entra nella Esposizione, e vi si pavoneggia a lato della
robusta creazione d' un ingegno robusto.
Passano i giorni: il buon quadro è premiato e ven-
duto. L' altro invece torna nello studio di chi lo ha fatto.
Da quel momento ecco un altro genio incompreso, ecco
un altro che si scaglia contro il favoritismo e la perse-
cuzione, ecco un altro pronto a lanciare la pietra con-
tro i maestri, contro quegli stessi che per debolezza ami-
chevole lo illusero.
Se il suo quadro fosse stato rifiutato da bel principio,
forse egli si sarebbe rimesso al lavoro con ardore, forse
nel nuovo anno avrebbe presa la sua rivincita. Potevano
farlo diventare qualche cosa, lo hanno invece distrutto.
Ecco dunque la prima, credo anzi la più potente ra-
gione, che rode lentamente Esposizioni e Promotrici ; la
nessuna severità nella scelta.
Ve ne hanno altre e parecchie a cui accennerò in
seguito. Per oggi basta. A dirle tutte in una volta, met-
terebbero di cattivo umore me che le scrivo, e peggio
ancora chi si è lasciato tentare a leggerle.
Dopo questo principio di sfogo a cui agognavo, con-
fesso, da lungo tempo, ed a cui mi spingeva tanta foga,
da profittare anche di una occasione poco a proposito,
entro a dire due parole della 5 2a Esposizione della So-
cietà di Amatori e Cultori delle Belle Arti di Roma, rim-
piangendo però che lo spazio ed il tempo, non mi ac-
cordino di fermarmici come vorrei.
Ho detto fuori di proposito con intenzione, giacché la
Mostra di quest'anno segna un miglioramento su quelle
degli anni precedenti; benché anche colà, come si osserva
del resto per tutto, gli artisti ormai meritamente cono-
sciuti, non siano rappresentati che in piccolo numero, o
con piccole cose.
Ormai è invalsa 1' abitudine che, come lo scrittore che
ha già una certa coscienza del proprio spirito e delle
proprie qualità, mette soltanto la firma sovra l'albo di
autografi — una delle fissazioni dei nostri saloni aristo-
craticamente letterarii — così l'artista mette alla Promo-
trice uno studio qualunque, tanto perchè non manchi
fra gli altri il suo nome.
A Roma, P;o Joris ha fatto una eccezione, e comin-
cio perciò volentieri da lui. Fuori Porta del Popolo è
{ un quadro di una certa dimensione, ma più ancora di
; una certa importanza e di molto merito. Giusto di colo-
rito, intuonato, fedele all' ambiente, e sopra tutto dise-
gnato bene, attira l'attenzione e la ferma. Fa pensare ed
? osservare, come tutto ciò che è pensiero ed osservazione.
V'ha una tela del Tusquets, Al Bosco, piena di ve-
! rità e di sentimento. Simpatica di linea ed ammirevole
per la disposizione delle figure e l'esecuzione.
; E sempre fra le cose di merito, giacché soltanto di
alcune di quelle lo spazio mi consente di accennare,
\ v'ha uno studio del Fattori, I Fascinai al Pignone;
; un quadro del Baruch, La Pineta di Cast.'l Fusano ;
Una maschera, di Erui.o Eruli, pittura forse più vagheg-
': giata dall' uomo che dall' artista ; Soldati vecchi e Sol-
ì dati nuovi del Laccetti ; Sempre avanti e Can\one di
Amore, della Sindici Stuart, una gentile signora che ha
j un' attività ed un buon volere, non troppo frequenti nel
suo sesso ; Un Crepuscolo del Giou ; Il giorno di S.
\ Pantaleone a Venezia del Lancerotto, un quadro che
< si avvicina alla maniera del Favretto ma che è meno
disegnato e meno finito di quello che il Favretto non
; faccia.
' Nella Scultura nulla di forte, di grande. Molta roba
i( da mensola, punta da piedistallo.
In mezzo di una caterva di busti, di ritratti, di figurine,
mi ha fermato una testa di Giulio Dillens. E un gesso
modellato largamente, a masse, ma con tanta forza, con
tanta verità, con un arte cosi seria e così severa, che vi
\ si leggono tutti i dettagli non accennati.
; Finisco queste poche parole di catalogo, non di rivista,
con una indicazione proprio da catalogo.
La Promotrice di Roma, di quest'anno, conta 208 di-
pinti, 60 sculture e qualche oggetto di industria.
5 Sarà un bel giorno quello in cui ad una Esposizione
Italiana, potremo, addizionando le due cifre, avere un
totale, senza riduzione, di lavori veramente buoni.
In quel giorno, 'persuadiamocene pure, puntigli, pette-
; golezzi, discussioni, piccoli e meschini fuochi di paglia,
, morranno sbiaditi innanzi alla fiamma abbagliante del-
\ 1' arte, che ritorna all' antico splendore.
A-foeriicuccLT
DUE DISEGNI
Pubblichiamo in ultima pagina due disegni cui non Nel prossimo numero poi, ci ripromettiamo di inco-
aggiungeremo parola, giacché bastano le firme per di- ; minciare le riproduzioni delle cose più importanti che
mostrare quanto ci stia a cuore che la parte illustrativa andranno alla imminente Esposizione di Milano, ese-
della nostra Rivista, sia affidata a coloro che l'Arte \ guite per noi dagli stessi artisti,
riconosce già fra i maestri. \
robusta creazione d' un ingegno robusto.
