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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 24.1921

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Fasc. 4
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Venturi, Adolfo: Disegni inediti di Michelangelo
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https://doi.org/10.11588/diglit.17341#0253

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DISEGNI INEDITI DI .1/ICIIEI.ANGELO

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terminate delle pie donne, sul cui grembo Maria cade con terribile inerzia di tronco at-
terrato da un colpo d'ascia.

Sull'altra faccia dello stesso foglio (fig. 2), si vede un disegno evidentemente più
antico, che ci trasporta ai tempi in cui Michelangeli) lavorava alla volta della cappella
Sistina, anzi a uno dei primi riquadri: il Diluvio. E un rapidissimo schizzo, dove le forme,
abbozzate da un groviglio di segni con foga magnifica, si accostano, si accavallano, indefi-
nite a tratti, ma possenti nella formidabile ampiezza della massa, nell'impeto investi-
tore, che anima ogni elemento di quella umanità in lotta con la morte, ogni muscolo
contratto da angoscia 0 disperatamente teso verso la salvezza. A prima vista, il foglio

Fig. 2 — Verso del foglio sopraindicato. Parigi, Collezione Bonnat.

sembra tradurre la visione del Diluvio in un immane frastuono di onde accavallan-
tisi; la visione d'insieme soverchia il particolare indeterminato e confuso; ma grado per
grado, l'occhio disviticchia dal confuso ammasso le forme; in primo piano, un nudo gi-
gante con la testa riversa, un'atletica forma di putto, una donna accosciata con sguardi
morenti; più nel fondo i naufraghi prendon d'assalto l'Arca, con impeto di onde soverchianti
una nave. Nell'affresco, Michelangelo completamenti trasformò la composizione, scin-
dendola in blocchi statuari, aggiungendo all'Arca il fragile battello destinato a inabis-
sarsi, dopo aver assistito all'orrore di una lotta fratricida, face ndo di un albero in balìa
del vento il culmine tragico del gruppo che dalla riva assiste all'avanzar della morte
con le acque ascendenti; e forse più terribile appare, nel disegno, la confusa orda umana,
fra cui si sorprendono tragiche figure: un vecchio che avanza riverso, scolpito dall'ombra
intensa, con impeto di rottame scagliato dalle onde verso la riva: un giovane ciclopico
come i nudi della volta, rattratto a lottare contro le acque, in una posa che dà il massimo
rilievo ad ogni muscolo dell'erculeo torso. Affondata nelle spalle la testa nodosa, il
vinto gigante guata la torva minaccia dei flutti con occhio inorridito, di fiera che senta
ansimare al suo fianco il respiro affannato del cacciatore.

L'Arte. XXIV, 29.
 
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