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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 24.1921

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Fasc. 4
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Moschini, Vittorio: Le architetture di Pietro da Cortona
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https://doi.org/10.11588/diglit.17341#0219

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LE ARCHITETTURE DI PIETRO DA CORTONA

IQI

da un sol punto centrale apparissero, nell'insieme
spazioso, le masse e le luci in culmine d'effetto.
Ma questo qualcosa di rinascimentale si manifesta
non solo nella pianta, astra/ione della vera opera
d'arte, che per sè non basterebbe, ma proprio
nello stile concreto dell'insieme, nell'espressione
intesa nel senso più spirituale. E questo appare
anche nella facciata, e nella cupola, accanto ;i
quegli elementi più propriamente barocchi che
abbiamo notato, nel ritmo dell'insieme. Ora non
giungiamo addirittura a vedere in S. Luca« ...corn-
ine une suite de l'art de Palladio, une reprise de
San Giorgio Maggiore et du Redentore... », come
voleva il Revmond,1 v'è di mezzo un calore,
una ridondanza barocca clic nulla hanno a che
fare col Palladio; sua tuttavia il Revmond, così
spesso line ed acuto nelle sue osservazioni, magari
sotto l'abito di una apparente facilità, anche qui
ha colpito in gran parte nel giusto, notando quanto
di classico \i sia nell'opera.

Prima ancora della chiesa alta Pietro da Cortona
iniziò la costruzione di quella inferiore, con le cap-
pelle per i santi dei quali si rinvennero allora i
corpi. Anche qui l'arte del maestro raggiunge espres-
sioni assai armoniose nella cappella grande, dalle
pareti così classicamente spartite, dominata da
quel fastosissimo altare centrale, vera meravi-
glia di sapienza decorativa. Ma forse ancor più vi-
vace e spa/.iosa d'effetto è quella specie di prima
cappella ottagona, avente per quadro d'altare il
finissimo rilievo dell'Algardi, con gioco gustoso
di pieni e di vuoti, con colonne smussanti gli an-
goli delle pareti (variate nella loro stesa da nic-
chie con statue piuttosto composte), con decora-
zioni in stucco, come il fresco anello floreale che
Cinge la finestra tonda clic s'apre nella chiesa su-
periore. Anche in questa chiesa inferiore notiamo
talora, 1 usi nell'unità dell'insieme, accenti parti-
colarmente barocchi: frontispizi che si spezzano
ad accogliere auree conchiglie, festoni che con
molli ondulazioni diminuiscono la rigidezza di certe
linee, effetti prospettici nelle volte, ricerche di
spazio nell'insieme.

Lo stile della chiesa di S. Luca Io ritroviamo
nel monumento sepolcrale di Asdrubale Montanti
in S. Gerolamo della Carità, in quel prospetto
architettonico sormontato da un frontone di vi-
vacissimo rilievo variato dal frangersi della cor-
nice superiore, con lo stemma del defunto nel
sommo, vasi con fiaccole ai lati, l'n senso finissimo
dei rapporti armonizza l'insieme e ne fa un'opera
assai bella. Vi si nòta una qualche ricerca di gran-

1 M. Revmond, L'art romain du XVII siede, in Revuc
iti deux Moniti, 15 marzo 1412, p. 410 e segg. (ri-
stampato in: De Michel-Ange à Tiepolo).

diosità in quei volumi clic così significativamente
si affollano nell'alto ricordando certi particolari
della cupola di S. Luca. Opere invere inferiori sono
la cappella «Iella Concezione che il maestro cor-
tonese costruì in S. Lorenzo in DamasO, i due
uguali monumenti sepolcrali in S. Lorenzo fuori
le mura 1 e non m'indugio su di esse. Sarebbe
invece interessante il parlare un po' a lungo degli
anni fiorentini del maestro, dei progetti incom-
piuti che ci appaiono nei disegni degli Uffizi. Forse
in un primo tempo si potrebbero collocare due
progetti di facciata per chiesa (dis. ardi. 2215-
2216) con carattere un po' rigido e poco audace,
che non starò a descrivere. Più difficile è collocare
nel tempo cpiei cinqui- disegni per una cappella
ignota (dis. ardi. 2210-221 <) notevolmente di-
versi tra loro, dei quali specialmente armonioso
è il quarto (2213) con tratti di freschezza vivace,
mentre l'ultimo (221 \) è probabile che non sia
di mano del Cortona per certe tremolanti incer-
tezze, per freddezze e povertà nel disegno di ta-
luni particolari decorativi, specie se confrontati
a quelli che appaiono nel foglio precedente (2213).
Nella stessa collezione troviamo quei bellissimi
disegni (dis. ardi. 2141, 2112, 3512) per trasfor-
mare baroccamente la facciata di palazzo Pitti
e l'anfiteatro di Boboli, che sono stati di recente
illustrati.2 Certo qualora lasserò stati tradotti
in pratica si sarebbe data mirabile unità di stile
all'edificio nel suo interno, cosi vivacemente de-
corato dallo stesso maestro cortonese, e nella sua
architettura che sarebbe apparsa di trionfale gran-
diosità. Xe sarebbe stata sì del tutto sopraffatta
l'opera del Krunellesco e questo a noi avrebbe
dato assai da pensare, per il senso storico della
nostra epoca, ma i barocchi erano felicemente
incuranti di tutto ciò, nemici di ogni archeologia
e pieni di una continua enfatica esaltazione del
loro tempo e della loro genialità: il fervore l'anta
stico li allontanava dalla critica degli eruditi.

Sarebbe forse degno di uno studio particolare e
preciso quanto Pietro da Cortona ci ha lasciato
di progetti in alzato, di piante, di studi e varia-
zioni di particolari, per la chiesa che si doveva
costruire in Firenze per i padri dell'Oratorio.
Nella collezione degli Uffizi ci sono conservati una
quarantina di disegni dai quali appare quanto

1 Un disegno per tale opera in S. Lorenzo si trova agli
Uffizi (dis. aioli. 2178) ed in fsso appare delineata la parte
centrale di tali monumenti; nello stesso foglio si vede uno
schizzo per le volute da porre ai lati del busto, come sono
nel monumento.

2 (ìiovANNONi, Il restauro architettonico di Palazzo Pilli
nei disegni di Pietro da Cortona {Rasa. d'Arte, novembre-
dicembre 1920).
 
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