DOI Heft:
Fasc. 2
DOI Artikel:D'Ancona, Paolo: Gli affreschi del Castello di Manta nel Saluzzese
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0140
GLI AFFRESCHI DEL CASTELLO DI MANTA NEL SALUZZESE
97
Quando avremo ricordate le tre finestre a profondi sguanci che si aprono nella parete
di mezzogiorno, le due piccole porte negli angoli del muro di fronte e la nicchia con la
Vergine e i Santi, ove prima doveva essere il trono, avremo detto quanto colpisce Tocchio al
primo entrare in quest’aula baronale.
Le figure rappresentanti nove eroi e nove eroine dell’antichità posano sopra un prato
fiorito di un bel verde carico, e sono una dall’altra separate da sottili alberelli colmi di frutta,
i cui rami, intersecandosi in alto, danno idea di un lungo pergolato. A ciascun albero è
appeso uno scudo con imprese svariate, peculiari ai cavalieri e alle dame. Apre la serie
Sala della Manta. Le nove Eroine
(Fotografia Berardo)
Ettore Troiano raffigurato, vuoisi, sotto le sembianze di Valerano il Biondo e rimpetto
gli stava la figura di Pantesilea, l’ultima delle dame, di cui oggi non scorgesi che qualche
lembo di veste, dipinta secondo la tradizione, in figura di Clemenzia Provana, moglie di
Valerano.
Quelle maschili sono caratteristiche figure di augusti vegliardi dalle lunghe barbe bianche
e di giovani guerrieri nel fior dell’età. Molti han sul capo corone gemmate, e posseggono come
simbolo di potenza e d’impero una piccola sfera. Tutti sono muniti di armi; spadoni, picche
e pugnali. Le vesti sono ricchissime: giacche, farsetti, lunghi manti e pellegrine nascondono
le pesanti corazze di cui scorgesi sol qualche lembo. Sfarzosi addirittura sono i costumi delle
dame a fiorami di vario disegno e colore e fermati sul petto con borchie gemmate. Nè meno
vaga e preziosa l’acconciatura del capo, sormontato da cappelli a ombrello, a tricorno e a
ghirlanda. Anche le dame, al pari dei cavalieri sono munite di armi, meno una che è intenta
L'Arte. Vili, 13.
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Quando avremo ricordate le tre finestre a profondi sguanci che si aprono nella parete
di mezzogiorno, le due piccole porte negli angoli del muro di fronte e la nicchia con la
Vergine e i Santi, ove prima doveva essere il trono, avremo detto quanto colpisce Tocchio al
primo entrare in quest’aula baronale.
Le figure rappresentanti nove eroi e nove eroine dell’antichità posano sopra un prato
fiorito di un bel verde carico, e sono una dall’altra separate da sottili alberelli colmi di frutta,
i cui rami, intersecandosi in alto, danno idea di un lungo pergolato. A ciascun albero è
appeso uno scudo con imprese svariate, peculiari ai cavalieri e alle dame. Apre la serie
Sala della Manta. Le nove Eroine
(Fotografia Berardo)
Ettore Troiano raffigurato, vuoisi, sotto le sembianze di Valerano il Biondo e rimpetto
gli stava la figura di Pantesilea, l’ultima delle dame, di cui oggi non scorgesi che qualche
lembo di veste, dipinta secondo la tradizione, in figura di Clemenzia Provana, moglie di
Valerano.
Quelle maschili sono caratteristiche figure di augusti vegliardi dalle lunghe barbe bianche
e di giovani guerrieri nel fior dell’età. Molti han sul capo corone gemmate, e posseggono come
simbolo di potenza e d’impero una piccola sfera. Tutti sono muniti di armi; spadoni, picche
e pugnali. Le vesti sono ricchissime: giacche, farsetti, lunghi manti e pellegrine nascondono
le pesanti corazze di cui scorgesi sol qualche lembo. Sfarzosi addirittura sono i costumi delle
dame a fiorami di vario disegno e colore e fermati sul petto con borchie gemmate. Nè meno
vaga e preziosa l’acconciatura del capo, sormontato da cappelli a ombrello, a tricorno e a
ghirlanda. Anche le dame, al pari dei cavalieri sono munite di armi, meno una che è intenta
L'Arte. Vili, 13.