Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 24.1921

DOI issue:
Fasc. 3
DOI article:
Salmi, Mario: Note sulla Galleria di Perugia
DOI Page / Citation link: 
https://doi.org/10.11588/diglit.17341#0191

DWork-Logo
Overview
loading ...
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
NOTE SULLA GALLERIA DI PERI ',IA

è forse il più antico documento pittorico che
riveli il suo stile. Reca infatti la data 1320.1 A
parte poi gli affreschi della cripta di S. Francesco
assegnati a seguaci di Meo, - sarebbe facile elen-
care altri dipinti in S. Bevignate, in S. Matteo e
altrove che mostrano l'influsso di lui, conservatosi
a lungo nell'ambiente artistico perugino. Tuttavia
egli non fu il solo senese che abbia avuto parte
nello svolgimento della pittura del Trecento in
Umbria; e vanno ancora distinti e meglio classi-
ficati gl'imitatori di Simone Martini, dei due Lo-
renzetti 3 e di Lippo Menimi specie, per quest'ul-
timo, ad Orvieto. A Perugia un suo tardo imitatore
dipinse un grande affresco ora alla ('.allevia (n. 53)
staccato dal Monastero di S. Giuliana. È diviso in
tre parti: nella centrale, la Madonna della Miseri-
cordia accoglie sotto l'ampio manto rosso, le
monache e il minuscolo cappellano; a sinistra è
il S. C ristoforo che traghetta il Bambino; a destra,
il fondatore del monastero, Giovanni da Toledo,
vescovo di Porto, in abito cardinalizio. 11 tipo di
Lippo si ritrova nel volto tondeggiante della Ma-
donna; e poiché l'affresco è de! 1370, l'anonimo
umbro deve avere studiato le forme del maestro
ad Orvieto o le imitò a traverso l'attività di altri
senesi — specie di Bartolo di Predi — dei quali
la nostra Galleria conserva qualche opera signi-
ficativa. 4

[^Senza jnsistere qui su questi ed altri dipinti, già
tutti identificati e studiati, della scuola senese del
Trecento e dei primi del Quattrocento, ricordiamo
qualche opera che, sebbene di valore immensamente
inferiore, accenni ad un carattere locale. Tali ci
sembrano due piccoli trittici cuspidati, sordi di
intonazione ed anneriti. Nel maggiore (n. 73)
adorno di gattoni rampanti, si vede lo sposalizio

1 L'affresco è sormontato dalla iscrizione seguente: AX-
[N]0' D[OMI]XI. M ' C • C ■ C • XX • HOC ■ OPVS 1-ECIT
FIERI D[OMINVS]S- IACOB[V]S • PLEBAN[V]S.

2 A.*Lupattelli, S. Francesco il Pral" in Perugia,
Ruma, 1902, 16-17; Bombe, op. ci/., 37. Il Rothes, Anfdnge
des Umbrisch. Malerci, Strassbourg, 1908, parla stranamente
per questi affreschi, di arte g ottesca.

3 II dipinto è elencato dd Bombe, o,s. cit , 42. In
S. Agostino di Montefalco fu scoperta una Incoronazione
delta Vergine da attribuirsi a Cola Petruccioli. Ai piedi
del gruppo divino giace una Eva similissima a quella
dell'affresco di Ambrogio, con la Madonna e Santi, nella
chiesuola di S. Galgano sul monte Siepi. L'i flusso di questo
artista che non lavorò in Umbria, si spiega tuttavia facil-
mente stipp «ìen lo che Cola s a stato a Siena. Su Cola,

.che dipinse anche a Perugia, si veda Berenson, Essays
in the study of siencse Painting, Xew-York, 1918, e De
NICOLA, in Rassegna d'Arie, 1919, 99-100.

4 Vavassour Elder, op. cit.; Berenson, op. cit.

di S. Caterina, presente S. Margherita a mani
giunte e, al di sopra, il Crocefisso fra la Vergine e
Giovanni e la Maddalena. Lo sportello di sinistra
mostra l'Angelo annunziante, e, accoppiati. San
Bartolomeo e S. Antonio Abate, S. Francesco e
S. Lorenzo; quello di destra, l'Annunciata, e, in
paesaggio infantile, la Natività (fig. 11). Nell'al-
tro trittico (n. 83), la Madonna appare in un trono
assai complicato, col Bimbo che l'abbraccia, fra
S. Caterina (che posa, come la precedente, sulla
ruota infranta) e S. Lucia Nei pannelli laterali
stanno S. Giacomo e S. Apollonia, S. Francesco e

Fig. 11 — Anonimo umbro: Trittico portatile.
Perugia, Galleria — (Fot. Ministero P. I.).

S. Agnese (fig. 12). Sono trittichetti portatili,
di fattura analoga, condotti negli ultimi decenni
del Trecento, ad imitazione di que li diffusi in To-
scana per opera, sopra a tutto, di Bernardo Daddi e
dei suoi imitatori. 11 primo anzi, per la struttura
del trono e la disposizione delle figure, rammenta
quello ben noto di Jacopo di Casentino india Rai-
colta Cagnola.' Ma per le proporzioni Bei perso-
naggi un po' pesanti ed atticciati e la struttura
dei volti larghi, si rivelano opere locali eannunziano
le forme schiettamente umbre di Ottaviano Nelli
e di Luca da Perugia, che dipingeva a Bologna nella
cappella Pepoli in S. Petronio, l'anno 141 y.1
Il carattere della modesta arte locale si può no-
tare anche in una tavola frammentaria e danneg-
giata, dei primi del Quattrocento (n. 134). Sei
angioletti in alto, cinta la testa di una corona di
rose, congiungono le mani in preghiera volti alla

1 Cfr. H. P. Horne, in Rivista d'Arte, a. VI (1909), fa-
scicoli 2-4.

2 W. Bombe, op. cit., 71.
 
Annotationen