BIBL IO GB A FI A
Fig. 3 — Frammento di pluteo del v-vi secolo
Cairo, Museo (Da Strzygowski)
Lato anteriore
Il nuovo libro « Koptische Kunst » contiene un così
gran numero di monumenti, quasi tutti riprodotti in
ottime illustrazioni da formare ormai la fonte princi-
pale per gli studi copti. Lo Strzygowski in una breve
introduzione delinea a grandi tratti lo svolgersi e le
caratteristiche principali di quest’arte. L’ Egitto mostra
nel periodo preellenistico tra i paesi sul mare Me-
diterraneo, l’arte nazionale più fortemente caratteristica.
Dopo Alessandro il Grande, la Grecia vi si stabilì fer-
mamente, sul Delta con Alessandria e nell’alto Egitto
con Ptolemais. Al tempo di Vespasiano c’erano sei
milioni e mezzo di egiziani, un milione di Ebrei e sol-
tanto un mezzo milione di Greci. Un’ellenizza-
zione dell’ Egitto non fu possibile ed anche i
Romani nè colonizzarono in Egitto, nè sopra-
tutto riuscirono a scuoterne le istituzioni.
Invece nel campo religioso aprirono essi
stessi le porte : Iside diventò una dea romana,
Serapis già da prima era subentrata al posto di
Pluto, e gli dei rimanenti furono ragguagliati
con quelli greci. Non diversamente avvenne
nel campo dell’arte. I Tolomei come gl’impera-
tori romani cedettero all’antico Egitto; i nume-
rosi templi dedicati al loro nome furono costruiti
in stile egiziano, i ritratti imperiali non si pos-
sono distinguere da quelli degli antichi signori.
In Alessandria stessa il carattere egiziano non
fu sopraffatto dalla nuova invasione di elementi
estranei.
In Pompei l’importazione alessandrina mostra
pure caratteri egiziani. Si potrebbe così credere
che soltanto il Cristianesimo abbia portato con
la sua mutazione la fine della cultura egizia.
Ma ciò non è vero : più che tutte le vicende
Fig. 4 — Frumento di plutuo del v-vi secolo.
Cairo, Museo (Da Strzygowski)
Lato posteriore
politiche e religiose hanno operato chiaramente
in questo gl’interessi del commercio mondiale.
Ciò che lo Strzygowski chiama copto si compone
secondo lui di tre elementi uniti : lo spirito e
la tecnica sono egiziani, l’oggetto della rappre-
sentazione e i tipi son greci; i motivi ornamen-
tali sono siriaci. Rimangono fuori di importanza
Roma e Bisanzio; ciò che noi troviamo nell’ Egitto
all’epoca primitiva cristiana appartiene quanto
alla sua origine all’Egitto stesso, all’Oriente e
all’Ellade. Affermazione questa che potrebbe di-
scutersi. (Cfr. D. Ajnalov in Vizant. Vremen-
nik, 1904, pag. 270'. Quanto all’influsso dell’arte
copta sulla bizantina, lo Strzygowski ci presenta
due esempi: la ricchezza di elementi decorativi
architettonici (capitelli) passati dall’Egitto a Bi-
sanzio e la rappresentazione de’.l’Anastasis. È
noto come sia composta questa scena nell’arte
bizantina: Cristo in piedi, con la croce in mano,
atterra le porte dell’inferno e ne trae Adamo ed
Èva. A terra c’è una figura di uomo incatenato e
calpestato dal Cristo. Qual’è l’origine di questo
motivo? Si deve cercar nell’antichità? Ed è in esso
rappresentato Ades? Una traccia se ne può trovare
in un luogo dell’Apocalisse egiziaca, nella visita al-
l’Ades di Setne e di Si-Osiri, della Storia del Chamua :
nella quinta cerchia Setne vide un uomo pregante e
gemente, nel cui occhio destro era fissato il catenaccio
della quinta cerchia.
