PIETRO TESTA, INCISORE E PITTORE
Fra il 1603 c il 1617 nascevano a Lucca due dei più astiosi destini che l'intelligenza possa su-
pittori che nella vita e nel carattere parvero desti- bire; e pai ve plasmarsi secondo quel tipo di ar-
nati a un calzante esempio d'antitesi. Erano tista scontroso e tetro che nel 600 trova più volte
Pietro Paolini e Pietro Testa, il primo maestro così liriche personificazioni.
Fig. 1 — P. Testa: // sogno dì Giacobbe. Galleria di S. Luca.
del secondo, dicono non so con quale attendibilità,
gli storici.1
Felice talento fu quello del Paolini: della sua
forza sempre serena attraverso i passaggi dello
stile, parlano con calda voce le belle tele accolte
nelle chiese e nelle sale delle patrie gallerie.
Ma Pietro Testa, spirito travagliato, sortì uno
1 Anche se nato nel 1611 nulla potè materialmente ap-
prendere il nostro artista dal suo concittadino che nel '23
si recava a Roma per restarvi sino a tutto il 30: quando
cioè egli aveva già lasciato da un anno la patria.
Eppure un'idea congiunse così opposte menti.
Quando l'ottimo Lanzi definiva il Paolini « un
allievo della scuola romana secondo la storia,
comechè a giudicarne dalle sue pitture ognuno
scommetteria che fu della Veneta», aveva perfet-
tamente ragione: e bastano i quadri accolti oggi
nella galleria civica di Lucca per dimostrarlo.
Dal passignanismo della Vergine col bambino
fino alla superba tessitura del Convito di S. Gre-
gorio; dalla rude esuberanza della Nascita del
Batista fino alle bravure caravaggesche del trit-
tico del Wallestein, il solido pittore perseguì
Fra il 1603 c il 1617 nascevano a Lucca due dei più astiosi destini che l'intelligenza possa su-
pittori che nella vita e nel carattere parvero desti- bire; e pai ve plasmarsi secondo quel tipo di ar-
nati a un calzante esempio d'antitesi. Erano tista scontroso e tetro che nel 600 trova più volte
Pietro Paolini e Pietro Testa, il primo maestro così liriche personificazioni.
Fig. 1 — P. Testa: // sogno dì Giacobbe. Galleria di S. Luca.
del secondo, dicono non so con quale attendibilità,
gli storici.1
Felice talento fu quello del Paolini: della sua
forza sempre serena attraverso i passaggi dello
stile, parlano con calda voce le belle tele accolte
nelle chiese e nelle sale delle patrie gallerie.
Ma Pietro Testa, spirito travagliato, sortì uno
1 Anche se nato nel 1611 nulla potè materialmente ap-
prendere il nostro artista dal suo concittadino che nel '23
si recava a Roma per restarvi sino a tutto il 30: quando
cioè egli aveva già lasciato da un anno la patria.
Eppure un'idea congiunse così opposte menti.
Quando l'ottimo Lanzi definiva il Paolini « un
allievo della scuola romana secondo la storia,
comechè a giudicarne dalle sue pitture ognuno
scommetteria che fu della Veneta», aveva perfet-
tamente ragione: e bastano i quadri accolti oggi
nella galleria civica di Lucca per dimostrarlo.
Dal passignanismo della Vergine col bambino
fino alla superba tessitura del Convito di S. Gre-
gorio; dalla rude esuberanza della Nascita del
Batista fino alle bravure caravaggesche del trit-
tico del Wallestein, il solido pittore perseguì