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Pompei: rivista ill. di archeologia popolare e industriale e d'arte — 1.1881/​82

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Zampini Salazaro, Fanny: Esposizioni e promotrici
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https://doi.org/10.11588/diglit.5959#0032

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ARTE

MODERNA

ESPOSIZIONI

E PROMOTRICI

UNO SGUARDO ALLA XVII ESPOSIZIONE
DELLA PROMOTRICE A NAPOLI.

Dica pur quanto sa rancor severo
Contro le sue saette ho doppio usbergo,
Non conosco interesse c son sincero.
Non I:a l'invidia nel mio petto albergo.
Solo zelo lo stil m'adatta in mano,
E per util comune i fogli vergo.

Salvaior Rosa

dare quasi una
smentita all' artico-
lo, sulle Esposizioni
e Promotrici, pub-
blicato nel numero
precedente , questa
iy.a mostra della
Promotrice segna
un gran progresso
riguardo alle altre
che 1' hanno prece-
duta. L' insieme è
più bello, la dispo-
sizione delle opere
d'arte è fatta con gu-
sto ed eleganza per
quanto è semplice. La divisione delle sale giova molto all'effetto
delle piccole tele che nel gran salone si sarebbero quasi perdute.
Pur troppo l'Arte continua a rintanarsi ne'quadrettini, bozzettini,
studii, statuette ninnoli.......meschine anziché grandiose ma-
nifestazioni deli' ingecno crtistico de'nostri pittori e scultori. Pure
quest' anno abbiamo qualche tela di belle proporzioni , ma non
tutte rappresentano uno stesso valere artistico. Ne' piccoli quadri
e' è molto di buono ed è con piacevole, soddisfazione che si nota
quanto hanno camminato avanti nella vh dell' Arte i nostri gio-
vani autori.

Della male intesa condiscendenza di cui si parla nel numero
precedente, ne abbiamo disgraziatamente anche quest'anno molte
prove , nè so comprendere perchè la Commissione esaminatrice
abbia voluto usare quella crudele deferenza verso le donne, ammet-
tendo senza esame i loro lavori. Che abbiano inteso di fare una
galanteria non c'è dubbio, Io garentiscono i loro nomi, ma innanzi
all'arte certi complimenti fanno più male che bene. Ed io donna
posso parlare s^nza essere tacciata, di partigianeria e posso assi-
curare per prova che nella breve carriera letteraria già percorsa mi
ha fatto assai più bene la critica benevola anziché gli elogi che
sovente sentivo di non meritare. E credo che allora avremo migliori
artisti e scrittori , quando i critici senza riguardi per gli autori,
vorranno giudicare i loro lavori con maggiore imparzialità, la-
sciando da parte le simpatie od antipatie personali.

Goethe disse che l'arte è universale che non ha patria, perchè
vogliamo darle un sesso? Perchè aver due pesi e due misure? Perchè
con l'uno giudicare le donne e con l'altra gli uomini? Innanzi ad
un'opera d'Arie deve tacere il rispetto, la cortesia, o la deferenza
verso chi la produsse ed il giudizio deve essere imparziale per
tutti. Tutti eguali innanzi alla legge, e tutti eguali innanzi all'Arte
che è la legge del bello e del vero!

Ne' concorsi accademici e drammatici gli autori inviano i loro
lavori con un motto, senza nome; sarà forse una utopia, ma mi
pare che, per dignità, gli artisti non dovrebbero firmare le loro
tele se non dopo che spassionatamente la commissione ne avesse
dato il suo giudizio. Ma questa delicatezza non è forse intesa da
tutti, che pur troppo vi sono molti che: « inscienti della bruttura
« della loro opera insistono per esporla , la vedono con soddisfa-
« zione attaccata alla parete di una sala e danno il più sovente
« del malevolo e dell'invidioso all'amico che dice loro con brusca
« franchezza: non mi piace! » È vero! Ma questi non sono artisti,
sono negozianti di tele dipinte e purché raggiungano lo scopo di
ottenere qualche centinaio di lire, poco importa ad essi dell'arte,
della critica, o del giudizio del pubblico colto ed intelligente.

Ma l'artista che non fa il mercante, l'artista che consuma la
sua vita nella ricerca del vero, l'artista che soffre innanzi allo
sconfinato ideale che per lui rappresenta l'Arte , l'artista che sente
in sé quella scintilla divina che è il tormento continuo dell' ani-
ma sua , l'artista che muore senza essere stato mai soddisfatto
dell' opera sua, ha dritto all' elogio che lo sprona al lavoro, ha
dritto alla critica giusta e benevola che gli addita un difetto che
gli è sfuggito e riconoscendo vera la osservazione, se ne sentirà
 
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