Già questa redazione rammenta di lontano il tipo del-
l’Anastasisbizantina; ma più vicina è la descrizione della
pena inflitta al Faraone per la oppressione di Israele,
come la descrive Iosua ben Lewi da Petrus Venerabili
nella sua peregrinazione all’ inferno : « Faraone giaceva
Fig. 3 — Frammento di pluteo del v-vi secolo
Cairo, Museo (Da Strzygowski)
Lato anteriore
Il nuovo libro « Koptische Kunst » contiene un così
gran numero di monumenti, quasi tutti riprodotti in
ottime illustrazioni da formare ormai la fonte princi-
pale per gli studi copti. Lo Strzygowski in una breve
introduzione delinea a grandi tratti lo svolgersi e le
caratteristiche principali di quest’arte. L’ Egitto mostra
nel periodo preellenistico tra i paesi sul mare Me-
diterraneo, l’arte nazionale più fortemente caratteristica.
Dopo Alessandro il Grande, la Grecia vi si stabilì fer-
mamente, sul Delta con Alessandria e nell’alto Egitto
con Ptolemais. Al tempo di Vespasiano c’erano sei
milioni e mezzo di egiziani, un milione di Ebrei e sol-
tanto un mezzo milione di Greci. Un’ellenizza-
zione dell’ Egitto non fu possibile ed anche i
Romani nè colonizzarono in Egitto, nè sopra-
tutto riuscirono a scuoterne le istituzioni.
Invece nel campo religioso aprirono essi
stessi le porte : Iside diventò una dea romana,
Serapis già da prima era subentrata al posto di
Pluto, e gli dei rimanenti furono ragguagliati
con quelli greci. Non diversamente avvenne
nel campo dell’arte. I Tolomei come gl’impera-
tori romani cedettero all’antico Egitto; i nume-
rosi templi dedicati al loro nome furono costruiti
in stile egiziano, i ritratti imperiali non si pos-
sono distinguere da quelli degli antichi signori.
In Alessandria stessa il carattere egiziano non
fu sopraffatto dalla nuova invasione di elementi
estranei.
In Pompei l’importazione alessandrina mostra
pure caratteri egiziani. Si potrebbe così credere
che soltanto il Cristianesimo abbia portato con
la sua mutazione la fine della cultura egizia.
Ma ciò non è vero : più che tutte le vicende
Fig. 4 — Frumento di plutuo del v-vi secolo.
Cairo, Museo (Da Strzygowski)
Lato posteriore
politiche e religiose hanno operato chiaramente
in questo gl’interessi del commercio mondiale.
Ciò che lo Strzygowski chiama copto si compone
secondo lui di tre elementi uniti : lo spirito e
la tecnica sono egiziani, l’oggetto della rappre-
sentazione e i tipi son greci; i motivi ornamen-
tali sono siriaci. Rimangono fuori di importanza
Roma e Bisanzio; ciò che noi troviamo nell’ Egitto
all’epoca primitiva cristiana appartiene quanto
alla sua origine all’Egitto stesso, all’Oriente e
all’Ellade. Affermazione questa che potrebbe di-
scutersi. (Cfr. D. Ajnalov in Vizant. Vremen-
nik, 1904, pag. 270'. Quanto all’influsso dell’arte
copta sulla bizantina, lo Strzygowski ci presenta
due esempi: la ricchezza di elementi decorativi
architettonici (capitelli) passati dall’Egitto a Bi-
sanzio e la rappresentazione de’.l’Anastasis. È
noto come sia composta questa scena nell’arte
bizantina: Cristo in piedi, con la croce in mano,
atterra le porte dell’inferno e ne trae Adamo ed
Èva. A terra c’è una figura di uomo incatenato e
calpestato dal Cristo. Qual’è l’origine di questo
motivo? Si deve cercar nell’antichità? Ed è in esso
rappresentato Ades? Una traccia se ne può trovare
in un luogo dell’Apocalisse egiziaca, nella visita al-
l’Ades di Setne e di Si-Osiri, della Storia del Chamua :
nella quinta cerchia Setne vide un uomo pregante e
gemente, nel cui occhio destro era fissato il catenaccio
della quinta cerchia.
Già questa redazione rammenta di lontano il tipo del-
l’Anastasisbizantina; ma più vicina è la descrizione della
pena inflitta al Faraone per la oppressione di Israele,
come la descrive Iosua ben Lewi da Petrus Venerabili
nella sua peregrinazione all’ inferno : « Faraone giaceva