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Pompei: rivista ill. di archeologia popolare e industriale e d'arte — 1.1881/​82

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Salazaro, Demetrio: Sull' architettura classica e quella del medi Evo, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.5959#0057

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addobbati con tutta la immaginabile magnificenza e son-
tuosità. In quanto alle forme architettoniche di queste
pagode sotterranee, eh' erano sostenute da gigantesche
file d' elefanti di granito, lo stile è sempre lo stesso, e
solo varia nello sviluppo dell' edifizio, che è piramidale.
Esso si eleva a piani con lati verticali, i quali davano
adito all' uno ed all' altro piano, ed erano una specie
di tetto che al punto culminante finiva a cupola. E in
quel recinto che risiede il Dio ignoto degl' indiani, il
mistero impenetrabile, 1' essere invisibile, supremo, infi-
nito, Brama, a cui nulla sfugge!

Questi tratti fondamentali dell'architettura indiana mo-
strano la bizzarra fantasia di quel popolo. Gl'indiani si
distinsero altresì negli edifizi pubblici e negli edifizi pri-
vati. Le loro epopee descrivono minutamente i sontuosi
palagi dell' antica città di Ayudhya; si osservano tuttora
le immense rovine della contrada dell' odierno Oude. La
Cina ebbe, come l'India, ugual forma nel costruire i
suoi tempi, abbenchè s'ignorasse come e donde entrò
1' arte in quelle lontane contrade in cui questa e le let-
tere furono il privilegio di pochi.

Dalla pagoda più immemorabile dell' Indostan e della
Cina, alla basilica del medio evo, l'architettura è stata
la grande scrittura del genere umano. Ogni civiltà inco-
mincia con la teocrazia e finisce con la democrazia. I
primi monumenti furono massi che il ferro non ha mai
toccati.

L'architettura incominciò come ogni scrittura; si pian-
tava una colonna, un obelisco, una pietra, ed era una
lettera, e ciascuna lettera un geroglifico su cui si svol-
geva un gruppo d'idee, come il capitello sulla colonna.
Cosi fecero tutti i popoli che incominciarono a pensare.
E scritta nell'architettura questa legge della libertà suc-
cedente all'unità.

11 libro granitico in cui è espresso il pensiero dei pri-
mi popoli, incominciò in Oriente e fini nell'Occidente,
quando furono scritte le ultime pagine sulle basiliche
cristiane.

, L'architettura fu l'arte sociale, l'arte collettiva, l'arte
dominante. Neil' antichità chiunque si sentiva poeta si
faceva architetto.

Avendo noi fatto cenno dell'architettura egiziana, oc-
corre ora parlare di ciò che l'arte'del costruire ha pro-
dotto di più straordinario, in quanto a dimensioni, sin-
golarità delle parti e solidità nell' insieme, presso quei
popoli. Essa incominciò ad avere una significazione più
chiara e più precisa solamente in Egitto.

Della sua primitiva floridezza, della sua civiltà sin-
golare relativamente ai tempi, della grande importanza
dei suoi monumenti, abbiamo notizia non solo nella
Bibbia ma ancora negli scrittori greci e romani.

| Quel paese meraviglioso, circondato dal Nilo, è co-

> perto da numerosi e colossali monumenti. Essi sono i

> libri della loro storia, scritti con caratteri giganteschi,

> di cui la scrittura spiega i simboli, ed il significato del-
l' arte egiziana. Quest' arte è impressa sui templi, sui
palagi e sui sepolcri.

Quei di Tebe, nell'alto Egitto, primeggiano per sontuo-
sità , perchè quella città fu sede di potenti dominatori. I
monumenti noti degli egiziani, offrono il più sicuro e
precipuo carattere dello stile architettonico ch'era in fiore
; nei migliori momenti della loro civiltà. Non è possibile

> distinguere lo stile ed il progresso di quelle opere di
ì arte, stante che le antiche e le posteriori, più copiose,
| si rassomigliano; imperocché, secondo Platone, lo stato
: delle leggi in Egitto proibiva agli artisti d'introdurvi
j novità di sorta. Lo stile nell' arte nazionale fu mante-

> nuto in ogni tempo nella sua interezza.

Le arti in Egitto, come da pertutto, ebbero una stretta
! attinenza ; sicché camminarono di pari passo scultura
! ed architettura. Non vi furono in Egitto ordini archi-
| tettonici prestabiliti e regole invariabili nelle proporzioni

> degli edifizi, e solo gli egiziani si attennero ad una for-
! ma costante e tradizionale, nonostante le dominazioni
: straniere dei Persi, dei Greci e dei Romani. L'Egitto si
ì trasformò sotto il cristianesimo, quando regnava Teo-
| dosio, che, con suo editto, aboliva l'antica sua religione.

Così oggi si ammirano in quel paese tanti avanzi ar-
; chitettonici , che formano costantemente 1' oggetto degli
ì studiosi stranieri.

L'istoria dell' arte egiziana è divisa in quattro prin-
| cipali periodi, dalla primitiva dinastia fino al tempo
! dell' impero romano.

; L' arte del costruire , che esige molte conoscenze di
» principi scientifici d' un ordine elevato, e per la quale
ì occorre uno studio lungo ed incessante, sembra avere
; in Egitto raggiunta una perfezione grande, quando si
; mette in relazione con la coltura generale del paese
: poco in armonia con gli altri studi.

I materiali adoperati da quei popoli sono più nobili e
numerosi, che non furono in Persia e nell' India.

II granito, 1' alabastro, il marmo, il bronzo erano in
uso per l'innalzamento degli edifizi egiziani.

Le colonne s'incominciarono a vedere nei più anti-
chi monumenti solo nell' interno delle sale, intorno alle
quali costruivano i portici con forme gravi ed austere.

Questi monumenti servivano ad esprimere la tradi-
zione primitiva : il simbolo avea bisogno d' allargarsi
nell'edilìzio. L'architettura allora sviluppandosi col pen-
siero umano , diveniva gigante con le mille braccia, e
fissava sotto una forma esterna, visibile, palpabile, tutto
questo ondeggiante simbolismo.
 
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