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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 24.1921

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Fasc. 4
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Moschini, Vittorio: Le architetture di Pietro da Cortona
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https://doi.org/10.11588/diglit.17341#0222

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VITTORIO M0SCHIN1

avrebbe sì bene ambientato la sua opera fonden-
dola intimamente alla costruzione primitiva? La
bassa cupola a calotta dell'edifìcio, anteriore al-
l'opera del maestro, appare nell'insieme con tale
naturalezza, la sua funzione ha qualcosa di sì ne-
cessario, da giustificare la leggenda che ne fece
il Cortona il costruttore. Certo se egli non la co-
struì materialmente la seppe intendere e ricreare
dandole un nuovo valore nell'insieme.

Nonostante il breve tempo che separa la chiesa
della Pace dalla seguente grande opera di Pietro
da Cortona, S. Maria in Via Lata (1658 (12), pur
lo stile del maestro si manifesta notevolmente
svolto \ ersi 1 11 in >vi orizzonti, il suo classicismo'tende
a palesarsi in modo ormai preponderante.

Innanzi a tale opera veramente mirabile tutti
sentono con quanta maestria l'artista seppe con-
cretare quell'arioso duplice portico (fìg. 5) dagli in-

Fig. 5 — Roma, Santa Maria in Via Lata: facciata.

t ercolini ni sapientemente variati, si da non produrre
monotonia, serrato tra le due zone in pieno soli-
damente piantate ai suoi lati. 11 cortonese sia
pur riprendendo motivi romani si mostra qui così
personale, sa infondere un palpito di vita così suo,
compone questa opera con un fare così respirante,
«la potersi ben dire che egli assorbì e trasformò
ogni antecedente.1 Genialissimo quel frontispizio

1 Non credo dover insistere sui rapporti in generale
dei barocchi con i precedenti storici, con le fonti, per così

che forma il vertice della composizione accompa-
gnato con slancio unanime dall'arco vigoroso che
si protende nel suo timpano.

I-'accordo verso l'alto di cornici ad angolo ed
in curva che vediamo pure nel frontispizio della
Pace appare qui con maggior fusione, con effetto
più robusto. La ricerca di slancio che alla Pace
si era concretata con un qualche sapore borro-
miniano nel secondo ordine della facciata, si ma-
nifesta qui in un agile classicismo di carattere de!
tutto nuovo e individuale. Quella certa vivacità
espressiva dell'insieme, le bellissime decorazioni
delle volte del portichetto (particolarmente nel
basso), la floridezza dei capitelli, le fiaccole agi-
tate sugli acroteri danno una particolare anima-
zione a questa opera.1

Anche nel bel palazzetto che Pietro da Cortona
si el esse ( 1660) per abitazione 2 vediamo un ritmo
di slanci armoniosi, degli accordi sì felici che ci
fanno rimpiangere vivamente la sua perdita.

Assai notevole per la sua bellezza come per la sua
importanza storica è un progetto di fontana con
sfondo architettonico trovato dal prof. A. Munoz
nella biblioteca Chigiana,3 e che si può porre
nel tempo di papa Alessandro VII.4 Due sono

dire, di taluni loro motivi. Come sarebbe erroneo voler
prendere alla lettera chi cercava le origini del barocco nei
monumenti arabi ed asiatici (A. Ricci), od orientali in ge-
nere (Reymond), così sarebbe poco preciso vedere determi-
nisticamente sui barocchi l'influsso di certe architetture
romane o dell'Asia Minore. Le vere fonti dei secentisti le
dobbiamo trovare in loro stessi, nella loro fantasia. Del
resto anche se essi si volgevano ad imitare opere orientali
o dell'impero erano pur sempre loro che vi si volgevano ed
in tanto davano ad esse un nuovo valore in quanto vi ve-
devano rispecchiate le proprie necessità spirituali.

1 II Cortona pensò pure a decorare in parte l'interno
della stessa chiesa. In un foglio della collezione degli Uffizi
(dis. arch. 2832) si vede un motivo decorativo che fu svolto
ad ornare le pareti delle navi laterali. Tra un altare e l'al-
tro (altare sormontato nel quadro da un duplice timpano)
paraste inquadrano le aperture delle cappelle con capitelli
aggraziati che tuttora si conservano. Xella parete tra cap-
pella e cappella s'apre in basso una porta sormontata da
un tondo, nella chiesa attuale riempito da un quadro so-
stenuto ai lati da angeli dorati, completamento posteriore.
Sul tondo si apre una curva grande finestra chiusa da sbarre
«li ferro poste a raggerà, come attualmente,

2 V. LUCASI, La Via della Pedacchia e la casa di Pietro
da Cortona, Roma, 1HH5.

3 |)cbb«> qui ringraziare vivamente il Prof. Munoz di
tali- cortese comunicazione,

4 Potrebbe esservi un legame tra tale progetto e i « disegni
di abbellimenti di Roma » di papa Alessandro VII (vedi
Munoz, Nuovi studi sul Bernini, in L'Arte, 1017, fase. 1).
 
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