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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 1
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Bouchot, Henri: I primitivi francesi "L'Ouvraige de Lombardie"
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0074

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1 « PRIMITIVI» FRANCESI

3i

Se spingiamo più oltre il confronto, converrà riconoscere che nelle Heures di Chantilly
la miniatura del mese di gennaio col duca di Berry seduto a tavola fra i suoi uffiziali,
vestiti appunto com’è il preteso Rolin nella Vergine d'Autun del Louvre, con la mede-
sima acconciatura del capo, con le medesime stoffe dei vestiti, danno alquanto da pensare.

L’esecuzione del dipinto, la fattura meticolosa nella riproduzione degli accessori, delle
stoffe, dei pannilini, e persino di un certo cestello di vimini, la preocupazione talvolta me-
schina di non dimenticare nulla, sono appunto caratteristiche anche nel quadro del Louvre,
nella Vergine col certosino e nel Canonico van de Paele. Le note degli inventari mi sono
sospette; tanto meno ho fiducia in iscrizioni recate dalle cornici, quale è quella del Canonico
van de Paele: esse poterono svanire, essere poi ripassate, rifatte, ampliate con date e con
notizie, con lodi degli artisti. A vero dire, talvolta l’iscrizione è troppo eloquente: i pittori
d’un tempo avevano maggior discrezione.

Mi si dirà che cerco di distruggere senza ricostruire. Ma è forse necessario di rico-
struire? Quelle opere meravigliose, checché se ne possa dire, furono eseguite sotto l’ispi-
razione di pittori francesi, miste di un sentore di « ouvraige de Lombardie»; esse derivano
dalla diretta influenza del duca di Berry e della nostra iconografìa. In quanto al paesaggio
nulla a noi poterono rivelare i van Eyck, poiché ad essi certamente non sono dovuti i
quadri sopra menzionati che pur contengono paesag'gi notevolissimi.

Io insisto su Jacques Céne come autore di quelle opere. Quanto noi sappiamo intorno
a questo artista ha ben altra precisione dei racconti leggendari sui van Eyck. Forse che il
Durrieu non ha pur di recente dimostrato che la firma di van Eyck in un quadro della
collezione del duca di Devonshire è una impudente falsificazione ? 1 E ben altre falsificazioni
vi sono! Jacques Céne era di certo un grande artista, un maestro, prima del 1399; egli
dimorò in Italia, lavorò per il duca di Berry in una bottega parigina ; dimenticato poi, misco-
nosciuto, conviene ora ricercarlo negli archivi.

E ancora voglio insistere fortemente sopra una certa minutissima particolarità: il minia-
tore del calendario delle Très riches Heures amava dipingere delle gazze; e anche nel quadro
della Vergine d'Autun si vedono dipinti tali uccelli. Forse qualche giorno esporrò le ragioni
che mi fanno pensare all’opera di Jacques Còne dinnanzi al ripetersi di queste gazze: per ora
non sono ancora ben certo di questa singolare maniera di firmare, ma desidero di segna-
larla per primo.2

Quando la storia dei van Eyck sarà stata liberata da tutte le posteriori interpolazioni,
quando la cronica artistica delle Fiandre sarà stata convenientemente purgata di tutte le
fiabe che ne costituiscono il fondo, forse il cittadino di Bruges, parigino e lombardo, Jac-
ques Coéne o Còne, ci si rivelerà come un collaboratore dell 'Agnello mistico, di quel sin-
golare mosaico di maniere, di tecniche e d’intendimenti diversi. Non bisogna dimenticare
ch’egli erasi recato a Milano non soltanto per edificarvi il duomo, ma anche per decorarlo
di pitture; egli è un pittore che merita di esser meglio conosciuto: la sua biografia ci può
procurare, lo spero, qualche sorpresa.

L’ « ouvraige de Lombardie » indicato in più luoghi degli inventari del duca di Berry,
e specialmente a proposito del Giuseppe che sì magistralmente fu ultimato dal Fouquet
(opera della quale il signor Yates Thomson ha ritrovato non è gran tempo il secondo vo-
lume), 1’ « ouvraige de Lombardie » è quello stile particolare che fu elaborato a Parigi nelle
botteghe di Raponda e di Pietro da Verona mediante il commercio costante di costoro con * 2

P. Durrieu, Communicahon à la Société des an- noscritto miniato dal Còne: attendiamo con vivo in-
tiquaires de Paris, 26 settembre 1902. teressamento le sue conclusioni.

2 II conte Durrieu crede di aver scoperto un ma-
 
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