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tiniana: talché tutti i romani pontefici da Zefirino a Milziade quivi dovettero essere sepolti , e se di taluno
fu altrove deposta la spoglia mortale, fa d'uopo chiederne ragione alla storia delle persecuzioni. Così l'esame
dei sepolcri del cimitero di Callisto ritesse ed illustra la serie delle persecuzioni, i fasti delle morti e delle
deposizioni dei papi dall'impero di Settimio Severo fino a quello di Costantino, le relazioni tra la chiesa e
l'impero nel secolo terzo e negli esordii del quarto. Ma quell'esame ci fa anche salire a tempi assai più an-
tichi, e viceversa a secoli assai più recenti discendere. Il cimitero papale fu istituito nelle terre e negli ipogei
dei più nobili e potenti seguaci della fede cristiana; e le loro memorie epigrafiche, storiche e genealogiche
dai monumenti del sotterraneo sepolcreto rivelate e di inaspettata luce rischiarate ci pongono in mano parecchi
fili, che fanno capo ai primi oscuri cenni di illustri persone convertite alla fede evangelica registrati negli
annali dell'impero romano. Che se da un lato il campo delle storiche ricerche trattate nel volume, che ora
vede la luce, si estende fino ai limili più lontani delle origini cristiane, dall'altro esso quasi tocca i confini
degli ultimi tempi dell'impero occidentale. Invase nel secolo quinto dai barbari le province, segnatamente
le Pannonie e l'Africa, gli esuli e fuggitivi portarono fino a Roma reliquie di vescovi illustri e le deposero
nei famosi ipogei dell'Appia cristiana, massime in quelli di Callisto. Da ciò viene, che il quadro storico dei
sepolcri callistiani è assai più ampio e continuo e variato di quello, che ai nostri studii offre qualsivoglia altro
suburbano cimitero.
Per svolgere un tema sì vasto e per discutere e sciogliere le difficoltà, che esso presenta, non è bastato
ricomporre, supplire, illustrare le lacere reliquie di iscrizioni sepolcrali e storiche, di pitture e di sculture
che nelle cripte abbiamo trovato. È slato necessario adoperare assai più che nel primo volume gli scritti do-
cumenti editi e inediti e stabilirne criticamente il valore e la genuina lezione. Perciò il discorso preliminare
è un diligente e nuovo trattato sugli antichi martirologii , dei quali quivi è data la chiave ; e sugli atti dei
martiri, massimamente sopra quelli della celeberrima s. Cecilia, la cui storia e genealogia e la persecuzione,
in che essa e numerose torme di Cristiani sacrificarono la vita per la fede, sono uno dei punti più importanti
illustrati in questo tomo. L'autore si studia di persuadere, che ai tempi di M. Aurelio, non a quelli di Ales-
sandro Severo, spettano i fatti narrati nel racconto del martirio di s. Cecilia, dei compagni di lei e di s. Ur-
bano vescovo e martire diverso dal papa successore di Callisto.
Che se vasto e fertilissimo è il campo storico del nuovo volume; non meno vasto e fertile è quello che
più direttamente spetta all'archeologia monumentale ed artistica. Le iscrizioni delineate nelle tavole dell'atlante
sommano al mezzo migìiajo; senza computare i grattili sulle pareti, la cui delineazione e lettura sono state
lavoro arduo , lungo e faticoso olire ogni credere. Gli affreschi sono moltissimi e danno una serie non in-
ternala dagli ultimi anni del secolo secondo ai primi del quarto con saggi di pitture fatte nei secoli quinto,
settimo, nono. L'architettura sotterranea dispiega le sue forme successive nelle piante, negli spaccati, nelle
scenografie dei cubicoli e delle cripte maggiori del cimitero callistiano. Questa raccolta di insigni monu-
menti delle cristiane arti ed epigrafia essendo tutta distribuita nei gruppi e famiglie, che l'analisi topogra-
fica del sotterraneo c'insegna a ricomporre ed ordinare nella serie dei tempi, ha un valore speciale e for-
nisce una grande copia di dati certi per scoprire le leggi della cronologia monumentale e del metodo, col
quale possiamo determinare le età degli epitaffi, delle pitture, delle sculture e delle architetture cimiteriali.
