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TAVOLA I. N. 9.

Mostro Marino in lavoro rotondo di fusoria (*)

Anche i meno istruiti nella storia dell" arte presso gli antichi^ non
possono ignorare , come eglino con assai buona intelligenza ornarono le
opere loro, ogni sacra, pubblica e privata decorazione di que' mostri im-
maginar} composti di due nature 3 umana e brutale cioè ., che non esisto-
no , ma che seppe immaginare la semplice fantasìa de' Poeti antichissimi 3
e che ne popolò 1' aere 3 la terra 3 il mare, e l'inferno . All'invenzione
ed introduzione di questi esseri chimerici ed ideali semplicemente , molto
contribuì quella brillante mitologia Orientale Asiatica, e Greca 3 che in
Italia prese gran voga nelle scuole di disegno , non meno che le tradi-
zioni antichissime allignate e radicate fra Popoli . Di tali bizzarrìe era
ornato il carro Etrusco Perugino, non meno che di animali veri e realij
e di cui ommettiamo di ragionare.

Si potrebbe essere in dubbio con qual nome chiamare questo mostro
marino , di cui ne abbiamo raccolti due apografi similissimi ., e forse ad
alcuni sulle traccie di qualche monumento e di qualche espositore piace-
rebbe chiamarlo una Sirena.

Noi crediamo che vi possa essere rappresentata la celebre Scilla, che
le antiche tradizioni Sicule personificarono per metà j riducendola alla
sembianza di mostro marino semifemineo, detto perciò da Licofrone nella
Cassandra (1) ^q7tci^svoì semivergine,. Dell' origine poi di questo mostro j

(*) Alto un decimetro e lungo due decimetri.
(1) Ver. 669.
 
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