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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 2
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0165

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12 2

MISCELLANEA

biano presenta con quella del San Marco papa. 1 Le
mani specialmente sono molto simili nei due quadri,
sebbene nella nostra tavola abbiano una maggiore cor-
rettezza di disegno ed una maggiore trasparenza di
colorito nel bianco candidissimo dei guanti. Dalle due
figure spira quasi una stessa aria di famiglia, uno stesso
senso di grandiosità e di grave compunzione.

La forma stretta ed allungata della tavola del San
Fabiano ci fa supporre che essa fosse originariamente
destinata a far parte di un insieme più vasto, forse
di un trittico o di un polittico ; ma la scarsità di no-
tizie intorno alla provenienza dell’opera, che fino a
pochi giorni or sono era resa irriconoscibile per una
densa patina che tutta l’offuscava, non ci permette
per ora di rintracciarne esattamente la storia.

Crediamo tuttavia di non andare molto lungi dal
vero riportando questa tavola a quel periodo nel quale
Melozzo esplicò la sua attività sotto la protezione di
Sisto IV, ed assegnandole una data prossima a quella
del San Sebastiano della Galleria Corsini e di qualche
anno posteriore a quella dei due quadri della chiesa
di San Marco che risalgono al 1476 circa.

_ Pietro D’Achiardi.

Affreschi del Guariento a Bassano. — Sembra
che nel Paradiso del Guariento, rimesso ora alla luce

1 Vedi L’Arte. Fascicolo XI e XII, 1904, pagiua 515.

nella maggior sala del palazzo dei Dogi, la grande idea-
lità medioevale, che cingeva di splendori regali le iconi
dei santi, si elevi e si espanda in un inno glorioso,
prima di cedere il campo all’arte nuova degli allegri
novellatori alla fine del Trecento.

A Venezia il Guariento non apparve come il cam-
pione di un’arte innovatrice; mavì fu, io penso, amato
ed esaltato sopra ogni altro maestro, perchè il suo
spirito non si allontanava dalla grande tradizione del-
l’arte medioevale bizantina ; ma anzi quella tradizione
egli riassumeva e coronava. Davanti alla grande vi-
sione del Paradiso, più che a Giotto, che innegabil-
mente è. il maestro, e al Giudizio universale di Padova,
il pensiero corre ai mosaici del xn secolo: ad esem-
pio, alle absidi di Santa Maria in Trastevere e di
Santa Maria Maggiore a Roma con la incoronazione
della Vergine ; e certe facce, come quelle degli evan-
gelisti, sembrano tolte da antichi codici miniati.

Se passiamo ad esaminare i dipinti già all’Acca-
demia, ed ora degnamente esposti al Museo civico
di Padova, quelle schiere di angeli volanti ci sem-
brano veramente opera di un bizantino della seconda
età d’oro. Gli è che un profondo sentimento religioso
domina l’anima del maestro, che ricerca soprattutto
1’ intensità dell’idea. Basti vedere agli Eremitani 1’ Ecce
homo che ha il capo coperto dal manto. Potente è
l’abbandono del cadavere di Cristo con la testa spro

Guariento: Madonna in trono e Santi. Convento presso San Francesco, Bassano
 
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