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GIUSEPPE MARIA
CRESPI
DETTO
LO Spagnuolo.
PITTORE.
turatissima all’ occhio di coloro , che
intendono le novità peregrine del dipigne-
re , e gli entufiafmi flraordinarj , prodotti
da una mente ftudiofa , e abbondante di
piacevoli capriccj e fantafie , fi prefenta
1’ ingegnofa vivacità di operare di quello
valentuomo , il quale Teppe flabilirfi una
maniera Angolare , che in sè compren-
de il differente itile di varie fcuole (*> ;
talché di lui fi può dire , effere al fommo valutabile , ma non
imitabile , mentre quella bizzarra libertà pittorefca , che ap-
plaudito e lodato nel fuo graziofo pennello rendealo , in altri
verrebbe imputata con biafimo a temerario ardimento . Non
diffimile pure all’ operar nell’ arte fu il modo , eh’ ei tenne
nel vivere e converfare , cioè totalmente oppofto all’ ufo ,
che fuol mantenerfi dal re dante degli uomini ; quantunque pe-
rò. sì 1’ una , che 1’ altro faceifegli onore , e gli producete que-
gli effetti di {lima , e di gradimento , con cui ammeffo fi vide
alla famigliarità de’ Principi e de’ Nobili , e alle univerfali ac-
coglienze di quelli , che unita alla virtù amano ed apprezzano
la fincerità del cuore , e la filofofica noncuranza dell’ uman
fa (lo .
Il dì 16. di Marzo dell’anno 166$. nella città di Bologna
na-
(i) Egli inferì promifcuamente ne’ fuoi dipinti colla
maniera di Domenico Maria Canuti quella di Carlo &•
gnani, de’ Caracci , di Federigo Barocci , di Tiziano t
di Paolo , del Tintoretto , di Rembrant, del Rubens , e
d’ altri. V. la Storia dell’ Accademia Clementina di
Bologna nel T. il. pag. 70.
Giuseppe
Maria
Crespi
GIUSEPPE MARIA
CRESPI
DETTO
LO Spagnuolo.
PITTORE.
turatissima all’ occhio di coloro , che
intendono le novità peregrine del dipigne-
re , e gli entufiafmi flraordinarj , prodotti
da una mente ftudiofa , e abbondante di
piacevoli capriccj e fantafie , fi prefenta
1’ ingegnofa vivacità di operare di quello
valentuomo , il quale Teppe flabilirfi una
maniera Angolare , che in sè compren-
de il differente itile di varie fcuole (*> ;
talché di lui fi può dire , effere al fommo valutabile , ma non
imitabile , mentre quella bizzarra libertà pittorefca , che ap-
plaudito e lodato nel fuo graziofo pennello rendealo , in altri
verrebbe imputata con biafimo a temerario ardimento . Non
diffimile pure all’ operar nell’ arte fu il modo , eh’ ei tenne
nel vivere e converfare , cioè totalmente oppofto all’ ufo ,
che fuol mantenerfi dal re dante degli uomini ; quantunque pe-
rò. sì 1’ una , che 1’ altro faceifegli onore , e gli producete que-
gli effetti di {lima , e di gradimento , con cui ammeffo fi vide
alla famigliarità de’ Principi e de’ Nobili , e alle univerfali ac-
coglienze di quelli , che unita alla virtù amano ed apprezzano
la fincerità del cuore , e la filofofica noncuranza dell’ uman
fa (lo .
Il dì 16. di Marzo dell’anno 166$. nella città di Bologna
na-
(i) Egli inferì promifcuamente ne’ fuoi dipinti colla
maniera di Domenico Maria Canuti quella di Carlo &•
gnani, de’ Caracci , di Federigo Barocci , di Tiziano t
di Paolo , del Tintoretto , di Rembrant, del Rubens , e
d’ altri. V. la Storia dell’ Accademia Clementina di
Bologna nel T. il. pag. 70.
Giuseppe
Maria
Crespi