Passano i giorni: il buon quadro è premiato e ven-
duto. L' altro invece torna nello studio di chi lo ha fatto.
Da quel momento ecco un altro genio incompreso, ecco
un altro che si scaglia contro il favoritismo e la perse-
cuzione, ecco un altro pronto a lanciare la pietra con-
tro i maestri, contro quegli stessi che per debolezza ami-
chevole lo illusero.
Se il suo quadro fosse stato rifiutato da bel principio,
forse egli si sarebbe rimesso al lavoro con ardore, forse
nel nuovo anno avrebbe presa la sua rivincita. Potevano
farlo diventare qualche cosa, lo hanno invece distrutto.
Ecco dunque la prima, credo anzi la più potente ra-
gione, che rode lentamente Esposizioni e Promotrici ; la
nessuna severità nella scelta.
Ve ne hanno altre e parecchie a cui accennerò in
seguito. Per oggi basta. A dirle tutte in una volta, met-
terebbero di cattivo umore me che le scrivo, e peggio
ancora chi si è lasciato tentare a leggerle.
Dopo questo principio di sfogo a cui agognavo, con-
fesso, da lungo tempo, ed a cui mi spingeva tanta foga,
da profittare anche di una occasione poco a proposito,
entro a dire due parole della 5 2a Esposizione della So-
cietà di Amatori e Cultori delle Belle Arti di Roma, rim-
piangendo però che lo spazio ed il tempo, non mi ac-
cordino di fermarmici come vorrei.
Ho detto fuori di proposito con intenzione, giacché la
Mostra di quest'anno segna un miglioramento su quelle
degli anni precedenti; benché anche colà, come si osserva
del resto per tutto, gli artisti ormai meritamente cono-
sciuti, non siano rappresentati che in piccolo numero, o
con piccole cose.
Ormai è invalsa 1' abitudine che, come lo scrittore che
ha già una certa coscienza del proprio spirito e delle
proprie qualità, mette soltanto la firma sovra l'albo di
autografi — una delle fissazioni dei nostri saloni aristo-
craticamente letterarii — così l'artista mette alla Promo-
trice uno studio qualunque, tanto perchè non manchi
fra gli altri il suo nome.
A Roma, P;o Joris ha fatto una eccezione, e comin-
cio perciò volentieri da lui. Fuori Porta del Popolo è
{ un quadro di una certa dimensione, ma più ancora di
; una certa importanza e di molto merito. Giusto di colo-
rito, intuonato, fedele all' ambiente, e sopra tutto dise-
gnato bene, attira l'attenzione e la ferma. Fa pensare ed
? osservare, come tutto ciò che è pensiero ed osservazione.
V'ha una tela del Tusquets, Al Bosco, piena di ve-
! rità e di sentimento. Simpatica di linea ed ammirevole
per la disposizione delle figure e l'esecuzione.
; E sempre fra le cose di merito, giacché soltanto di
alcune di quelle lo spazio mi consente di accennare,
\ v'ha uno studio del Fattori, I Fascinai al Pignone;
; un quadro del Baruch, La Pineta di Cast.'l Fusano ;
Una maschera, di Erui.o Eruli, pittura forse più vagheg-
': giata dall' uomo che dall' artista ; Soldati vecchi e Sol-
ì dati nuovi del Laccetti ; Sempre avanti e Can\one di
Amore, della Sindici Stuart, una gentile signora che ha
j un' attività ed un buon volere, non troppo frequenti nel
suo sesso ; Un Crepuscolo del Giou ; Il giorno di S.
\ Pantaleone a Venezia del Lancerotto, un quadro che
< si avvicina alla maniera del Favretto ma che è meno
disegnato e meno finito di quello che il Favretto non
; faccia.
' Nella Scultura nulla di forte, di grande. Molta roba
i( da mensola, punta da piedistallo.
In mezzo di una caterva di busti, di ritratti, di figurine,
mi ha fermato una testa di Giulio Dillens. E un gesso
modellato largamente, a masse, ma con tanta forza, con
tanta verità, con un arte cosi seria e così severa, che vi
\ si leggono tutti i dettagli non accennati.
; Finisco queste poche parole di catalogo, non di rivista,
con una indicazione proprio da catalogo.
La Promotrice di Roma, di quest'anno, conta 208 di-
pinti, 60 sculture e qualche oggetto di industria.
5 Sarà un bel giorno quello in cui ad una Esposizione
Italiana, potremo, addizionando le due cifre, avere un
totale, senza riduzione, di lavori veramente buoni.
In quel giorno, 'persuadiamocene pure, puntigli, pette-
; golezzi, discussioni, piccoli e meschini fuochi di paglia,
, morranno sbiaditi innanzi alla fiamma abbagliante del-
\ 1' arte, che ritorna all' antico splendore.
A-foeriicuccLT
DUE DISEGNI
Pubblichiamo in ultima pagina due disegni cui non Nel prossimo numero poi, ci ripromettiamo di inco-
aggiungeremo parola, giacché bastano le firme per di- ; minciare le riproduzioni delle cose più importanti che
mostrare quanto ci stia a cuore che la parte illustrativa andranno alla imminente Esposizione di Milano, ese-
della nostra Rivista, sia affidata a coloro che l'Arte \ guite per noi dagli stessi artisti,
riconosce già fra i maestri. \