei nomi
di chi ti' ebbe il merito ci danno piena contezza. A
queste epigrafi altre faranno seguito anche con dise-
gni di musaici, dei quali ogni traccia è perita; e c'in-
segneranno parecchi lavori accessorii fatti dai rifon-
datori di quella chiesa. Chiuderò la dissertazione con
un breve esime del musaico dell'abside , sulla cui
età ed interpretazione i monumenti premessi avranno
raccolto molta luce.

§• Il

La prima memoria monumentale della chiesa
di s. Pudenziana.

Lelio Pasqualini, queir antiquario medesimo con-
temporaneo del Baronio , che possedette la preziosa
lamina di bronzo illustrante le origini della basilica di
s. Clemente (4), trascrisse in Roma ( non sappiamo
dove ) la seguente epigrafe sepolcrale ; presto , come
tante altre, scomparsa o distrutta e da lui solo ai no-
stri studii conservata. Il Doni ne trovò l'esemplare
nelle carte del Pasqualini e ne fece due copie auto-
grafe; che lio trovato, una in Firenze nel codice Ma-
rucelliano A. 203 p. 148, una in Roma nel codice
valicano 7113 p. 29 tergo. Dalle schede marucelliane
del Doni pende una terza copia falla da un amanuense
nel codice barberiniano XXXIV, 73 p. 508 ; la sola,
che fu conosciuta e divulgala dal Marini (5); il quale
per errore slimò l'iscrizione essere stala vista in s. Pie-
tro in Vincoli (6). Ecco adunque l'esemplare, che dob-

li) llecherches sur LÉgyple p. 253; Reciteiì des inscr'. del'Ègy\>lc-
T. 1 p. 131.

(2) Ann. deli'lst. di corri<-p. ardi. T. XXIV p. 38,39.

(3) Mémoircs de Vaead. des inscr. T. XXVI P. L pag. 132, e segg,

(4) V. Houli), lìclìquiae sacrae 2. edit. T. I p. 206.

(5) Cavedoni, Annotaz. al Corpus inscr. graec. art. VII.

(6) L. c. p. 124 e ?egg.

(7) V. Ada ss. I. c. p. 300.

(1) De septem Urbis ecclesiis p. 266.

(2) Le Stazioni pag. 162, 163.

(S) Annal an. 390 §. XL1I ed. Lue. T. VI p. 83.

(4) Vedi Bull. 186.3 pi 25 c segg.

(5) Papiri diplom.. p. 295.

(6) V. il mio commento all'iscrizione 347 nel toma l delle Inscr.
chrisi. Urbis ftoniae.
 
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