SAGGIO SULL'ABBIGLIAMENTO FEMMINILE DEL TRECENTO
6i
Sappiamo inoltre che Bona di Borbone aveva, un
fermaglio nel cui mezzo era l'immagine della
Beltà Vergine, circondata da quattro grossi ba-
Kig- 5 — Particolare'dijun Miracolo di S. Francesco.
Assisi. S. Francesco.
lasci, da un grosso zaffiro, da un grosso smeraldo
da diciannove grosse perle.
11 mantello clic parrebbe dovesse avere un ca-
rattere di austerità e avvolgere, togliendola allo
sguardo curioso, la bella persona, bellissimo di per
sè e ricchissimo, come abbiamo visto, valeva, molto
spesso, ad accrescere la grazia e la civetteria della
vezzosa, che mollemente vi si avvolgeva: rare
volte le belle mani affusolate lo tenevano stretto
sotto il mento, si preferiva lasciarlo ondeggiare,
discenderlo, sollevandone i due lembi in modo da
render palesi la fodera preziosissima, la ricca veste
intessuta d'argento dorato o di perle, in modo da
far intravedere la bella figurina, che circonfusa di
splendore, si snodava da un morbido ondeggiare
di pieghe, tutto accordandosi al ritmo dell'armo-
nica andatura (fig. 6).
In tal modo le belle madonne si pavoneggiavano
graziosamente e si valevano a meraviglia di ciò
che doveva nasconderle, per mettersi vieppiù in
evidenza: se infatti pensiamo all'angustia delle
stradinole medioevali, comprendiamo come, di
necessità, il viandante si dovesse arrestare, come
potesse a suo agio ammirare anche nell'attimo fu-
gace che piecedeva la mossa civettuola, con la
quale la dolce visione tornava a rincantucciarsi nel
manto, come una pudica lumachella nel suo gu-
scio, in quel manto che le due abili mani raccoglie-
vano ora bene stretto, sul seno.
L'usanza era tutt'altro che nuova: già il Roman
de la Rose raccomandava (v. 24162) in tutti i mi-
nuti particolari la funzione e riassumeva i precetti
così: 1 la donna si ricordi come il pavone fa la ruota
e lo imiti col suo mantello » e molti anni dipoi,
Francesco da Barbeiino imponeva alla donna di
agitare talora il mantello se non volesse sembrare
di pietra! 1
Acconciatura del capo. Sul manto scendevano
lente le trecce, ove non venissero raccolte aderenti
intorno al capo o ammassate sulla nuca: qualche
ciocca si ripiegava, per ornamento, in un ricciolo
a tortiglione, che scivolava lungo le gote, o rica-
deva dietro le orecchie e sovr'esse si posava un
« velo sottilissimo ventilato dalle sottili aire con
Fig. 6 — Ambrogio Lorenzetti: SS. Agnese e Caterina.
Siena, Accademia. (Fot. Anderson).
piacevole moto » e splendeva « di molte fronde di
vermiglie rose e di 2 bianche e d'altri fiori ador-
nata, legata con rilucente oro, verde una ghir-
landa di lucenti mortine ».
1 F. da 13 a rb eh ino, Del reggimento e costume delle donne,
p. 113.
2 Boccaccio, Aintrom visione, p. 6 drl cap 1
6i
Sappiamo inoltre che Bona di Borbone aveva, un
fermaglio nel cui mezzo era l'immagine della
Beltà Vergine, circondata da quattro grossi ba-
Kig- 5 — Particolare'dijun Miracolo di S. Francesco.
Assisi. S. Francesco.
lasci, da un grosso zaffiro, da un grosso smeraldo
da diciannove grosse perle.
11 mantello clic parrebbe dovesse avere un ca-
rattere di austerità e avvolgere, togliendola allo
sguardo curioso, la bella persona, bellissimo di per
sè e ricchissimo, come abbiamo visto, valeva, molto
spesso, ad accrescere la grazia e la civetteria della
vezzosa, che mollemente vi si avvolgeva: rare
volte le belle mani affusolate lo tenevano stretto
sotto il mento, si preferiva lasciarlo ondeggiare,
discenderlo, sollevandone i due lembi in modo da
render palesi la fodera preziosissima, la ricca veste
intessuta d'argento dorato o di perle, in modo da
far intravedere la bella figurina, che circonfusa di
splendore, si snodava da un morbido ondeggiare
di pieghe, tutto accordandosi al ritmo dell'armo-
nica andatura (fig. 6).
In tal modo le belle madonne si pavoneggiavano
graziosamente e si valevano a meraviglia di ciò
che doveva nasconderle, per mettersi vieppiù in
evidenza: se infatti pensiamo all'angustia delle
stradinole medioevali, comprendiamo come, di
necessità, il viandante si dovesse arrestare, come
potesse a suo agio ammirare anche nell'attimo fu-
gace che piecedeva la mossa civettuola, con la
quale la dolce visione tornava a rincantucciarsi nel
manto, come una pudica lumachella nel suo gu-
scio, in quel manto che le due abili mani raccoglie-
vano ora bene stretto, sul seno.
L'usanza era tutt'altro che nuova: già il Roman
de la Rose raccomandava (v. 24162) in tutti i mi-
nuti particolari la funzione e riassumeva i precetti
così: 1 la donna si ricordi come il pavone fa la ruota
e lo imiti col suo mantello » e molti anni dipoi,
Francesco da Barbeiino imponeva alla donna di
agitare talora il mantello se non volesse sembrare
di pietra! 1
Acconciatura del capo. Sul manto scendevano
lente le trecce, ove non venissero raccolte aderenti
intorno al capo o ammassate sulla nuca: qualche
ciocca si ripiegava, per ornamento, in un ricciolo
a tortiglione, che scivolava lungo le gote, o rica-
deva dietro le orecchie e sovr'esse si posava un
« velo sottilissimo ventilato dalle sottili aire con
Fig. 6 — Ambrogio Lorenzetti: SS. Agnese e Caterina.
Siena, Accademia. (Fot. Anderson).
piacevole moto » e splendeva « di molte fronde di
vermiglie rose e di 2 bianche e d'altri fiori ador-
nata, legata con rilucente oro, verde una ghir-
landa di lucenti mortine ».
1 F. da 13 a rb eh ino, Del reggimento e costume delle donne,
p. 113.
2 Boccaccio, Aintrom visione, p. 6 drl cap 1