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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0114

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BIBLIOGRAFIA

7*

che manifesta influssi gotico-tedeschi, e notevoli affreschi di
autore tedesco dei primi del Cinquecento, poi una pala del
Naurizio del 1594 e altre opere posteriori. Altra chiesa fu
quella di Santa Maria di Baselga, ricordata in un documeuto
del 1253, ma appartenente, quale si vede oggi, al secolo xvi
e ai susseguenti. Essa pure contiene, fra altre cose di mi-
nore importanza, una bella pala del Naurizio con la data
del 1595. Il G. dà notizie e descrizioni accurate di ambedue
le chiese.

17. Gersrach (E.), L’art au coment San Giusto
alle Mura à Florence (Rev. de Vart dir., 47e a., pa-
gine 356-376, fig.; Lille, 1904).

DeH’edifìcio di quel convento, distrutto nel 1529, nulla
più resta, fuorché la descrizione del Vasari e i documenti
degli archivi. I Gesuati furono maestri di vetreria, e molte ve-
trate dipinte, a Firenze ed altrove, si indicano come opere
della loro officina, nella quale ebbero valenti disegnatori quali
il Granacci e il Montorsoli ; furono fabbricanti di colori, e
rinomati specialmeate per l’azzurro oltremarino; alcuni di
loro furono anche artisti, ma rimasero poco noti. Ma a la-
vorare nel convento chiamarono illustri artisti, quali Ghe-
rardo, Benedetto da Maiano, il Ghirlandaio, il Perugino,
Andrea del Sarto, dei quali alcune opere fatte nel convento,
ancora si conservano a Firenze.

18. Helbig (Jules), L’exposition d’ari ancien à
Si e nne (Rev. de l’art chretien, XLYII a., p. 261-278;
con figure e tavole) Lille, 1904.

19 Hymans (H ), Gami et Tournai. Paris, Laurens,
1904, in-8° grande, pag. 168.

Questo libro della collezione Les villes d’art celebres, è con-
sacrato ad illustrare le bellezze naturali ed artistiche delle
due celebri città. Il volume è ricco di illustrazioni, per mezzo
delle quali il lettore dietro la guida delle notizie storiche
può farsi una giusta idea della fisonomia tipica di quelle città,
dei loro principali monumenti architettonici, e delle opere
di scultura e di pittura che esse racchiudono.

20. Langton Douglas. — The exhibition of Early
Art in Siena (Nineteenth Century, XIX-XX, pagine
756-771; London 1904)

21 Léger (Louis), Moscou. Paris, Laurens, 1904,
4° fig. ( Villes d’art celebres).

Mosca e stato il centro più originale e più importante
dell’arte russa; e quindi, descrivendone i monumenti, l’A., che
ne ha cognizione diretta, viene anche a dare un riassunto
generale su l’origine, le diverse fasi e l’indole di quell’arte.

22. Lupi (Clemente), L’arte senese a Pisa (Arte
antica senese, pag. 355-425, Siena, 1904).

L’A. ha dato in questo articolo « un compendio di ciò
che su gli artisti e poche opere senesi in Pisa, è stato scritto
in parecchi opuscoli, commentari e volumi, aggiungendo
qualche notizia intorno a certi maestri di pietre meno noti e
qualche documento » inedito. Lo scritto è diviso in due parti :
nella prima sono più specialmente le notizie degli artisti ; la
seconda è un elenco descrittivo delle opere.

23. Malaguzzi Valeri (Fr.), La Rinascenza arti-

stica sul lago di Como. (Emporium novembre, 1904,
35 illustr.).

Rivista delle principali opere d’arte comasca, e illustrazione
eli esse.

24. Massara (Antonio), L’iconografia di Maria Ver-
gine nell'artenovar., Novara, Miglio, i9o4,8°fig.,pag.79.

Quest’opuscolo è il « Catalogo delle opere artistiche della
diocesi di Novara rappresentate all’ Esposizione internazionale
Mariana in Roma nel Palazzo Lateranense (1904-5) prece-
duto da una introduzione », che è un accurato studio storico-
iconografico. Il catalogo, con 227 numeri, è pur esso di non
lieve importanza, specialmente per molte opere poco note che
vi si registrano. Un altro simile studio ha pubblicato sepa-
ratamente il Massara col titolo: La Madonna nella tradizione
e nell’arte novarese (Bosa, 1904).

25. Marinelli (L.), Le Rocche d’Imola e di Forlì.
(Emporium, settembre-ottobre 1904; fig.).

Descrizione dei due monumenti ed esame di essi dal punto
di vista della storia della fortificazione.

26. M. L. Monografia storica della chiesa dì San
Bassiano a Lodivecchio. (Archivio star, del circondario
di Lodi, anno XXIII, pag, 21-37, 57-90, 107-120 ; 1904).

La basilica, secondo la tradizione, fu consacrata dal ve-
scovo Bassiano nel 380, ma l’attuale chiesa non conserva
nulla della costruzione primitiva, benché sia da ritenersi fatta
sullo stesso posto. Una prima ricostruzione ebbe luogo tra
il secolo ix e x, e una seconda nel secolo xvi, usufruendosi
soltanto di quelle parti dell’antecedente edificio che erano
staticamente in buona condizione, e rifacendola facciata quale
si vede oggi; un restauro fu eseguito nel 1829-30, e infine
nuovi restauri, ancora in corso, furono decretati nel 1899. IVh
le principali vicende, secondo l’A., che ne dà particolareg-
giata descrizione, confutando le opinioni del Santambrogio
circa l’epoca della prima ricostruzione.

27. Moschetti (A.), La Cappella degli Scrovegni e gli
affreschi di Giotto in essa dipìnti. Firenze, Abitari, 1904.

L’A. esamina prima la questione architettonica e viene
alla conclusione che la cappella dell’Arena fu costruita tra il
giorno dell’Annunciazione del 1 303 e quello del 1305, su di-
segni di Fra Giovanni, che diresse la costruzione dell’attigua
chiesa degli Eremitani. Passando ad esaminare le sculture, toglie
a Giovanni Pisano la statua giacente di Enrico Scrovegni, ma
gli dà la statua in piedi dello Scrovegni e la Vergine col Bam-
bino tra due angeli, posti sull’alto del monumento di Enrico.
Nella decorazione pittorica distingue tre mani: a Giotto at-
tribuisce tutte le pitture della nave meno un piccolo quadro
al disopra dell’altare, a destra dell’arco; a Bernardo Gaddi —
come una delle sue opere primitive — il quadro sopraindicato
e gli affreschi delle pareti della tribuna : a Giusto de’ Me-
nabuoi due Madonne lattanti in due nicchie dell’abside.
Infine, pone la venuta di Giotto a Padova sullo scorcio
del 1304 e lo fa rimanere fino al principio del 1305. E
lavoro notevole per la serenità e oggettività con la quale
lo scrittore ha esaminato i vari problemi che gli si presen-
tavano e per la felicità delle induzioni basate sempre su fatti
e scaturite da questi.
 
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