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GUSTAVO FRI ZZO NI
che finì a degenerare in una specie di convenzionalismo alquanto monotono. Comunque sia,
come collaboratore ed emulo di Tiziano egli meritava pure di essere studiato, nè riescirono
prive di frutto in questo senso le pagine che volle dedicargli il senatore Giov. Morelli nel
secondo volume de’ suoi Kunstcritische Studien. « Codesto artista imaginoso e non privo
d’interesse, — dice, — i cui disegni a penna nei primi decenni del XVI secolo venivano dai
dilettanti delle arti stimati e ricercati, e del quale l’Anonimo del Morelli fa menzione più
Fig. 6 — Disegno attribuito a Giulio Campagnola: San Giov. Battista
Parigi, Raccolta delle Belle Arti. - (Fot. Biaun, Clément e C.)
volte, fu poi sopraffatto ed offuscato dallo splendore del suo potente contemporaneo compagno
di lavoro, Tiziano, per modo che sino a tempi più recenti non solo gli si venne negando
quella considerazione che mi pare realmente gli competa, ma si riesci perfino a non rico-
noscerne affatto la vera fisionomia. Rimangono bensì sempre note ai raccoglitori le sue stampe
firmate, degli anni 1517 e 1518.
E non ostante Domenico, già nel secondo decennio del xvi secolo ebbe ad eseguire
nella scuola del Santo in Padova delle pitture murali, nelle quali come pure ne’ suoi disegni
e stampe si fece conoscere come un imitatore entusiasta di Giorgione o per meglio dire di
GUSTAVO FRI ZZO NI
che finì a degenerare in una specie di convenzionalismo alquanto monotono. Comunque sia,
come collaboratore ed emulo di Tiziano egli meritava pure di essere studiato, nè riescirono
prive di frutto in questo senso le pagine che volle dedicargli il senatore Giov. Morelli nel
secondo volume de’ suoi Kunstcritische Studien. « Codesto artista imaginoso e non privo
d’interesse, — dice, — i cui disegni a penna nei primi decenni del XVI secolo venivano dai
dilettanti delle arti stimati e ricercati, e del quale l’Anonimo del Morelli fa menzione più
Fig. 6 — Disegno attribuito a Giulio Campagnola: San Giov. Battista
Parigi, Raccolta delle Belle Arti. - (Fot. Biaun, Clément e C.)
volte, fu poi sopraffatto ed offuscato dallo splendore del suo potente contemporaneo compagno
di lavoro, Tiziano, per modo che sino a tempi più recenti non solo gli si venne negando
quella considerazione che mi pare realmente gli competa, ma si riesci perfino a non rico-
noscerne affatto la vera fisionomia. Rimangono bensì sempre note ai raccoglitori le sue stampe
firmate, degli anni 1517 e 1518.
E non ostante Domenico, già nel secondo decennio del xvi secolo ebbe ad eseguire
nella scuola del Santo in Padova delle pitture murali, nelle quali come pure ne’ suoi disegni
e stampe si fece conoscere come un imitatore entusiasta di Giorgione o per meglio dire di