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Bullettino di archeologia cristiana — 5.1867

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Nr. 5 (Settembre e Ottobre 1867)
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Di tre antichi edifici componenti la chiesa dei ss. Cosma e Damiano; e di una contigua chiesa dedicata agli apostoli Pietro e Paolo
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https://doi.org/10.11588/diglit.17354#0074

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In quanto agli atti apocrifi citati , il loro intero
testo greco è stato per la prima volta messo in luce
dal Thito (l); e l'antica versione latina, che comin-
cia soltanto dal paragrafo 22, non è diversa dal de
conflictu Petri et Simonis magi dello pseudo-Marcello
edito dal Fiorentini (2ì. Il Tischendorf ha riveduto
sopra i codici greci il testo del Thilo e l'ha posto in
principio della sua collezione degli atti apocrifi degli
apostoli (3). Netta prefazione egli ha giudicato , che

10 pseudo-Marcello sia più antico dello pseudo-Lino:
certo è che almeno poco distano di età l'uno dall'al-
tro. Negli atti dei ss. Nereo , Achilleo e Domitilla ,
dei quali nel Ballettino dell'Aprile 1805 ho fatto bre-
vemente parola e li ho dichiarali intessuti di docu-
menti apocrifi, vengono in iscena lo pseudo-Marcello
e lo pseudo-Lino. Quegli atti al Tillemont sono sem-
brati opera d'un Manicheo (4); qualunque però sia la
probabilità di questo giudizio , è chiaro eh' essi non
sono fattura del medio evo, ma dettalo anteriore al
secolo sesto o almeno al settimo. Quivi molta men-
zione è fatta di Plautilla nobilissima matrona battez-
zata da s. Pietro, il cui nome grandeggia altresì nel
martirio di s. Paolo narrato dallo pseudo-Lino. Essa,
giusta la narrazione di quest'ultimo, diè all' apostolo

11 panno del suo capo, perchè gli servisse di benda
nella decollazione. E cotesto episodio ho riconosciuto
effigiato in un sarcofago del secolo quarto o dei prin-
cipii del quinto nel museo di Marsiglia: fatto assai
importante , essendo rarissimo , che nei monumenti
figurali primitivi sieno ritratte scene isloriche non re-
gistrate nei libri canonici. Il lodato sarcofago adun-
que conferma l anlichilà e la voga dei racconti dello
pseudo-Lino, e per concomitanza di quelli egualmente
dello pseudo-Marcello; la cui apocrifa scrittura dovrà
perciò essere riputata non posteriore almeno ai prin-
cipii del secolo quinto. Ciò posto , poiché le parole
silices ( via sacra) qui sunt in testimonium victoriae
apostolorum usque in hodiernum diem alludono ad una
memoria topografica, ch'era già in possesso della sua
fama , sarà d'uopo farne risalire le origini almeno
alla prima metà del secolo quarto.

Nò si dica, che per converso la voga dell'apocrifo
scritto diè origine alla topografica memoria , di che
ragiono. Imperocché lo pseudo-Marcello espressamente
afferma, che quel testimonio della vittoria apostolica
esisteva ; e non v' è ragione di negar fede alla sua
affermazione. Nelle narrazioni, che vanno sotto quel
falso nome o con esso sono congiunte , sì negli alti
del martirio dei due apostoli, che in quelli di Nereo,

Achilleo, Domitilla , molle sono le menzioni di cri-
stiani monumenti di Roma e delle sue memorie to-
pografiche; e tutte queste menzioni la scienza archeo-
logica dimostra essere fedeli ed esatte. Quivi sono
nominati il nascondiglio dei corpi dei due apostoli
nelle catacombe al terzo miglio della via Appia , i
loro sepolcri costruiti nel Vaticano e sulla via Ostien-
se , il predio e il cemetero di Domitilla al secondo
miglio e quello di s. Felicola al settimo deil'Ardea-
tiijp, quello in fine di s. Nicomede sulla Nomentana
nell'orto di Giusto presso le mura della città. Tutto
ciò è confermato vero da altre independenti testimo-
nianze; ed anche dalle fresche scoperte fatte sotto i
nostri occhi (I). D'altra-parte egli è certo , che nel
secolo quarto la memoria della caduta di Simone in
mezzo alla città era famosissima e in Roma e nel
mondo romano. Basta a persuaderlo la lettera dei
legati di papa Liberio ad Eusebio di Vercelli scritta
nel 3ò'o (2); e la narrazione di Epifanio , che pone
quella caduta come notissima (3) ev /uéjrvj xy rw
'Pwasacov -òhi (nel mezzo della città dei Romani). Anzi
Arnobio , che visse parte nel secolo III e parte nel
quarto , e che la sua apologia divulgò circa il 303,
nel libro II fece distesa menzione del volo tentato da
Simone (4). Laonde non v'è ragione di diffidare della
notizia insegnataci dai predetti apocrifi, chegià nel se-
colo quarto sulla via sacra si mostravano i selci ubi
cecidit Simon magus, dei quali nei documenti del
medio evo la menzione è congiunta a quella del tem-
plum Romuli.

Che se mi si domanderà il mio intimo pensiero sulla
sostanza del fatto e della sua tradizione, risponderò:
il silenzio di Giustino, di Ireneo dell'autore dei Filo-
sofumeni circa il tentato volo, mentre di Simone essi
trattano di proposito, essere grave argomento a dubi-
tarne. Viceversa però l'antichità di quel racconto e
della sua topografica memoria in sì celebre sito di
Roma, e le allusioni dai dotti notate nei profani isto-
rici e poeti (in Svetonio, in Dione, in Giovenale) ad
alcun prestigiatore , che tentò volare e precipitò ai
tempi appunto neroniani, ai quali gli apocrifi asse-
gnano il volo di Simone, mi consigliano a non preci-
pitare la sentenza e mi distolgono dall'affermare l'as-
soluta favolosità di quel racconto e di quella topogra-
fica tradizione romana. Aspettiamo dal tempo e dai
progressi delle scoperte archeologiche e critiche qual-
che nuovo raggio di luce.

li) Vedi per esempio Bull. 1$65 Aprile, Maggio, Luglio.

(2) V. Baron. Ann. au. 355 § Vili.

(3) Ilaeres. XXI.

(1) Programmata paschalia Halae 1837, 1838. (4) Le testimonianze degli antichi su questo punto sono state raccolte

(2) Velust. martyfól. p. 103 e segg. da molti: vedi principalmente .Mazochi, I. c. p. 871 e segg. ed i reccn-

(3) Ada apostolorum apocrypha, Lipsiae 1851 p. 1-39. tissimi Fabiani, 1. c. Bartolini, Sull'anno del martirio de'ss. Pietro e Paulo,

(4) Mém. pour l'hisl. ecd. T. 11 p. 127. Roma 1867 pag. 23 e segg.
 
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