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Instytut Sztuki (Warschau) [Hrsg.]; Państwowy Instytut Sztuki (bis 1959) [Hrsg.]; Stowarzyszenie Historyków Sztuki [Hrsg.]
Biuletyn Historii Sztuki — 59.1997

DOI Artikel:
Roccasecca, Pietro: La " Costruzione legittima" secondo Erwin Panofsky: il "Modo ottimo" die Leon Battista Alberti
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https://doi.org/10.11588/diglit.48916#0017

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II „Modo ottimo ” di Leon Battista Alberti

precisione e fmitezza che potrebbe non appartenere alla
prassi prospettica albertiana.
Nel paragrafo successivo Alberti, in un passo famoso e
di difficile interpretazione, spiega il suo „modo ottimo” per
tracciare le linee orizzontali che completano il reticolo del
pavimento in scorcio: „Prendo un picciolo spazio nel quale
scrivo una diritta linea, e questa divido in simile parte in
quale divisi la linea che giace nel quadrangolo. Poi pongo
di sopra uno punto alto da questa linea quanto nel
quadrangolo posi el punto centrico alto dalia linea che giace
nel quadrangolo, e da questo punto tiro linee a ciascuna
divisione segnata in quella prima linea. Poi constituisco
quanto io voglia distanza dali’ occhio, e ivi segno, quanto
dicono i matematici, una perpendiculare linea tagliando
qualunque truovi linea. Dicesi linea perpendiculare quella
linea dritta, quale tagliando un’ altra linea dritta fa appresso
di se di qua e di qua angoli retti. Questa perpendiculare
linea dove dali’ altra sara tagliata, cosi mi dara la
successione di tutte le trasverse quantita” (lib. I, par. 20).
Questo testo deve essere integrato eon il passo della
redazione latina reperito da Grayson nel 1964 che obbliga
ił punto della costruzione ausiliaria sopra ad un’ estremita
della linea di base, il passo recita: „ab hac linea punctum
unicum ad alterum lineae caput perpendicularem”4
Poiche Leon Battista Alberti non ha corredato il De
Pictura di disegni esplicativi del metodo prospettico,
chiunque si sia cimentato nell’interpretazione dei paragrafi
19 e 20 del libro I ha prodotto diagrammi per dimostrare
graficamente la propria ipotesi. Per questo motivo ciascuno
dei disegni dimostrativi della procedura albertiana, accurato
o meno che sia, e una parte rilevante del dibattito sulle
conoscenze di Leon Battista Alberti e sull’utilizzabilita del
suo metodo prospettico.
In questa sede ci limitiamo a discutere dettagliatamente
i disegni illustrativi del metodo albertiano proposti da
Erwin Panofsky - nel 1915, nel 1927 e nel 1960 - poiche
essi sono di gran lunga i piii conosciuti e tuttora punto di
riferimento essenziale per chi studia la storia della
prospettiva.
II metodo prospettico albertiano nella interpretazione di
Erwin Panofsky
NelParticolo del 1915 Panofsky elaboró quattro diversi
grafici, (figg. 1-4) che illustrano le tre differenti fasi
operative. La prima figura rappresenta il quadrangolo eon
le congiungenti al „punto centrico”; la seconda,
corrispondente alla seconda operazione eseguita in un
luogo separato dalia prima, mostra una linea orizzontale
scompartita da tredici punti, sopra la quale da un punto B
vengono tracciate le congiungenti alle partizioni; ad una

distanza BC e tracciata una perpendicolare che interseca le
congiungenti nei punti V, W, X, Y, Z. La terza figura illustra
la procedura ipotizzata da Panofsky per riportare la
sequenza delle intersezioni sul quadro delle ortogonali: i
punti trovati sulla perpendicolare sono riportati su uno dei
lati del quadrangolo e da qui sono tracciate le parallele al
piano di base. II quarto grafico unifica queste tre fasi in un
unico disegno.
Nel 1927 Panofsky pubblicó come illustrazione del
metodo albertiano solo i tre grafici raffiguranti le tre distinte
fasi su esposte. Nel 1960 propose nuovamente il disegno
„unificato” come illustrazione della procedura albertiana,
ma eon qualche perfezionamento rispetto a quello del 1915.
Esso (fig. 5) si presenta nel modo seguente: un punto D,
corrispondente all’ occhio dell’osservatore, e preso a una
certa distanza calcolata dal lato destro di un quadrangolo in
cui sono State tracciate le convergenti. II lato del
quadrangolo si trova cosi ad essere anche la perpendicolare
della seconda fasę albertiana. Dal punto D sono tirate le
congiungenti alla base del quadrangolo, che intersecano il
łato/perpendicolare in una serie di punti dai quali sono
tracciate le parallele alla base del quadrangolo, che
scandiscono le orizzontali del pavimento in scorcio. Una
didascalia precisa che la distanza „tra 1’occhio e il piano
pittorico” corre dal punto D al lato del quadro.
I grafici prodotti da Erwin Panofsky mostrano una
evidente incongruita delle dimensioni del disegno relativo
alla seconda fasę del metodo albertiano. Panofsky costrui i
suoi grafici eon un rapporto dimensionale di 1 a 1 perchó
interpretó la locuzione „questa” - cioe la linea di base della
costruzione ausiliaria - „divido in simile parte in quale
divisi la linea che giace nel quadrangolo” nel senso di
„divido la linea di base della costruzione d’aiuto in ‘parti
delle stessa misura’ di quelle in cui ho diviso la base del
quadrangolo da dipingere”. La linea orizzontale della
costruzione ausiliaria di Panofsky e suddivisa in un numero
maggiore di parti che non la base del quadrangolo da
dipingere5. Quest’ ultima linea e suddivisa in 5 spazi,
mentre nel disegno illustrante la seconda fasę la linea e
suddivisa in 12 spazi. La perpendicolare e tracciata a 6
spazi di distanza dal punto „s” sottostante il punto B, dal
quale partono le congiungenti; la prima intersezione utile
„y” si trova sulla congiungente che unisce B eon il punto
„1” posto tra il settimo e l’ottavo spazio. II testo del De
Pictura vuole che la costruzione ausiliaria sia realizzata in
un „picciolo spazio” e invece quella disegnata da Panofsky
e palesemente sovradimensionata rispetto al quadrato da
dipingere. Infatti, poiche le partizioni delle due costruzioni
sono delle stesse dimensioni, se la base del quadro da
dipingere fosse di un metro la costruzione ausiliaria

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