TAVOLA I. N. 4.
Le Ore, o le Vittorie in lavoro di fusoria (*) .
■»♦ 1 o eoe *
Non meno che nelle due antecedenti figure, la privazione d* ogni
simbolo potrebbe farci sospend ere qualunque giudizio sul significato di questo
curioso e forse unico simulacro j ripetuto in tre apografi diversi fra i bron-
zi che abbiamo raccolto. ^
Il Gori vedendole alate se ne sarebbe subito spacciato con le sue ge -
messe ; ma egli era Preposto del Eattisterio di S. Giovanni, ed anche
senza il lume di facola avea più di altri facoltà di battezzare . A noi
piace di seguire in parte le profonde riflessioni dei gran Visconti, e tan-
to più che al nostro proposito niuna cosa vi fa opposizione . Le Ore dun
que pensiamo noi che vi sieno rappresentate, per le quali gli Antichi j
e lino a' giorni de' più remoti Poeti, intesero comunemente le Stagioni
non le Ore che dividono il giorno, le quali sebbene come altrettante Dee
si noverino dal Panopolita (l) , non si sa che sieno inai espresse in alcun
lavoro dell' arte antica .
Sono varie le opinioni della loro genealogìa presso i classici incomin-
ciando da Omero ed Esiodo, e che si possono veder noverate dal dotto
Heyne nel suo Apollodoro (2) , ma le più antiche tradizioni si debbon
creder quelle seguite da Esiodo , che le dice figliuole di Giove e di Te-
mide (3), o della sola Notte (4) , e da Omero che può vedersi ne' suoi
(*) 1. Decimetro e 5o. Millimetri.
(1) Byonis. XII. XVII.
(2) Obser. pag. 12.
(3) Theog. 9o3.
(4) Ver. 217.
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Le Ore, o le Vittorie in lavoro di fusoria (*) .
■»♦ 1 o eoe *
Non meno che nelle due antecedenti figure, la privazione d* ogni
simbolo potrebbe farci sospend ere qualunque giudizio sul significato di questo
curioso e forse unico simulacro j ripetuto in tre apografi diversi fra i bron-
zi che abbiamo raccolto. ^
Il Gori vedendole alate se ne sarebbe subito spacciato con le sue ge -
messe ; ma egli era Preposto del Eattisterio di S. Giovanni, ed anche
senza il lume di facola avea più di altri facoltà di battezzare . A noi
piace di seguire in parte le profonde riflessioni dei gran Visconti, e tan-
to più che al nostro proposito niuna cosa vi fa opposizione . Le Ore dun
que pensiamo noi che vi sieno rappresentate, per le quali gli Antichi j
e lino a' giorni de' più remoti Poeti, intesero comunemente le Stagioni
non le Ore che dividono il giorno, le quali sebbene come altrettante Dee
si noverino dal Panopolita (l) , non si sa che sieno inai espresse in alcun
lavoro dell' arte antica .
Sono varie le opinioni della loro genealogìa presso i classici incomin-
ciando da Omero ed Esiodo, e che si possono veder noverate dal dotto
Heyne nel suo Apollodoro (2) , ma le più antiche tradizioni si debbon
creder quelle seguite da Esiodo , che le dice figliuole di Giove e di Te-
mide (3), o della sola Notte (4) , e da Omero che può vedersi ne' suoi
(*) 1. Decimetro e 5o. Millimetri.
(1) Byonis. XII. XVII.
(2) Obser. pag. 12.
(3) Theog. 9o3.
(4) Ver. 217.
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