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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 24.1921

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Fasc. 2
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Lopresti, Lucia: Pietro Testa, incisore e pittore, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17341#0107

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PIETRO TESTA, INCISORE E PITTORE

79

Nel primo (fig. 8) di una leggerezza di tocco mai
vista nel francese, il frondaggio di placca vene-
ziana par condotto agli ultimi contini di una
torpida esasperazione cromatica; nel secondo, le
macchiette cuspidate di luce potrebbero real-
mente sembrare di Salvatore, se non fossero ab-
battute con sì spietato calcolo tra le caldezze
vaporose di un cielo blu-arancio e di una terra
bruna.

11 pennello del Nostro passeggiò certo queste
brevi tele e — vogliamo commuoverci ? — forse

delle sue ricerche, c l'apporto delle sue conclusioni
nuove parvero fondersi serenamente in un'ottima
imitazione della, giovi al forza Paolinesca.

Penso al Martirio di S. Teodoro «finto di notte»,
che il Baldinucci amava (fig. ii).

L'occhio vi riconosce con delizia le valide in-
segne dell'impresa caravaggesca: balza al pen-
siero il ricordo fragrante della più pura arte del
'6oo. Ecco una spalla d'angelo che l'ombra del
capo felicemente abbatte, ecco la mitria nivea,
cara al pennello di Saraceni, ecco due teste,

Fig. 15 — P. Testa : Sacrificio di Ifigenia.
Roma, Gabinetto delle stampe.

quando la piena convinzione di un panteismo
coloristico, sfuggiva al suo spirito, senza che
nessuna equivalente certezza sapesse sostituirla.
Sono queste le ultime affermazioni pittoriche del
più accorato tra i neo-veneziani; il quale nel
Trionfo della pittura inciso (fig. 9) e dipinto
(fig. 10), tentava forse poco dopo, uno estremo
accordo tra le agitazioni della sua punta e le
caute tranquillità dei suoi colori.

* * *

Durante questo laborioso periodo evolutivo
Pietro di certo tornò a Lucca;1 e vi tornò mate-
rialmente e moralmente, poiché l'inquietudine

1 Un tale ritorno deve ammettersi anche per spiegare
l'affresco della Libertà nel cortile degli svizzeri al palazzo
ducale lucchese; opera nervosissima e non conciliabile
colle tendenze testiane del 1637.

glabre tra la nordica nebbia del fondo, che svelano
tutta una parentela Caroselli-Paolini-Testa.

Ardono, a tratti, nel rinnovato innesto, lembi
maturi di smottato colore, panni effervescenti
che il Contese amava dipingere, che il Mola amava
spiegare.

Ma Pietro è calmo, sereno, forte. A la bonne
heure!

Per quanto tempo?

* * *

Per poco — ahimè. I disegni della « Carità » e
della «Giustizia» all'Albertina di Vienna, parlano
di strani contatti cogli abbozzi del Tintoretto e
del giovane Palma; la Deposizione (fig. 12) in
S. Paolino si concentra ferocemente nello studio
oltracotante di un panno bianco tormentato di
rudi sfaccettature; il Prometeo di casa Mansi
mostra, fra i guasti di un fondo scurissimo, certe
 
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