Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

DOI Heft:
Fasc. 5
DOI Artikel:
Bibliografia
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0450

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
BIBLIOGRAFIA

397

Il prof. Venturi riassume e disegna a vivi e sintetici tratti le
premesse e i fondamenti del suo metodo scientifico e didattico.
Ponendo in evidenza il significato e il valore delle manifesta-
zioni artistiche dell’Italia, la nobiltà e l’importanza di tali studi,
lamenta che l’Italia sia stata l’ultima fra le nazioni a studiare
la propria storia artistica, e la storia dell’arte l’ultima fra le
discipline ammesse nell’ insegnamento, e che quanto in questo
campo si è fatto in passato siasi fatto per lo più senza metodo
o con metodi inadeguati. Ora, come si è iniziato, bisogna pro-
seguire col metodo analitico e comparativo; rifarsi da capo,
stretti al metodo storico e scevri di ogni empirismo. Tale ri-
generazione dell’Italia artistica deve muovere dalle Università,
le quali sempre risolsero i problemi vitali della cultura. Così
soltanto si potrà, insieme con lo studio delle lettere e della
storia, ricostruire, comprendere ed ammirare la vita del pas-
sato, e così anche si aprirà la via, si darà il fondamento a
un’arte nuova conscia dei propri destini.

Storia particolare dei monumenti.

340. Bacci (Peleo), I trionfi del Petrarca in alcuni
arazzi del Comune di .Pistoia. — Pistoia, tip. Sinibal-
diana, 1905, 8°, pag. 17.

Di quegli arazzi, acquistati nell’anno 1500, si trova sol-
tanto il ricordo nei libri del Comune e in quelli dell’Opera
di S. Jacopo; è tuttavia pregevole questa semplice notizia
che ce ne comunica l’A., il quale l’accompagna con altri
ricordi inediti che si riannodano al soggetto.

341 Beckerath (A. v ), Ueber einige Zeichnungen
Jlorentinischer Maler im kon. Kupferstichkabinett in
Berlin. (Rep. f. Kunstwiss., v. XXVIII, pag. 104-126,
Berlin 1905).

A proposito dell’opera del Berenson sui disegni di pit-
tori fiorentini, dove costui modifica molte attribuzioni dei
disegni di Berlino, l’A. confuta queste modificazioni, le quali
per lo più assegnano a scolari ciò che sul catalogo è sta-
bilito opera di maestri. L’A. discute più a lungo sullo schizzo
di Michelangelo per la tomba di Giulio II, assegnato dal
Ber. alla scuola, su XErcole arciere di A. Poliamolo, analo-
gamente giudicato, e altri lavori del Poliamolo stesso, di
Sandro Botticelli, di Benozzo Gozzoli, Filippino Lippi, Luca
Signorelli, Andrea del Verrocchio, ecc.

342. Canntzzaro (M. E.), L'oratorio primitivo di
S. Saba. (Atti del Congr. itti, di scienze st., v. VII,
pag 177-192; Roma 1905).

L’A. dà notizia dei risultati degli scavi, con la determi-
nazione dell’antico oratorio, che precedette la basilica cosma-
tesca costruita nel 1205. [Tali notizie, s’intende vanno com-
pletate coi risultati delle indagini posteriori al 1903, data
del Congresso ove ebbe luogo la comunicazione].

343. Cecconi QP. N.), « San Girolamo » di Matteo
di Giovanni. (Atti del Congr. ini di se. s/or., v. VII,
pag. 309-310; Roma 1905).

Il quadro, firmato e datato, appartenne alla Galleria Pan-
ciatichi ed ora si trova in una raccolta privata a Firenze.
La data non è più esattamente leggibile, ma l’A. crede
dovervisi riconoscere l’anno 1492.

344. Coggioea (Giulio), Dalla « Libreria » del San-
sovino al Palazzo Ducale ( Un episodio della vita della
Marciana, 1797-1812). (Riv. d. biblioteche e d. arch.,
a. XVI, pag. 33-77, fìgg.; Firenze 1905).

Sono narrati i precedenti e le circostanze del trasferi-
mento della Biblioteca di San Marco di Venezia dalla sua
sede originaria, al Palazzo Ducale dove è rimasta sino al-
l’anno passato. Questo capitolo della storia topografica della
Marciana è quindi necessariamente anche un contributo alla
biografia dei due insigni palazzi, e tanto più considerevole in
quanto è lavoro diligentissimo e condotto su documenti in
gran parte non noti. Siccome a queste vicende ebbe gran
parte anche il Canova, così abbiamo anche alcune notizie
e lettere inedite sue.

345. D’ Achiardi (Pietro), Gli affreschi di San
Piero a Grado presso Pisa e quelli già esistenti nel
portico della Basilica Vaticana. (Atti del Congr. int.
disc.stor., v. VII, pag. 193-285, fig. 44; Roma 1905).

Largo ed elaborato studio sugli affreschi di San Piero a
Grado, non soltanto importanti di per se stessi come mo-
numento della pittura pisana agl’ inizi del trecento, ma anche
preziosi per la loro analogia con quelli che già decorarono
il portico della Basilica Vaticana. Tale analogia, che talora
può dirsi identità, è stata rilevata dall’A. esaminando il ma-
noscritto barberiniano di Jacopo Grimaldi, ove costui ha la-
sciato in disegno le copie degli affreschi del portico di San
Pietro poco prima che venisse distrutto da Sisto V. Questa
concordanza, ampiamente illustrata dall’A., induce poi alla
discussione di vari problemi su gli artisti e su l’età del-
l’uno e dell’altro ciclo di affreschi, poiché mancano docu-
menti diretti; ma ritenendo che non si possa sino ad oggi
risolvere la questione circa l’autore degli affreschi vaticani,
il D’A. crede che si possa stabilire l’età di quelli di San
Piero a Grad 1 tra il 1300 e il 1312, e riconoscerne il pit-
tore in Deodato Orlandi, di cui il Museo di Pisa conserva
un polittico firmato e datato del 1301. Costui non può dirsi
perciò anche autore degli affreschi di Roma: egli non avrebbe
fatto altro che seguire con singolare fedeltà l’opera di quel-
l’artista a noi sconosciuto che decorò colle storie di San
Pietro e San Paolo il portico vaticano.

346. Einstein (Lewis), Ah unknown portrait of Lo-
renzo de’ Medici. (The Buri. Mag., v. VII, pag. 142,
fig.; London 1905).

È un disegno appartenente alla Collection Vallarli del
Louvre, e può ascriversi, secondo l’E. alla scuola del Pisa-
nello e all’anno 1466, quando Lorenzo giovinetto fece un
viaggio per le Corti d’Italia.

347. Eisler (Robert), Ah unknown fresco-work by
Guido Reni (The Buri. Mag.. v. VII, pag. 313-223,
fig.; London 1905).

E una decorazione a putti e fogliami eseguila da Guido
Reni e da Paolo Bril sulla volta di una loggetta del Palazzo
Rospigliosi, (allora di Scipione Borghese), che è poi stata
chiusa e ridotta a stanza. Questi belli affreschi, che l’A. ri-
tiene contemporanei dell 'Aurora (1609), sono da lui accu-
ratamente illustrati con corredo di notizie sul palazzo e sui
 
Annotationen