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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 24.1921

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Fasc. 1
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Lopresti, Lucia: Pietro Testa, incisore e pittore, [1]
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LUCIA LOPRESTI

arrivava a dichiarare i suoi spiritosi concetti con Kgli dispone con cura straordinaria la scena,
quella maestria come faceva disegnando ». e vi spende tutte le sue cognizioni, antiche e re-
Questo peiiodo di incapacità nel colorito noi centi. La passeggera ammirazione pel Domcni-
lo ricercammo vanamente nelle opere di Pietro; chino si scorge nel caraccismo lieve dalla figu-
dimodochè non potremmo assegnare a questa sua retta stesa a terra; con un'abbondanza di acca-
prima maniera < languida » altro che gli affreschi, rezzatc pannosità, tuttavia, e con tanta delica-
forse fatti in questo tempo, per la chiesa dell'Anima; tezza di trapassi da testimoniare tutta la buona
affreschi che non piacquero e furon subito sosti- voglia del giovane pittore. La scena dietro il dor-
tuiti. Ma certo il Passeri aveva troppo la mente miente è accomodata già alla cortonesca: dal
presa dal brio fluidissimo degli ultimi disegni del tufo profondamente coloristico dello sfondo-letto

Lig. 3 — P. Testa : Ciiiseppe venduto dai fratelli. Galleria Capitolina.

Testa per potere ad Vìssi paragonare i suoi primi la-
voretti «li pittura, torse un poco stentati, e tutti raf -
tenuti dal freno di una sensibilità che ancora non
sapeva esprimersi. Uno di questi può essere stata la
piccola Visione di Giacobbe (ftg. i)1 che all'Accademia
di S. Luca porta il nome di Bernardino Guarirti, un
pittore-Ilo ravennate umilmente caraccesco.

Nulla meglio di questo quadretto potrebbe rap.
presentare le condizioni mentali del Nostro, ap-
pena entrato coll'amico Romanelli nella scuola
del Cortonese.

1 Del tutto simile, come espressione pittoriea e, anche,
eonie composizione, a\V Emliminne dnymciitc, ^ià attribuita
al Testa, nella collezione Cecconi, a Firenze.

di Giacobbe si eleva il tradizionale albero che
così volentieri bipartisce diagonalmente il cielo
di ogni buon neo-veneziano; le fronde cominciano
a stamparsi opacamente sull'azzurro, un poco
gucrcincsco nella terribilità tempestosa del tono.
E sul paese toccato di piccole luci pazienti, futura
predilezione del pennello testiano, si eleva fra
nubi paglierine la scala simbolica cara all'» ate-
lier » del Cortona: ma improntata ancor essa
d'una certa insistente cura di passaggi, di un certo
lievito di superficie pittorica, tutti particolari.

Forse questo piccolo quadro è di poco poste-
riore a quell'infelice ritorno in patria cui accenna
il Passeri, appena narrate le prime vicende ro-
mane del Nostro.
 
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