Negli epitaffi vediamo come se ne venne svolgendo il formolario, e quando questa o quella formola prevalse
0 cadde in desuetudine ; tema d'un' importanza assai grande per le forinole alludenti alle credenze religiose.
Quivi altresì vediamo la genesi, le successive fasi, lo scomparire dei singoli simboli e la loro precisa signi-
ficazione. Altrettanto ci rivelano le pitture, ma in un campo più largo; e non per gli isolati simboli , ma
per le misterioso composizioni di immagini bibliche e per le leggi e la storia dell' arte cristiana nelle sue
relazioni coli'arte classica greco-romana. Sopra tutto di sommo pregio sono i dipinti, i quali in serie
concatenate e disposte con profonda ragione simbolica ritraggono gli arcani misteri dell' immobile pietra e
dell' unica fonte della fede, della grazia battesimale, del sacrificio eucaristico, della vita eterna e della risur-
rezione beata. Finalmente l'analisi architettonica del sotterraneo compiuta e dichiarala, come nel primo tomo,
dal fratello dell' autore non solo rivela e definisce i periodi dell' escavazione, che sono fondamento e chiave
di tutto l'ordine cronologico dei monumenti predetti scritti e figurati, ma dimostra anche la serie, la succes-
sione, le ragioni delle varie forme architettoniche. Le quali coordinate e paragonate con i fasti del cimitero
oltre la storia dell' arte illustrano quella altresì della chiesa e delle persecuzioni; mettendo sotto i nostri occhi
1 provvedimenti presi contro i pericoli di invasioni nemiche e i rifugii, i segreti accessi e recessi con in-
dustrie quasi strategiche creati in spelonche arenarie a bello studio collegate colle gallerie sepolcrali.
Il complesso dei monumenti del cimitero di Callisto rappresenta la fine del secolo secondo, tutto il volgere
del terzo, gli inizii del quarto. Quando nei futuri volumi un cimitero del secolo secondo ed uno del primo
saranno in pari guisa e metodo pubblicati ed illustrati, la storia dell' epigrafia cimiteriale romana e dell' arte
cristiana saranno compiutamente ordinate e formolate dalle loro origini prime all' età della pace costantiniana.
tiniana: talché tutti i romani pontefici da Zefirino a Milziade quivi dovettero essere sepolti , e se di taluno
fu altrove deposta la spoglia mortale, fa d'uopo chiederne ragione alla storia delle persecuzioni. Così l'esame
dei sepolcri del cimitero di Callisto ritesse ed illustra la serie delle persecuzioni, i fasti delle morti e delle
deposizioni dei papi dall'impero di Settimio Severo fino a quello di Costantino, le relazioni tra la chiesa e
l'impero nel secolo terzo e negli esordii del quarto. Ma quell'esame ci fa anche salire a tempi assai più an-
tichi, e viceversa a secoli assai più recenti discendere. Il cimitero papale fu istituito nelle terre e negli ipogei
dei più nobili e potenti seguaci della fede cristiana; e le loro memorie epigrafiche, storiche e genealogiche
dai monumenti del sotterraneo sepolcreto rivelate e di inaspettata luce rischiarate ci pongono in mano parecchi
fili, che fanno capo ai primi oscuri cenni di illustri persone convertite alla fede evangelica registrati negli
annali dell'impero romano. Che se da un lato il campo delle storiche ricerche trattate nel volume, che ora
vede la luce, si estende fino ai limili più lontani delle origini cristiane, dall'altro esso quasi tocca i confini
degli ultimi tempi dell'impero occidentale. Invase nel secolo quinto dai barbari le province, segnatamente
le Pannonie e l'Africa, gli esuli e fuggitivi portarono fino a Roma reliquie di vescovi illustri e le deposero
nei famosi ipogei dell'Appia cristiana, massime in quelli di Callisto. Da ciò viene, che il quadro storico dei
sepolcri callistiani è assai più ampio e continuo e variato di quello, che ai nostri studii offre qualsivoglia altro
suburbano cimitero.
