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Bullettino di archeologia cristiana — 5.1867

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Nr. 4 (Luglio e Agosto 1867)
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I monumenti del secolo quarto spettanti alla chiesa di s. Pudenziana
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https://doi.org/10.11588/diglit.17354#0062

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doro il musaico prima d'ogui mulilazione e d'ogni ri-
stauro. Il Bianchini, vedendo che le immagini super-
stiti dei sedenti ai lati del trono del Salvatore sono
dieci sole, e che altrettante e non più ne delineo il
dal Pozzo, pretese sempre dieci essere state quelle fi-
gure. Laonde le prime due essendo denominate di
Pietro e di Paolo dalle epigrafi poste ai loro piedi, le
rimanenti quel dotto uomo volle interpretare dei primi
otto successori nella cattedra apostolica in memoria
d'avere essi nel titolo di Pudente adunalo i fedeli e
celebrato i santi misteri (1). Questa interpretazione
egli confermò più volte a viva voce al de Era, affer-
mando le immagini non essere state giammai dodici;
e costui lo narra nel suo manoscritto p. 367. Ma è
certo, che la slorica interpretazione del Bianchini pec-
cava di falso supposto. Imperocché basta osservare
l'abside e misurarne il concavo per avvedersi, che essa
è mutilala, e che manca precisamente il luogo delle
due seste figure da ambi i lati. E a chi volesse una
testimonianza esplicita del fallo, eccogliela di mano del
Ciacconio testimone oculare. Nel codice citato egli scrisse:
duo (apostoli) qui desimi in renovatione eversi /nere.

Un altro abbaglio panni avere preso il Bianchini,
per dare un senso storico alla rappresentanza del no-
stro musaico. Dietro il consesso apostolico due ma-
trone di grave eia riccamente velate alzano verso il
Salvatore le destre, stringendo ciascuna una corona.
È facile il riconoscere in quelle due immagini le ce-
lebri sanie venerate nel tìtolo di Pudente; Pudenziana
e Prassede. Ma poiché le corone, ch'esse sostengono,
coincidono sopra i capi di Pietro e di Paolo, il Bian-
chini opina, che Pudenziana e Prassede coronino i
principi degli apostoli per significare , che li ebbero
ospiti. Chiunque paragonerà questo musaico con i molti
del secolo quinto, sesto e seguenti e con i simili af-
freschi di quei secoli, che alla nostra età sono per-
venuti, non potrà aderire alla bianchiniana congettura.
I santi offrono sempre con quel gesto medesimo, che
qui vediamo in Pudenziana e Prassede, le loro corone
al Signore, che del regno suo li fa partecipi e beati,
lo non saprei adun ;ue come mantenere l'interpreta-
zione del Banchini, tutta improntata di reminiscenze
relative ai fasti speciali della casa di Pudente dall'età
degli apostoli fino a quella delle due sante vergini. Eparmi
che il nostro musaico, come quasi tutte le opere del-
l'arte cristiana dei primi quattro secoli, debba essere
restituito al consueto ciclo simbolico; nel quale ai fatti
dell' ecclesiastica istoria sventuratamente pochissima,
parte fu data.

Il Salvatore adunque siede nel mistico trono
della sua gloria a piò del monte, sul quale trionfa
la croce gemmata in mezzo ai simboli profetici dei
quattro vangeli. 11 ceto apostolico siede e regna con
lui; le sante vergini Pudenziana e Prassede sono in-

trodotte ed ammesse a quella gloria, della quale
portano nelle destre il simbolo; la corona, che offrono
al loro duce ed all' autore sovrano della loro beati-
tudine. Questa è la scena della chiesa trionfante
nella celeste Gerusalemme ; e la mistica città è effi-
giata in quelle prospettive di edifici, che sorgono alle
spalle del sublime consesso. In un piano inferiore
erano dispiegati i simboli della chiesa peregrinante. Ne
rimane nei disegni citali l'indizio dell' agnello di Dio
ritto sulla rupe ; la quale certamente dai suoi fianchi
sgorgava le simboliche acque di vita desiderate dai
sitibondi cervi e dalle pecore. Così nelle simili simbo-
liche rappresentanze cento volte vediamo. Prima sor-
gente di quelle acque vivificatrici è il Santo Spirito,
che in forma di colomba le versa sul capo dell' agnello
immacolato.

Questi mistici concetti elevatissimi delle maggiori
composizioni ideate nei primi anni della pace per le
grandi absidi delle basiliche non escludono al tutto
qualsivoglia reminiscenza di l'alti d'un ordine inferiore
ed istorico. Anzi più volte ho notato, che sotto l'in-
volucro di bibliche e simboliche immagini veniamo
scoprendo allusioni a storici avvenimenti (1). E nel
musaico, che brevemente ho dichiarato, l'introduzione
delle due sante nella mistica Gerusalemme fu ritratta
a belio studio, perchè alla loro memoria il titolo di
Pudente specialmente era dedicalo. Esse non furono
effigiate nella simbolica giovinezza dell'immortalità; ma
con i bianchi capelli designanti l'età senile, alla quale
giunsero ; dato storico prezioso, per porre d'accordo
la loro genealogia coli'epoca di Pudente contempo-
raneo degli apostoli. Gli edifici della mistica Gerusa-
lemme imitano quelli della rinnovala ecclesia pudén-
tiana; e il Salvatore dal suo trono di gloria apri
dinanzi agli occhi dei riguardanti il libro coll'epigrafe
allusiva alla materiale riedificazione della chiesa pre-
delta. Così secondo il genio dell'arte cristiana nel se-
colo quarto la storia non fornisce direttamente il sog-
getto alla ieratica composizione; ma questa e i suoi
tipi solenni sono in qualche accessoria parte accommo-
dati a speciali reminiscenza locali ed istoriche.

L'abside del titolo di Pudente adornala nel modo,
che ho descritto, dai preti Leopardo ed itìcio dal 390
al 398, è il più antico monumento superstite del ge-
nere suo. S. Paolino dì Nola e s. Ambrogio contem-
poranei di quegli anni e di quei preti nei loro versi
alludono a pitture delle basiliche del genere mede-
simo del sopra lodato musaico. 11 celebre vetro ce-
meteriale, diviso in due piani, nel cui giro inferiore
vediamo l'agnello divino sul monte e le pecorelle, che
si dissetano alle acque scaturenti da quella rupe, dal
eh. P. Carnicci è stalo sagacemente riconosciuto per
un esemplare d'alcuna delle grandi composizioni effi-
giate nello absidi delle romane basiliche nel secolo
quarto, e forse nell'impero medesimo di Costantino (2).

(1) Ad Anastas. I. c. p. 126.

(t) V. Bull. 18G3 p. 79; 1SG5 p. 3; 1SG6 p. 64.
(2) V. Gamica', Vetri 2 cdiz. p. Si e ees:^,
 
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