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Pompei: rivista ill. di archeologia popolare e industriale e d'arte — 1.1881/​82

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Abeniacar, Enrico: L' oreficeria antica
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https://doi.org/10.11588/diglit.5959#0012

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L' OREFICERIA ANTICA

Roma 20 Gennaio 1881

Pregiatissimi Signori

Un nuovo periodico il quale si proponga di propu-
gnare il congiungimento della scienza e dell' arte all' in-
dustria nei lavori ed utensili di uso comune, non può,
a mio avviso, ométtere di richiamar l'attenzione dei
lettori sull'arte antichissima che non pur si riferisce ai
più remoti tempi storici, ma eziandio a quelli che oggi
sono appunto col nome di preistorici universalmente
indicati. Alcuni oggetti la maggior parte dei quali perti-
nenti alla oreficeria, ci attestano un'antichissima civiltà
Pelasgica o Tirrena, che il loro periodico, vorrà credo,
illustrare con tutte quelle notizie che intorno ad essa
possono raccogliersi. E il medesimo sarebbe a fare di
periodi meno da noi discosti, quali son quelli dell' arte
Etnisca, Italo-greca, Romana.... Quanto all'arte mia,
che si restringe ai lavori di orafo, mi ardisco indicar loro
i miei due libretti intitolati : il primo Delle Gemme,
il secondo Della Oreficeria Italiana. Ma in questo campo
potranno raccogliersi notizie anche da più gravi autori
italiani e stranieri. Nè poi mi parrebbe da lasciare in di-
menticanza gli altri modi coi quali fin da molti secoli
addietro si procacciò di abbellire con le grazie e le bel-
lezze artistiche gli oggetti e gli utensili anche più vol-
gari. Qual vasto campo non offrono la ceramica, l'in-
taglio in legno, i lavori in bronzo, in ferro, in avorio ,
in argento, in ismalto? 11 loro bello e generoso intento
sarà , spero, conseguito e la pubblicazione che adesso
incominciano, parmi credibile che ottenga facilmente
1' approvazione e il favore universale.

Con questo augurio mi dichiaro :

Loro Aff.m°
Augusto Castellani

— osi ci scriveva il Cav. Augusto Castel-
lani di Roma, al quale, come quegli
che ha più autorità in questo ramo
dell'oreficeria, ci dirigemmo, allorché
fissai di cominciare appunto con que-
---.J st' arte, le nostre prime riviste di Ar-
cheologia Industriale.

A tali riviste, a cui basterà appena quel tanto di
testo sufficiente a spiegare le illustrazioni, e quando si
possa, a dare un'idea del come si precedesse allora per

lavorare, debbo, ad onta del desiderio di esser breve,
premettere alcuni cenni di introduzione.

V ha una ragione, che mi spinse a dare a quest' arte
la precedenza sulle altre.
\ Nessuna infatti può al pari dell'oreficeria, dare in poco
spazio e con facile cronologia, un sunto della storia e
delle vicissitudini dell'Arte.

Il giojello, il più muliebre degli ornamenti, é quello
appunto che é passato tradizionalmente traverso i secoli,
; ed é quello che seguirà dritto la nostra via, giacché egli
| attinge la sua forza di resistenza nella vanità, e la va-
ì nità, nata coli' uomo, non morrà certo prima di lui.
! Dei giojelli, gli antichi, non contenti di cuoprirne la
persona in vita, faceano pompa fino nel sepolcro. Va-
nità da vivi, vanità dopo morti. Pei giojelli più che per
| ogni altro ornamento, gli artefici di tutte le epoche cer-
: carono di affinare il gusto, e di vincersi in eleganza. .
\ Mi sembra dunque che la Storia d;ll' oreficeria, debba
ì essere quella che segna in ogni epoca la maggior raffi-
| natezza nel gusto, e che dà al giusto il movimento al-
! ternativo dell' Industria.

Dalla collezione di ori antichi a cui il Cav. Castellani
ha lavorato e lavora con tanta cura ed intelligenza e
i dal suo libro sull'oreficeria, procurerò di attingere ma-
ì teria a questa istoria. Ma più che il mio povero lavoro
ci è grato promettere fin d'ora ai nostri lettori qualche
studio che il Cav. Castellani stesso scriverà.

Diamo intanto principio alla pubblicazione di vari
giojelli rinvenuti nei tumuli scavati a Kertsch e che fanno
parte delle antichità del Bosforo Cimmerio conservate
nel Museo Imperiale dell' Eremitaggio a Pietroburgo,
s Sono appunto giojelli che appartengono al più splen-
\ dido periodo greco-romano e nei quali fanno a gara la
; bellezza della forma e la purezza del lavoro.

Il disegno a grani minutissimi, il rimbalzo a cesello,
i l'alternarsi ed il congiungersi di sottili fregi e cordelle, le
| svelte figurine, la semplice ed elegante armonia dell'in-
! sieme; tutto concorre a farci domandare se quegli arte-
j fici non disponessero di mezzi mille volte più perfetti dei
nostri o non avessero assai più di noi sviluppato il sen-
s timento del gusto e la pazienza iniustre e minuziosa.
Certo è che il miglior voto eh' io possa fare adesso per
la moderna oreficeria, ed il voto che faccio infatti dal
profondo del cuore, è che ella possa tornare all'antico.

A.beniaca,r
 
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