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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 5
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Brunelli, Enrico: La tomba di Taddeo Pepoli nella chiesa di San Domenico a Bologna
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0408

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LA TOMBA DI TADDFX» PEPOLI

NELLA CHIESA DI SAN DOMENICO A BOLOGNA

ON sono frequenti tra le manifestazioni artistiche bolognesi
della Prerinascenza le tracce d’arte o d’influenza toscana; ma
sono tuttavia meno rare di quanto comunemente si sia cre-
duto e si creda. Nè dell’arca commessa a Nicola Pisano per
San Domenico, nò dell’ancona dipinta da Giotto che si vede
oggi nella Pinacoteca, potrebbe dirsi che avessero, nello svi-
luppo dell’arte bolognese, un’influenza sensibile; pure traccia
di imitazioni non manca, specie per l’ancona giottesca, le cui
figure furono più d’una volta ricopiate dai maestri bolognesi.
A distanza quasi di un secolo, Simone da Bologna ripro-
duceva fedelmente una di quelle figure (il S. Pietro) in
una fra le sue ancone della Pinacoteca (n. 474): la copia
e il prototipo sono oggi di fronte e possono testimoniare
che anche ai vecchi pittori di Bologna, così poveri di spirito e mediocri, s’impose tuttavia
come modello quella pagina isolata della grande arte fiorentina. 1
Oltre all’ancona di Giotto rimangono in Bologna altri saggi interessanti di pittura
toscana della Prerinascenza ; 2 ma non potrebbe dirsi se siano di antica o recente impor-
tazione. Vi è però memoria di artisti toscani che trovarono lavoro a Bologna in quel tempo;
e non è improbabile che vi operasse Bonamico Buffalmacco, come autorevolmente afferma
Lorenzo Ghiberti ne’ suoi Commentari. 3 Con maggiore certezza possiamo rammentare quattro
tagliapietre fiorentini, Berto di Giacomo, Egidio di Domenico, Francesco di Guardo e Berto

1 È stato affermato, ma non provato, che Giotto
sia andato egli stesso a Bologna : la tradizione vor-
rebbe che egli vi sia stato, per invito appunto della
famiglia Pepoli. Certo è però che egli ha solo par-
zialmente collaborato all’ancona della Pinacoteca, ove
è facile scorgere due mani, che si distinguono carat-
teristicamente dal modo di ombrare i volti. La Madonna
è di Giotto; le figure laterali, dai volti soffusi di ros-
setto, sono l’opera di uno scolaro, forse di Taddeo
Gaddi(?L Spettano probabilmente a Giotto anche le
figurine della predella.

2 Sono da ricordare specialmenteTanconetta (n. 228)
della Pinacoteca, che fu attribuita senza ragione a

Giottino ed è cosa di singolarissima squisitezza e finezza;

e la Madonna, pure appartenente alla Pinacoteca(n.5oi),
in cui il Toesca vide acutamente la maniera di Lorenzo
Monaco. Forse più che la mano di Lorenzo stesso po-
trebbe vedervisi quella di un suo affine, come Andrea
da Firenze.

3 È noto che il Vasari attribuì a Bonamico gli af-
freschi della cappella Bolognini-Amorini in San Pe-
tronio, eseguiti invece certamente dopo il 1408. Pure
nell’asserzione del Vasari è la conferma che la tradi-
zione che il Buffalmacco avesse dipinto a Bologna era
ancor viva nel secolo xvi. Nella Pinacoteca è a gran
torto attribuito a lui un insignificante quadretto (n. 229),
che è una tarda imitazione di parte di quegli affreschi.
 
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