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Pompei: rivista ill. di archeologia popolare e industriale e d'arte — 1.1881/​82

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Mele, Augusto: Il presepe in San Martino
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https://doi.org/10.11588/diglit.5959#0081

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ARTE ANTICA ff

IL PRESEPE IN SAN MARTINO

ió che colpisce a prima vista il visi-
tatore del Museo di S. Martino e ne
richiama l'attenzione cosi che, se
ama davvero le produzioni dell'arte,
una visita sola non lo soddisfa, è
senza alcun dubbio il Presepe. Poche
parole incise su d'una lastra di mar-
mo, incastrata nella parete della grotta che lo precede, ed
a destra di chi vi entra, ricordano un nome caro all' arte
ed a Napoli, il nome dell'autore della Sarrocchi, dello Spa-
gnoletto, del Pergoksi, dell'Amelia di Massimo e di tanti
altri applauditissimi drammi: Michele Cuciniello—Ed egli
appunto, che in quei lavori letterarii aveva mostrato quanto
ami la sua Napoli, facendo rivivere sulla scena i valentuo-
mini che la illustrarono, e specialmente gli artisti, dava qui
novella prova di quel suo nobilissimo amore, donando al
Museo di S. Martino — destinato precipuamente a racco-
gliere opere dell'arte nostra — una numerosa e splendida
collezione di pastori, animali ed oggetti diversi che insieme
costituiscono quel tutto che in Napoli si chiama il Presepe,
vai dire una plastica rappresentazione della Nascita del
Salvatore. Né solo d'aver fatto quel magnifico dono con-
tentavasi il Cuciniello; ma dirigendo quotidianamente per
dieci mesi la formazione di un paese in rilievo, che acco-
gliesse in sapiente modo disposta quella sua ricca colle-
zione, ha dato a quelle bellissime figure un teatro degno
di loro ed è riuscito a formare un lavoro di arte che qualche

artista di professione potrebbe invidiargli e che ammirano
giornalmente italiani e stranieri.

E noi, all'idea sommaria che ne diamo ai nostri lettori
con la tavola che ne presenta l'insieme, amiamo aggiungere
talune notizie che possono interessarli e che stacchiamo alla
lettera dal discorso che lo stesso chiariss. Cuciniello leggeva
all'eletta adunanza, che gli faceva corona, il giorno in cui
fu solennemente inaugurato il Presepe:

«..........Nello scorso secolo valenti nostri

« scultori, primissimo fra essi Giuseppe Sammartino, e
« poi il Gori, il Mosca, il Bottiglieri, il Polidoro, il Vas-
« sallo (i) ed altri si occuparono quasi esclusivamente a
« modellar figure pel Presepe, poiché questa loro ricerca-
« tissima produzione veniva, secondo la ragione dei tempi,
« lautamente ricompensata. Ed in fatti sotto l'impulso del
« sentimento religioso, potentissimo allora, non era casa
« nella nostra Napoli, a cominciare dalla reggia, che non
« volesse per le feste natalizie il suo Presepe, ed in parecchie
« di esse, ricche di censo, erano destinate all'uopo fin tre e
« quattro sale, ed invitati a spendervi l'opera loro architetti,

; (i) Ai suddetti nomi bisogna aggiungere quelli di Gennaro Sammar-
ì tino (fratello a Giuseppe), del Cappiello, del Somma, del Colobrano,
\ del Picani, dell' Ingaldi, del Trilocchi — E sul Presepe di S. Martino
> dove le figure ammontano, fra grandi e piccole, a 171 senza contare
j gli angioli e gli animali, ci son lavori di tutti i nominati artisti. Al
! nome poi del Vassallo, la cui specialità era il modellare ed intagliare
ì animali, bisogna aggiungere quelli del Gallo e dello Schettino, che
S sommamente si distinsero nel ramo stesso.
 
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