Per svolgere un tema sì vasto e per discutere e sciogliere le difficoltà, che esso presenta, non è bastato
ricomporre, supplire, illustrare le lacere reliquie di iscrizioni sepolcrali e storiche, di pitture e di sculture
che nelle cripte abbiamo trovato. È slato necessario adoperare assai più che nel primo volume gli scritti do-
cumenti editi e inediti e stabilirne criticamente il valore e la genuina lezione. Perciò il discorso preliminare
è un diligente e nuovo trattato sugli antichi martirologii , dei quali quivi è data la chiave ; e sugli atti dei
martiri, massimamente sopra quelli della celeberrima s. Cecilia, la cui storia e genealogia e la persecuzione,
in che essa e numerose torme di Cristiani sacrificarono la vita per la fede, sono uno dei punti più importanti
illustrati in questo tomo. L'autore si studia di persuadere, che ai tempi di M. Aurelio, non a quelli di Ales-
sandro Severo, spettano i fatti narrati nel racconto del martirio di s. Cecilia, dei compagni di lei e di s. Ur-
bano vescovo e martire diverso dal papa successore di Callisto.
Che se vasto e fertilissimo è il campo storico del nuovo volume; non meno vasto e fertile è quello che
più direttamente spetta all'archeologia monumentale ed artistica. Le iscrizioni delineate nelle tavole dell'atlante
sommano al mezzo migìiajo; senza computare i grattili sulle pareti, la cui delineazione e lettura sono state
lavoro arduo , lungo e faticoso olire ogni credere. Gli affreschi sono moltissimi e danno una serie non in-
ternala dagli ultimi anni del secolo secondo ai primi del quarto con saggi di pitture fatte nei secoli quinto,
settimo, nono. L'architettura sotterranea dispiega le sue forme successive nelle piante, negli spaccati, nelle
scenografie dei cubicoli e delle cripte maggiori del cimitero callistiano. Questa raccolta di insigni monu-
menti delle cristiane arti ed epigrafia essendo tutta distribuita nei gruppi e famiglie, che l'analisi topogra-
fica del sotterraneo c'insegna a ricomporre ed ordinare nella serie dei tempi, ha un valore speciale e for-
nisce una grande copia di dati certi per scoprire le leggi della cronologia monumentale e del metodo, col
quale possiamo determinare le età degli epitaffi, delle pitture, delle sculture e delle architetture cimiteriali.
Negli epitaffi vediamo come se ne venne svolgendo il formolario, e quando questa o quella formola prevalse
0 cadde in desuetudine ; tema d'un' importanza assai grande per le forinole alludenti alle credenze religiose.
Quivi altresì vediamo la genesi, le successive fasi, lo scomparire dei singoli simboli e la loro precisa signi-
ficazione. Altrettanto ci rivelano le pitture, ma in un campo più largo; e non per gli isolati simboli , ma
per le misterioso composizioni di immagini bibliche e per le leggi e la storia dell' arte cristiana nelle sue
relazioni coli'arte classica greco-romana. Sopra tutto di sommo pregio sono i dipinti, i quali in serie
concatenate e disposte con profonda ragione simbolica ritraggono gli arcani misteri dell' immobile pietra e
dell' unica fonte della fede, della grazia battesimale, del sacrificio eucaristico, della vita eterna e della risur-
rezione beata. Finalmente l'analisi architettonica del sotterraneo compiuta e dichiarala, come nel primo tomo,
dal fratello dell' autore non solo rivela e definisce i periodi dell' escavazione, che sono fondamento e chiave
di tutto l'ordine cronologico dei monumenti predetti scritti e figurati, ma dimostra anche la serie, la succes-
sione, le ragioni delle varie forme architettoniche. Le quali coordinate e paragonate con i fasti del cimitero
oltre la storia dell' arte illustrano quella altresì della chiesa e delle persecuzioni; mettendo sotto i nostri occhi
1 provvedimenti presi contro i pericoli di invasioni nemiche e i rifugii, i segreti accessi e recessi con in-
dustrie quasi strategiche creati in spelonche arenarie a bello studio collegate colle gallerie sepolcrali.
Il complesso dei monumenti del cimitero di Callisto rappresenta la fine del secolo secondo, tutto il volgere
del terzo, gli inizii del quarto. Quando nei futuri volumi un cimitero del secolo secondo ed uno del primo
saranno in pari guisa e metodo pubblicati ed illustrati, la storia dell' epigrafia cimiteriale romana e dell' arte
cristiana saranno compiutamente ordinate e formolate dalle loro origini prime all' età della pace costantiniana.