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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 5
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Brunelli, Enrico: La tomba di Taddeo Pepoli nella chiesa di San Domenico a Bologna
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0411

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35§

ENRICO BRUNELLI

questi cronisti, 1 Taddeo fu sepolto dinnanzi all’altar maggiore; e ciò potrebbe convalidare
l’asserzione che l’urna antica sia stata trasportata dalla confessione ad altra sede. Ma la
cronaca Bianchini e la cronaca Bolognetti concordano invece nell’affermare che Taddeo
fu sepolto nella sua cappella, 2 3 vale a dire nel luogo ove precisamente è ora la tomba; ciò
che escluderebbe l’ipotesi accennata del trasporto avvenuto nel secolo XVI, tanto più se
si consideri che le due notizie potrebbero anche conciliarsi, ammettendo che Taddeo fosse
provvisoriamente sepolto avanti l’altar maggiore e tumulato poco dopo nella sua cappella.
La seconda notizia appare anche più fondata, quando si avverta che la cappella ove sorge
ora il monumento fu probabilmente costrutta da Taddeo (o indubbiamente dai Pepoli) nella
prima metà del secolo XIV, 5 in modo ehe appare logico che ivi fosse a lui data sepoltura.
E infine è da osservare che la tumulazione del corpo nella navata maggiore non esclu-
derebbe di per sè che il monumento fosse eretto nella cappella, prima o dopo la morte di
Taddeo.

Comunque di monumento non si parla prima del Ghirardacci e del Ghiselli ; ma che
dicono costoro? Dice il Ghirardacci che, mentre «prima li Pepoli si seppellivano avanti
l’Aitar Maggiore », Taddeo « fece fare la sepultura per se e per i suoi discendenti » nella
cappella di San Michele, ossia nella sede attuale : le memorie del Ghiselli accennano invece
a entrambe le versioni date dagli scrittori più antichi. Val la pena di riferir integralmente
il passo: « Il dì i Ottobre fu portato [Taddeo] alla Chiesa di S. Domenico con gran
pompa ducale ... e fu sepolto in un’arca grande ch’è innanzi all’altar maggiore, et al choro
sotto terra, altri dicono che fosse posto in un sepolcro di marmo da lui fatto fabbricare
in una sua cappella dedicata all’arc. Michele e che poi gli fosse fatto el bellissimo deposito

di marmo che tuttavia si vede eminente.Il qual sepolcro fu adornato ed intagliato da

Giacomo Lanfrani ». 4

Come si vede, da entrambe le notizie appare prevalente negli scrittori il concetto che
la tomba sorgesse appunto nel secolo Xiv e nel luogo attuale. Eppure da questi passi si
è tratto argomento per affermare la modernità dell’opera; osservando come il Ghirardacci
e il Ghiselli mostrino chiaramente nelle loro narrazioni lo sforzo di conciliare con un monu-
mento che vi era a tempo loro e con la tradizione familiare, le notizie storiche che contrad-
dicevano 1’esistenza del monumento stesso fino al secolo xv. 5

L’argomento è sottilissimo e ingegnoso; ma si ritorce facilmente a danno dell’argo-
mentatore. E come osservazione preliminare devesi avvertire che il Ghirardacci fra gli scrit-
tori bolognesi del secolo xvi e del successivo, è dei più coscienziosi ed attendibili, ed è
l’unico che accenni a dimostrare i fatti con documenti coevi: sul governo di Taddeo egli
raccolse e pubblicò molti documenti, e la sua è la trattazione più importante di quel periodo
di tempo. Per tutto quanto si riferisce a Taddeo, le sue affermazioni hanno quindi un valore
indiscutibile, sebbene non debba prestarsi ad esse una fede cieca. E quando la notizia da
lui riferita si concilia coi dati che circa il monumento può fornire l’esame critico de’ suoi
elementi artistici, la notizia stessa assume valore di documento. Ma di ciò a più oltre.

Un’altra cosa da notarsi è questa, che il Ghirardacci, vissuto quasi quanto il secolo xvi
(nacque nel 1504, morì nel 1598), avrebbe visto coi suoi occhi sorgere il monumento nuovo

1 Martinozzi, op. cit., pag. 11.

2 Martinozzi, op. e loc. cit.

3 Malaguzzi, La chiesa e il convento di San Dome-
nico a Bologna secondo nuove ricerche (Repertorium
fiir Kunstwissenschaft, XX, 1897, pag. 177). -— Id.,

L’architettura a Bologna nel Rinascimento, Rocca San
Casciano, 1899, pag. 27.

Che Taddeo stesso sia stato il committente di questa
cappella dedicata all’Arcangelo Michele, è comprovato

dal fatto che in uno dei bassorilievi della tomba è ap-
punto ritratto Taddeo in atto di dedicare un altare
all’Arcangelo. Ma non ho creduto dar questa come
prova decisiva (sebbene tale mi sembri), dal momento
che si è posto in dubbio che quel bassorilievo sia opera
del secolo xiv.

4 Martinozzi, op. cit., pag. 12-13.

5 Martinozzi, op. cit., pag. 13.
 
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