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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 5
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Brunelli, Enrico: La tomba di Taddeo Pepoli nella chiesa di San Domenico a Bologna
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0417

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364

ENRICO BRUNELLI

è possibile risalire alle cause di questo fatto evidente, che non potrebbe però dare certo
argomento per assegnare ai due soggetti due secoli di distanza nell’esecuzione.

Nella parte posteriore della cassa torniamo a vedere a destra Taddeo in seggio, cir-
condato da figure maschili (nuova espressione del suo dominio in Bologna e forse allusione
al riconoscimento ottenutone dal pontefice) ; a sinistra un personaggio genuflesso (Taddeo?)
che offre un’ancona quadripartita, con un altare per ogni parte, a quattro santi che sono
Sant’Agostino, San Pietro martire, Santa Caterina, Santa Maria Maddalena (allusione alla
dedicazione di quattro altari [?] a questi santi). Il primo bassorilievo sarebbe, secondo la distin-
zione del Martinozzi, opera del Trecento, e della stessa mano dell’altro ove pure Taddeo è rap-
presentato seduto. E qui invece si notano differenze di fattura, facilmente riconoscibili. I due
maestri sono però affini e seguono un modello quasi analogo, ma il secondo è ben lungi
dalla forza di modellare e di esprimere dell’altro. Le teste di fattura liscia, piana, hanno
minor carattere; i corpi, di modellatura men vigorosa, pare tendano ad allungarsi; le pieghe,
più minuziose, sono segnate con minor nettezza. Il primo maestro trae dal marmo figurine
che paiono di un sol getto e vi incide solchi rigidi che rendono i panneggiamenti come
sbalzati sul metallo ; il secondo tratta il duro materiale con maggiore pazienza ma con stento
maggiore, ed è incapace di dare, come l’altro, ai lineamenti un’espressione d’intelligenza, alle
figurine un senso di vitalità, alla scena un effetto di bellezza.

Del quarto bassorilievo si potrebbe ripetere quel che si è detto del terzo; e nell’uno e
nell’altro si dimostra sempre la maniera della scuola di Andrea, così nei particolari stilistici,
come nella composizione cui la disposizione simmetrica e orizzontale delle figurine imprime
carattere di calma e di semplicità. Anche per questo bassorilievo ultimo l’attribuzione al
secolo xvi è proprio inesplicabile : nelle figure della Maddalena e di .Santa Caterina, che
dovrebbero servire di fondamento a tale ipotesi, è invece un pallido ricordo di quella grazia
che caratterizza Nino figliuolo di Andrea. Il modo di piegare è sempre gotico, e basti notare
le pieghe angolose del manto del personaggio genuflesso.1

Si avverte fra i due bassorilievi della parte posteriore, come fra quelli della parte ante-
riore, una certa differenza nel colore della superficie esterna. Ed è fra essi meno intima ed
evidente l’unità di fattura che non appaia fra gli altri due: io non dubito però che debba
vedervisi la mano di un solo maestro, di un aiuto forse del maestro che scolpì i bassorilievi
anteriori. Fors’anclre potè passare una distanza di alcuni anni fra l’esecuzione delle due coppie;
essendo ammissibile che il monumento fosse commesso e iniziato da Taddeo, e compiuto
dopo la morte di lui. E fors’anche i bassorilievi terzo e quarto, pur essendo dovuti a un
maestro medesimo, ebbero originariamente diversa destinazione; come si vedrà fra poco.

Invero il bassorilievo ultimo offre, storicamente e iconograficamente, punti di non facile
spiegazione. Non si è finora nemmeno posto in dubbio che sia Taddeo il personaggio che offre
l’ancona dai quattro altari. Ora se egli è l’offerente, e se ad ogni altare risponde una cap-
pella, sommati gli altari di questo e del corrispondente bassorilievo dell’altra faccia, dovremmo
indurne che Taddeo fece costruire sei cappelle ; e che tante ne costruisse, lo afferma anche
il Ghirardacci, ma di tre almeno fra esse non rimane in San Domenico vestigio alcuno.
Donde la supposizione (e sarebbe supposizione logica se partisse da una premessa reale)
che la tradizione famigliare avesse arbitrariamente accresciuto il numero delle cappelle, erette
da Taddeo ; e che, quando nel 1540 sorse il nuovo monumento, si fosse voluta consacrar
nel marmo la tradizione amplificatrice della verità. " La mancanza di tracce e (tolta la notizia
del Ghirardacci) di memorie della costruzione di queste cappelle, costituirebbe pertanto
un nuovo argomento per concludere che questo bassorilievo, allo stesso modo che la parte
maggiore della tomba, spetti al secolo xvi. Un passo del padre Lodovico da Prelormo3 che

1 Per le statuette di apostoli, poste tra i bassori- 2 Martinozzi, op. cit., pag. 24-25

lievi, è da ripetersi la distinzione fatta per i bassori- 3 Martinozzi, op. cit., pag. 23. Malaguzzi, La

lievi stessi. L’autore di ciascuna coppia è anche l’au- chiesa e il convento di San Domenico, pag 182-183.
tore della statuetta intermedia.
 
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