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MARIO SALMI
della tunica, listata di un bordo verde. La tavola,
già creduta del sec. xin, è opera della bottega
del Bonfigli, del quale ritroviamo la caratteristica
Perugia, Galleria — (Fot. Ministero P. I.).
stilizzazione dei capelli raccolti in ciuffi ricciuti,
reminiscenza gotica che a Perugia era apparsa
sviluppatissima, nel polittico del senese Domenico
di Bartolo. Ma la derivazione del tipo dell'Ecce
Homo, è fiorentina. Nel tesoro della Basilica di
Assisi si conserva una testa di Cristo simile alla
nostra, disegnata a penna su pergamena, incol-
lata poi ad una tavola, e colorita leggermente di
azzurro nel fondo, di rosso nella croce e nella
bordura del nimbo, nelle labbra e nella con iuntiva
degli occhi; di bistro nel rimanente (fig. 19). Perii
finissimo lavoro, si parla di scuola tedesca; tuttavia
nel Cristo nobile e pensoso, crucciato appena dai
dolori che egli sopporta con animo superiore, non si
dubita un istante a riconoscere la tradizione del
Beato Angelico. E se completiamo idealmente la
bianca figura, essa ci richiama le immagini del
Redentore che adornano le celle di S. Marco a
Firenze, e in ispecie quella con la Tentazione di
Cristo. Dell'Angelico vediamo inoltre le polpose
e spioventi sopracciglia e la forma del lacrimatoio
degli occhi, pur non riuscendo a scoprirvi la
sua arte, bensì quella del suo miglior seguace,
del Gozzoli intorno al 1450, quando per S. Fortu-
nato di Montefalco firmava un soavissimo affresco
datato appunto in quell'anno, di cui ci restano la
Madonna, il Bimbo ed un angelo, che sono le fi-
gure più vicine per colore e per forme al Maestro.
La tavoletta di Perugia è certo in rapporto con
quella di Assisi: nella più semplice struttura della
testa, meno disegnata, piatta, resa schematica e
stilizzata, ha però un valore spirituale superiore.
La bocca del Cristo ad Assisi semi-aperta è dive-
nuta riarsa e tagliente; ed il rosso è ricercato come
nota tragica dominante. Minor sapienza dunque
notiamo nel quadro di Perugia ma l'emozione
intensa, derivata dal misticismo umbro che vi è tra-
dotto in un insieme di stilizzazione e di realismo.
Benozzo Gozzoli è ben rappresentato nella
Galleria con una pala d'altare del 1456. Inoltre
nel Catalogo gli viene attribuita una seconda ta-
vola (n. 125) proveniente daMonteluce (fig. 20), sulla
quale desidero di trattenermi brevemente, innanzi
di chiudere queste note. Vi vediamo la Vergine
col Bimbo a mezzo busto fra sei angeli: quattro
adoranti e due in atto di presentare vasi con rose.
Il gruppo campito su di un fondo « estofado
d'oro » come direbbero i catalani, mostra una vi-
Fig. 19 — Benozzo Gozzoli: Ecce Homo.
Assisi, Tesoro della Basilica.
vacità straordinaria per la ricca varietà dei colori
La Madonna ha una tunica vermiglia, ' empestata di
piccole frecce d'oro e un bel manto azzurro squii-
MARIO SALMI
della tunica, listata di un bordo verde. La tavola,
già creduta del sec. xin, è opera della bottega
del Bonfigli, del quale ritroviamo la caratteristica
Perugia, Galleria — (Fot. Ministero P. I.).
stilizzazione dei capelli raccolti in ciuffi ricciuti,
reminiscenza gotica che a Perugia era apparsa
sviluppatissima, nel polittico del senese Domenico
di Bartolo. Ma la derivazione del tipo dell'Ecce
Homo, è fiorentina. Nel tesoro della Basilica di
Assisi si conserva una testa di Cristo simile alla
nostra, disegnata a penna su pergamena, incol-
lata poi ad una tavola, e colorita leggermente di
azzurro nel fondo, di rosso nella croce e nella
bordura del nimbo, nelle labbra e nella con iuntiva
degli occhi; di bistro nel rimanente (fig. 19). Perii
finissimo lavoro, si parla di scuola tedesca; tuttavia
nel Cristo nobile e pensoso, crucciato appena dai
dolori che egli sopporta con animo superiore, non si
dubita un istante a riconoscere la tradizione del
Beato Angelico. E se completiamo idealmente la
bianca figura, essa ci richiama le immagini del
Redentore che adornano le celle di S. Marco a
Firenze, e in ispecie quella con la Tentazione di
Cristo. Dell'Angelico vediamo inoltre le polpose
e spioventi sopracciglia e la forma del lacrimatoio
degli occhi, pur non riuscendo a scoprirvi la
sua arte, bensì quella del suo miglior seguace,
del Gozzoli intorno al 1450, quando per S. Fortu-
nato di Montefalco firmava un soavissimo affresco
datato appunto in quell'anno, di cui ci restano la
Madonna, il Bimbo ed un angelo, che sono le fi-
gure più vicine per colore e per forme al Maestro.
La tavoletta di Perugia è certo in rapporto con
quella di Assisi: nella più semplice struttura della
testa, meno disegnata, piatta, resa schematica e
stilizzata, ha però un valore spirituale superiore.
La bocca del Cristo ad Assisi semi-aperta è dive-
nuta riarsa e tagliente; ed il rosso è ricercato come
nota tragica dominante. Minor sapienza dunque
notiamo nel quadro di Perugia ma l'emozione
intensa, derivata dal misticismo umbro che vi è tra-
dotto in un insieme di stilizzazione e di realismo.
Benozzo Gozzoli è ben rappresentato nella
Galleria con una pala d'altare del 1456. Inoltre
nel Catalogo gli viene attribuita una seconda ta-
vola (n. 125) proveniente daMonteluce (fig. 20), sulla
quale desidero di trattenermi brevemente, innanzi
di chiudere queste note. Vi vediamo la Vergine
col Bimbo a mezzo busto fra sei angeli: quattro
adoranti e due in atto di presentare vasi con rose.
Il gruppo campito su di un fondo « estofado
d'oro » come direbbero i catalani, mostra una vi-
Fig. 19 — Benozzo Gozzoli: Ecce Homo.
Assisi, Tesoro della Basilica.
vacità straordinaria per la ricca varietà dei colori
La Madonna ha una tunica vermiglia, ' empestata di
piccole frecce d'oro e un bel manto azzurro squii-