CORRIERI
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Nella categoria alla quale appartiene il piviale di
Steeple Aston, sono anche da annoverare i diversi
lavori che-recano la composizione detta «Radix Jesse»,
della quale l’Esposizione pur troppo non contiene un
solo esemplare, benché nella sala di scrittura vi era
esposta una copia acquarellata del piviale di South
Kensington ; l’originale è in seta rossa, lavorato a
ramoscelli di vite racchiudenti profeti ed altre figure.
Un bellissimo saggio di un «fesse» si trovava altra
volta nella collezione Spitzer ed è conservato ora nel
Museo di Lyons, benché si sappia che in epoca ante-
dove vengono annoverati una « casula et alba » di
Johannes de Taneto. 1
Il Cristo in origine formava, secondo il catalogo,
il ricamo centrale di un copri-altare che conteneva
una serie di figure sotto arcate.
Il Museo reale di Bruxelles ha inviato alla Mostra,
insieme a diversi ricami dei secoli xiv e xv, due pre-
ziosissimi saggi del i3oo_circa, cioè gli aurifrigi ed il.
cappuccio di un piviale proveniente dalla chiesa di
Harlebeke, ed i riquadri di un vestiario con due santi.
Il primo, per quanto concerne la tecnica, di finezza
Fig. io — Dettaglio del piviale di Butler-Bowdon : Santa Margherita
riore si trovava in Inghilterra (riprodotto dal De Farcy
a tav. 41).
Il maestoso Cristo in trono sotto ad un arco gotico
(fig. 12)1 è nobilissimo per concetto ed è da parago-
nare ai più cospicui esemplari di disegno nell’arte
pittorica del Trecento, benché il viso sia pur troppo
molto danneggiato. Reca, nella parte superiore, l’i-
scrizione «Johannis de Taneto», nome che s’incontra
negl’ inventari del Duomo di Canterbury nell’anno 1321,
1 Riprodotto col permesso del Rev.mo Priore di San Domenico.
sorprendente, è da dichiarare il pezzo più notevole
dell’ Esposizione, ed è alquanto dissimile da ogni altro
esemplare della Mostra. A Bruxelles viene considerato
di origine francese, ma il Comitato dell’Esposizione
lo ritiene opus anglìcanum, opinione confortata anche
da M. De Farcy. La composizione della Crocifissione
sul cappuccio, è istoriata in maniera molto pittorica;
sugli aurifrigi sono rappresentate le gesta di vari tnar-
1 Vedi Inventories of Christ Church Canterbury, W. Legg
& W. H. St. John Hope 1902, pag. 53 e 59.
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Nella categoria alla quale appartiene il piviale di
Steeple Aston, sono anche da annoverare i diversi
lavori che-recano la composizione detta «Radix Jesse»,
della quale l’Esposizione pur troppo non contiene un
solo esemplare, benché nella sala di scrittura vi era
esposta una copia acquarellata del piviale di South
Kensington ; l’originale è in seta rossa, lavorato a
ramoscelli di vite racchiudenti profeti ed altre figure.
Un bellissimo saggio di un «fesse» si trovava altra
volta nella collezione Spitzer ed è conservato ora nel
Museo di Lyons, benché si sappia che in epoca ante-
dove vengono annoverati una « casula et alba » di
Johannes de Taneto. 1
Il Cristo in origine formava, secondo il catalogo,
il ricamo centrale di un copri-altare che conteneva
una serie di figure sotto arcate.
Il Museo reale di Bruxelles ha inviato alla Mostra,
insieme a diversi ricami dei secoli xiv e xv, due pre-
ziosissimi saggi del i3oo_circa, cioè gli aurifrigi ed il.
cappuccio di un piviale proveniente dalla chiesa di
Harlebeke, ed i riquadri di un vestiario con due santi.
Il primo, per quanto concerne la tecnica, di finezza
Fig. io — Dettaglio del piviale di Butler-Bowdon : Santa Margherita
riore si trovava in Inghilterra (riprodotto dal De Farcy
a tav. 41).
Il maestoso Cristo in trono sotto ad un arco gotico
(fig. 12)1 è nobilissimo per concetto ed è da parago-
nare ai più cospicui esemplari di disegno nell’arte
pittorica del Trecento, benché il viso sia pur troppo
molto danneggiato. Reca, nella parte superiore, l’i-
scrizione «Johannis de Taneto», nome che s’incontra
negl’ inventari del Duomo di Canterbury nell’anno 1321,
1 Riprodotto col permesso del Rev.mo Priore di San Domenico.
sorprendente, è da dichiarare il pezzo più notevole
dell’ Esposizione, ed è alquanto dissimile da ogni altro
esemplare della Mostra. A Bruxelles viene considerato
di origine francese, ma il Comitato dell’Esposizione
lo ritiene opus anglìcanum, opinione confortata anche
da M. De Farcy. La composizione della Crocifissione
sul cappuccio, è istoriata in maniera molto pittorica;
sugli aurifrigi sono rappresentate le gesta di vari tnar-
1 Vedi Inventories of Christ Church Canterbury, W. Legg
& W. H. St. John Hope 1902, pag. 53 e 59.