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96 IDOLFO VENI URI
come i fantastici edifìci, vacui e preziosi, tessuti di elaborate trine, trasparenti quasi
lastre d'avorio, nel fondo dell'affresco di Sant'Anastasia.
Altro disegno, tra i più rari del Pisanello, è uno studio di dromedario nella Biblio-
teca reale di Windsor ffig. 7). Con insuperabile precisione, con leggierezza pittorica, la
penna segna i riccioli del mantello sul dorso gibboso, come gl'ispidi ciuffi di pelo alle ginn-
1
i
Fig. 7 — Pisanello : Studio di dromedario. Windsor, Bibl. Reale.
ture e sulla gobba oscillante, che una scritta di mano del maestro indica incompiuta, il ra-
sato pelo dell'addome 0 la molle lanugine della criniera. Le nari, le flaccide labbra, si
arricciano come i petali dei fiori, le foglie aggrinzite dal vento. E dal dondolio della
fune, che segue pigramente oscillando il ritmo lento della massa, dalla spenta luce del-
l'occhio, che nella sua mansuetudine rassegnata, nella sua placidità languente e gran-
diosa, sembra riflettere la monotona sconfinata visione delle sabbie, si sprigiona l'idil-
lica tristezza, la profonda vergiliana poesia tradotta dal grande Veronese nelle sue
georgiche visioni di pascolanti o aggiogate mandre.
Adolfo Vknturi.
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come i fantastici edifìci, vacui e preziosi, tessuti di elaborate trine, trasparenti quasi
lastre d'avorio, nel fondo dell'affresco di Sant'Anastasia.
Altro disegno, tra i più rari del Pisanello, è uno studio di dromedario nella Biblio-
teca reale di Windsor ffig. 7). Con insuperabile precisione, con leggierezza pittorica, la
penna segna i riccioli del mantello sul dorso gibboso, come gl'ispidi ciuffi di pelo alle ginn-
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Fig. 7 — Pisanello : Studio di dromedario. Windsor, Bibl. Reale.
ture e sulla gobba oscillante, che una scritta di mano del maestro indica incompiuta, il ra-
sato pelo dell'addome 0 la molle lanugine della criniera. Le nari, le flaccide labbra, si
arricciano come i petali dei fiori, le foglie aggrinzite dal vento. E dal dondolio della
fune, che segue pigramente oscillando il ritmo lento della massa, dalla spenta luce del-
l'occhio, che nella sua mansuetudine rassegnata, nella sua placidità languente e gran-
diosa, sembra riflettere la monotona sconfinata visione delle sabbie, si sprigiona l'idil-
lica tristezza, la profonda vergiliana poesia tradotta dal grande Veronese nelle sue
georgiche visioni di pascolanti o aggiogate mandre.
Adolfo Vknturi.