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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 25.1922

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Fasc. 2
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Venturi, Adolfo: Del quadro attribuito a Bono da Ferrara nella Galleria Nazionale di Londra
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https://doi.org/10.11588/diglit.17342#0131

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Del quadro attribuito a Bono da Ferrara

nella Galleria Nazionale di Londra

Nella Galleria Nazionale di Londra è esposto un notissimo quadro raffigurante San
Girolamo, firmato, sopra un cartellino (fig. i), « BONVS. FÈRARIENSIS PISANI.
DISIPVLVS ».

Falsi sono i caratteri, malsicura è la distribuzione del loro spazio, e gli errori orto-
grafici, appaiono assai strani in opera di artista vissuto alla corte umanistica di Fer-
rara. Basti osservare l'ingrandimento fotografico della iscrizione, per accorgerci della
nessuna determinatezza delle lettere, della mancanza dèli'equilibrio quattrocentesco
nei chiari e negli scuri, nei segni sottili e nei grossi, nelle verticali non dritte e non
parallele. Come in altre rappresentazioni di San Girolamo nello studio (fig. 2), consuete
nel Quattrocento, derivate di Fiandra, sono intorno a lui codici e rotuli; così, in
questo quadro, ai piedi del Santo, sono libri, tre chiusi e uno aperto, due strisce di
carta avvoltolate e una aperta. Su questa, uno dei tanti falsari d'iscrizioni tracciò l'epi-
grafe, facendo onore a Bono ferrarese della pittura di San Girolamo; e la falsificazione do-
vette avvenire tardi, forse agli inizi della quadreria Costabili, raccolta con l'intento di
vedervi rappresentati tutti i maestri ferraresi. Il Laderchi, nel catalogo di quella galleria
(p. 30, n. ,54), descrisse il quadro ora a Londra, che poi da tutti, per quella iscrizione
falsa, fu assegnato a Bono scolaro del Pisano. Inutile sarebbe cercare, nella sola opera
di Bono, con iscrizione autentica, nel San Cristoforo, cioè, della Cappella degli Ere-
mitani a Padova, ricordi pisanelliani, tranne quello dei cervi pascolanti nei prati del fondo,
deboli macchiette: le figure sono evidente derivazione da Piero, per lo squadro, come per
il tono bianchiccio delle carni: persino le dita dalle nocche rigonfie e trasparenti contraf-
fanno, esagerandola, una caratteristica del pittore di Borgosansepolcro, e pierfrance-
scano è il paese, con piccoli rialzi pezzati: la prospettiva incerta lascia pur sempre tra-
sparire la devozione ai modelli di Piero. Strana cosa sarebbe un mutamento così asso-
luto di stile in artista che, nel San Girolamo di Londra, a lui assegnato per la firma falsa,
appare così schiettamente pisanelliano da rasentar molto da vicino il Pisanello stesso; e,
soggiungeremo, così superiore di qualità all'affresco padovano. Basterebbe, a dimostrarci
la differenza incalcolabile fra le due opere, il confronto fra l'atteggiamento forzato e
sbilanciato del San Cristoforo, e quello del San Girolamo, così spontaneo e facile nel suo
meditabondo abbandono, e così spontaneamente seguito dal morbido volger dei panneggi
intorno alle membra poderose. E i piedi attrappiti del gigante come potrebbero esser opera
dello stesso artista, che spiega tanta scienza dell'interna struttura, tanta sicurezza d'os-
servazione, nel disegnare il nudo piede venato di Girolamo? Gli occhi a fior di cute di
Cristoforo e del giovane pescatore che l'accompagna sull'opposta riva del fiume, non certo
ricordano l'occhio di smalto, così ben incassato nell'orbita e così profondo di sguardo, del
Santo monaco, nè la bocca dalle grosse labbra molli richiama il disegno incisivo e ar-
cuato, e schiettamente pisanelliano, delle socchiuse labbra dell'Eremita. Le stoffe di Bono,
a Padova, sono ossee, con piccole crespe, 0 sottili pieghe serpentine, mentre le altre del
cosidetto Bono di Londra sono di grossa felpa, morbide e grevi, con pieghe larghe e
lente. Non un particolare concorda: gli alberi-cespuglio di Bono, raccolti in massa, sono,

L'Arte. XXV, 14.
 
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