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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 2
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D'Ancona, Paolo: Gli affreschi del Castello di Manta nel Saluzzese
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PAOLO D ANCONA

antiche pitture di battaglie, di caccie e di paladini accompagnate da versi francesi e italiani
e motti di cavalleria. 1 Questo ciclo aulico mantennesi in onore nel Saluzzese per tutto il
XV secolo; e vi contribuì certo l’indole bellicosa dei signori dominanti. E così quando verso
il 1495 il marchese Lodovico condusse all’avito castello una giovine sposa, usa alle cortesie
ed al lusso di Francia, pensò di adornarlo con qualche magnificenza, e prescelse pitture di
armi e macchine di guerra fra torri, padiglioni e bertesche. Ma al posto d’onore sulla mu-
raglia rivolta a mezzogiorno, fece rappresentare un milite a cavallo di proporzione colos-
sale, coperto di ferro ed armato di tutto punto. 2 Era quello il genio tutelare del luogo !
Sulla facciata dell’antico palazzo Vacca erano effigiate grandi figure di imperatori ed eroi
palatini su generosi cavalli, e medaglioni coi ritratti de’ Cesari, più in alto, fra le finestre,
in mezzo a rabeschi. E chiudiamo la breve rassegna ricordando la romanzesca storia della
Bella Maghelona, pittura che diede il nome a tutta la vicina contrada, rappresentata a chiaro-
scuro sulle pareti esterne di un’altra casa, oggi scomparsa. 3

^ ^

Sopra ogni altro monumento pittorico primeggia, anche pel suo stato di conservazione,
il castello di Manta. 4 Esso alla fine del xiv secolo non è più la casa forte degli antichi
cronisti, rammemorata ancora da avanzi di torri e di grosse mura, ma per volere del bastardo
Valerano, che lo riceve in feudo dal padre Tommaso, diviene un ameno luogo di riposo,
una villa di piacevole dimora.

La grande sala baronale, fortunatamente conservata nei rimaneggiamenti posteriori, ha
pianta rettangolare e il maggior lato supera in lunghezza il doppio del minore. 5 La parete
di ponente, che doveva fronteggiare quella del trono, è divisa per metà da un grande camino,
sorretto da semplici lezene liscie, sulla cui fronte vedesi lo stemma dei Saluzzo-Manta, sor-
montato da un’aquila e dalla impresa di famiglia. A lato di questo camino ha principio una
lunga serie di personaggi che termina sulla opposta parete : re, regine, dame e cavalieri in
grandezza naturale e variamente atteggiati. L’altra metà della sala, meno qualche scomparto
guasto da restauri, contiene un grande affresco rappresentante la Fontana di Gioventù. Gli
amori facevan dunque opportuno contrasto alle immagini degli eroi e dei paladini, e allietando
lo sguardo, distraevan la mente dalle armi, dai tornei, dalle battaglie! Il soffitto è a grosse
travate transversali ; e panconcelli nel senso più lungo sorreggono il tavolato che fa palco
a circa cinque metri dal pavimento. I cassettoni hanno tutti un ornato uniforme, cioè un
ramo con foglie e frutti rossi attorno al quale sta attorcigliata una fettuccia recante l’im-
presa leit,6 che è pure sul grande camino. Sino a un’altezza di oltre un metro tutte e quattro
le pareti hanno una specie di basamento con zoccolo con fiorami neri e chiari intercalati su
fondo rosso, a guisa di tappezzeria. Subito sopra, un altro fregio giallastro, che linee rosse
dividono geometricamente in tanti rettangoli, con iscrizioni dichiarative riferentisi ad ogni
singolo personaggio. 7 Nella parte opposta della sala, ove è la Fontana di Gioventù, invece
d’iscrizioni abbiamo un fregio a foglie stilizzate divise da tondi scuri, e questa è la fascia
ornata che gira uniformemente nell’alto tutt’intorno alla stanza, sotto ai mensoloni delle travi.

1 Delfino Muletti, Storia di Saluzzo e de’suoi
marchesi, voi. I, pag. 112, Saluzzo, 1829-1833.

2 Idem, voi. V, pag. 332.

5 Idem, voi. V, pag. 335-336.

4 II castello fu comprato circa il 1815 dal conte
Vittorio Amedeo Radicati di Marmorito, nonno del-
l’attuale proprietario, cav. della Manta, con cui si
estinse la famiglia Saluzzo, ramo Manta.

5 In questa sala non molte decine di anni addietro

da un prete fu posto un allevamento di bachi da seta,

e ciò spiega la scrostatura e i buchi che vedonsi spe-
cialmente nella parte inferiore degli affreschi. Essi fu-
rono con qualche variante riprodotti dal cav. Vacca
nella sala baronale del castello del Valentino, eretto
in Torino in occasione della Esposizione generale
del 1884.

6 Un altro ramo de’ Saluzzo aveva per motto noch
no eh.

7 Per queste iscrizioni, vedi Appendice.
 
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