DI UN ANTICO BATTISTERO N&L CIMITERO DI PRISCILLA
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E qui aggiungerò che non essendo indicato da alcun docu-
mento aver Damaso trasportato la celeberrima cattedra lignea
di s. Pietro al Vaticano (il che si congetturò dal de Rossi per
la sola frase una Vetri sedes, la quale può intendersi in senso
morale, come dissi), potrebbe supporsi che quella cattedra si con-
servasse sulla Salaria ancora nel sesto secolo e che più tardi
soltanto fosse trasportata al Vaticano. E ciò sarebbe di grandis-
sima importanza per l’autenticità di quella veneranda reliquia,
della quale ninno ha saputo mai indicare l’origine, e che potrebbe
collegarsi in tale ipotesi ad un cimitero dell’età apostolica b
Un’altra prova che potrebbe recarsi della celebrità del
nostro battistero è il frammento di cornice marmorea, che qui
riproduco, il quale venne scoperto ai piedi della scala, e su cui
leggesi il residuo di una iscrizione del secolo quarto o quinto nel
modo seguente:
Se il Ferobasus è un nome esso è assolutamente nuovo e
sembrerebbe di conio barbarico (cf. p. e. Badagaisus); ma ad ogni
modo la parola OVANS dimostra che trattasi di una iscrizione
monumentale e storica e non già sepolcrale. Questa parola tro- 1
1 È noto agli archeologi che la cattedra oggi venerata nella basilica
ha cambiato di forma e contiene soltanto alcuni preziosi frammenti del
mobile primitivo, secondo il de Rossi nel Bull, di ardi, crist., 1867,
1. c. Né potrebbero fare difficoltà le note parole di Ennodio sulla sella
gestatoria (Apolog. prò synodo), che il de Rossi attribuì alla cattedra
suddetta; giacché il Duchesne mostrò con buone ragioni che esse si
riferiscono piuttosto alla inaugurazione dei nuovi consoli (V. Bevue de
philologie, Tome VII (1883), page 81); e lo stesso de Rossi si convinse
di tale interpretazione e l’accettò, come ebbe a dirmi piti volte con la
consueta sua sincerità. In uno degli itinerari della metà incirca del VII se-
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E qui aggiungerò che non essendo indicato da alcun docu-
mento aver Damaso trasportato la celeberrima cattedra lignea
di s. Pietro al Vaticano (il che si congetturò dal de Rossi per
la sola frase una Vetri sedes, la quale può intendersi in senso
morale, come dissi), potrebbe supporsi che quella cattedra si con-
servasse sulla Salaria ancora nel sesto secolo e che più tardi
soltanto fosse trasportata al Vaticano. E ciò sarebbe di grandis-
sima importanza per l’autenticità di quella veneranda reliquia,
della quale ninno ha saputo mai indicare l’origine, e che potrebbe
collegarsi in tale ipotesi ad un cimitero dell’età apostolica b
Un’altra prova che potrebbe recarsi della celebrità del
nostro battistero è il frammento di cornice marmorea, che qui
riproduco, il quale venne scoperto ai piedi della scala, e su cui
leggesi il residuo di una iscrizione del secolo quarto o quinto nel
modo seguente:
Se il Ferobasus è un nome esso è assolutamente nuovo e
sembrerebbe di conio barbarico (cf. p. e. Badagaisus); ma ad ogni
modo la parola OVANS dimostra che trattasi di una iscrizione
monumentale e storica e non già sepolcrale. Questa parola tro- 1
1 È noto agli archeologi che la cattedra oggi venerata nella basilica
ha cambiato di forma e contiene soltanto alcuni preziosi frammenti del
mobile primitivo, secondo il de Rossi nel Bull, di ardi, crist., 1867,
1. c. Né potrebbero fare difficoltà le note parole di Ennodio sulla sella
gestatoria (Apolog. prò synodo), che il de Rossi attribuì alla cattedra
suddetta; giacché il Duchesne mostrò con buone ragioni che esse si
riferiscono piuttosto alla inaugurazione dei nuovi consoli (V. Bevue de
philologie, Tome VII (1883), page 81); e lo stesso de Rossi si convinse
di tale interpretazione e l’accettò, come ebbe a dirmi piti volte con la
consueta sua sincerità. In uno degli itinerari della metà incirca del VII se-