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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 6
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Fabriczy, Cornelius von: Un taccuino di Amico Aspertini
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0459

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C. DE FABRICZY

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ciglia aggrottate, con fronti a baule, con capelli ad anella calligrafiche... sempre dimostra
irrequietezza e furia... e quella frenesia di cincischiare ogni cosa». Tutti questi tratti, osservati
con acume, non tornano essi con la medesima precisione tanto nei disegni di Wolfegg, quanto
negli affreschi di Lucca e Bologna, come anche nei quadri a tavola della prima metà della vita
e carriera artistica del nostro maestro?1

Epperciò crediamo che non sia d’uopo di dilungarci più oltre nel provare la giustezza
dell’attribuzione del taccuino in discorso all’Aspertini. Preferiamo, invece, di aggiungere qualche
parola sugli altri suoi disegni, finora poco conosciuti o del tutto inosservati.

Meritano fra essi il primo luogo due libri di schizzi nel gabinetto di stampe del Museo
britannico, di cui nella letteratura non troviamo che si sia fatto menzione.2

1 L’elenco delle opere in pittura dell’Aspertini, ve-
nute a nostra conoscenza, all’ infuori degli affreschi di
Santa Cecilia e di San Frediano, sarebbe il seguente:

Bologna, Pinacoteca: Adorazione di Gesù Bambino,
con sei santi e due donatori, segnata: « amyci pictoris
bononiensis tirocinium », la prima sua opera che si
conosca (c. 1495).

Id., id.: Adorazione dei Magi (attribuita falsamente
al suo fratello Guido (c. 1500).

Id., San Martino: Madonna coi Santi Martino e Nic-
colò (dopo il 1510).

Id., San Petronio (3a capp. a destra): La Pietà (1519).
Oggi non si trova più al posto indicato e non sap-
piamo dire dove sia andata.

Minerbio, Pai. Isolani: Affresco, degli ultimi anni
dell’artista, di soggetto mitologico.

Milano, presso il cav. Noseda: Due tavolette di
predella, con scene della storia romana.

Ferrara, raccolta del marchese Strozzi: quattro ta-
volette di predella con lo Sposalizio, la Visitazione,
la Natività e la presentazione nel Tempio (c. 1500).

Lucca, San Frediano: Madonna su piedistallo con
santi attorno e putti in atto di suonare al basso (af-
fresco eseguito c. 1506-509).

Id., Pinacoteca: Madonna in mandorla circondata
da angeli, con al basso i Santi Sebastiano, Giuseppe,
Giovanni e Giorgio (c. 1506-509).

Firenze, presso il signor Berenson: Madonna col
Bambino.

Roma, Galleria Nazionale: Un Santo Pellegrino.

Berlino, Museo: Adorazione dei Pastori, segnata:
« amicus bononiensis faciebat » (c. 1500).

Madrid, Galleria del Prado: Due tavole raffiguranti
la Continenza di Scipione e il Ratto delle vergini Sa-
bine (esposti sotto la denominazione di scuola umbra;
dal Morelli furono attribuiti al Peruzzi).

Non conosciamo invece le seguenti opere dell’Asper-
tini, registrate da E. Jacobsen nel suo studio sui se-
guaci del Francia e del Costa in Bologna (vedi L’Arte,
voi. Vili, 1905, a pag. 92, nota 1)

Firenze, Pai. Panciatichi: Natività di Cristo, attri-
buita al Perugino (non si sa dove sia andata nella
vendita della Galleria).

Holkham Hall, presso il conte di Leicester: Ma-
donna con santi.

Londra, presso il signor J. Hanson-Walker: Ri-
tratto di donna.

Id., presso il signor G Salting: Ritratto d’uomo.

Id., presso sir J. C, Robinson: Schizzo per l’affresco
della Crocifissione sotto il portico di San Pietro a Bo-
logna, ricordato dal Vasari (III, 147) come lavoro di
Guido Aspertini, e che nella ricostruzione della fac-
ciata della chiesa sulla metà del Settecento fu distrutto
(non si sa dove questo schizzo sia andato quando la
raccolta Robinson, qualche anno fa, fu venduta).

L’Aspertini era anche miniaturista, e dell’attività
sua in questo genere di pittura si è conservato almeno
un testimonio in una delle cinque pagine interamente
miniate delle cosidette Horae Albani, esistenti fino a
pochi anni fa, nella Biblioteca di Lord Ashburnham,
ed all’asta di questa vendute in America. Sulla prima
di quelle cinque pagine riccamente incorniciate di em-
blemi guerreschi, cornucopie, grottesche, uccelli e
motivi pompeiani, si vede raffigurata un’Adorazione
dei Pastori che, nel paesaggio pieno di roccie e albe-
relli, è troppo carica di cavalieri e pastori, come anche
di ornamenti, e nelle altre sue spiccanti caratteri-
stiche tradirebbe il suo autore, anche se non lo nomi-
nasse la firma « Amicus Bononiensis ». Il codice in di-
scorso fu scritto nell’occasione delle nozze di Ginevra
Salviati, figlia di Alamanno, gonfaloniere di Firenze,
con Francesco figlio di Pierantonio Baroncelli, nel-
l’anno 1512. La miniatura dell’Aspertini si trova ri-
prodotta nella pubblicazione della Società paleografica
inglese: Facsimiles of Manuscripts and Inscriptions,
London, 1884-894, 2a serie, voi. I, piate 3S. Fu ricono-
sciuta per opera dell’Aspertini dal Venturi, che ne
dette comunicazione amichevole a Fr. Malaguzzi-
Valeri, il quale ne parlò nel suo libro, la Miniatura
a Bologna, 1896, parte I, pag. 35; e nella Rassegna
d’arte, I, 1901, pag. 135.

2 Delle notizie su questi due taccuini sono debi-
tore al mio cugino dott. Gabriele di l'érey, direttore
della Galleria Nazionale di pittura di Budapest, e gliene
rendo, anche in questo luogo, sentite grazie.
 
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