LEONARDI ANA
* * *
Di ottimo fondamento ci sembra invece l'attribuzione a Leonardo della Madonna
nota sotto il nome di Signa (fig. 3), il paese d'origine di questo tipo di plastiche in « gesso
duro ». 1 Tutto un gruppo di stucchi, terrecotte, marmi, come giustamente ha no-
tato Theodore A. Cook,2 risale a questo rarissimo esemplare, scolpito in pietra e rive-
stito di gesso, invece che al noto rilievo del Verrocchio, già in Santa Maria Nuova,
ora al Museo Nazionale di Firenze. Ma nè il rilievo del maestro di Leonardo, nè alcuno
degli altri che derivano dalla preziosa Madonna rintracciata da Mr, (">. B. Dibblec in
Fig. 3 — Leonardo : Madonna.
Oxford, presso G. B. Dibblee.
Italia ne] 1897, offre riscontri di stile con essa, esempio isolato nel meraviglioso mondo
della plastica fiorentina.
Leonardo pittore, e i suoi sogni di nebulose atmosfere, di ombre tenui sgretolanti
la compattezza della forma, trovano attuazione in questo gruppo di Madonna e Bambino,
che ha ancora l'incanto delle opere giovanili, della Madonna del Fiore ad esempio. La
rotondità del volto, la convessità dell'ampia fronte, il peso delle palpebre morbide, ci
richiamano le opere di quel periodo primitivo del Maestro. Le mani, in tutti gli altri
simili rilievi, derivati dalla Madonna di Signa, più tardi quindi, conservano il nervoso,
sottile, preciso modellato dei quattrocentisti fiorentini; e le pieghe si fanno di forma
1 Theodore A. Cook, The Signa Madonna,
Ai! èssay in Comparisons, December, rg 19, printer]
by the Field Pres Ltd., Windsor House, Bream's
Buildings, London, E. C. 4 (to'- private Circula-
tion only).
2 Siamo dolenti di non poter presentare la ri-
produzioni'del gruppo marmoreo in iscoreio, quale
si vede nella tavola C dell'opuscolo di Teodoro
Cook. Da essa risulta, molto più evidente la mano
di Leonardo,
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Di ottimo fondamento ci sembra invece l'attribuzione a Leonardo della Madonna
nota sotto il nome di Signa (fig. 3), il paese d'origine di questo tipo di plastiche in « gesso
duro ». 1 Tutto un gruppo di stucchi, terrecotte, marmi, come giustamente ha no-
tato Theodore A. Cook,2 risale a questo rarissimo esemplare, scolpito in pietra e rive-
stito di gesso, invece che al noto rilievo del Verrocchio, già in Santa Maria Nuova,
ora al Museo Nazionale di Firenze. Ma nè il rilievo del maestro di Leonardo, nè alcuno
degli altri che derivano dalla preziosa Madonna rintracciata da Mr, (">. B. Dibblec in
Fig. 3 — Leonardo : Madonna.
Oxford, presso G. B. Dibblee.
Italia ne] 1897, offre riscontri di stile con essa, esempio isolato nel meraviglioso mondo
della plastica fiorentina.
Leonardo pittore, e i suoi sogni di nebulose atmosfere, di ombre tenui sgretolanti
la compattezza della forma, trovano attuazione in questo gruppo di Madonna e Bambino,
che ha ancora l'incanto delle opere giovanili, della Madonna del Fiore ad esempio. La
rotondità del volto, la convessità dell'ampia fronte, il peso delle palpebre morbide, ci
richiamano le opere di quel periodo primitivo del Maestro. Le mani, in tutti gli altri
simili rilievi, derivati dalla Madonna di Signa, più tardi quindi, conservano il nervoso,
sottile, preciso modellato dei quattrocentisti fiorentini; e le pieghe si fanno di forma
1 Theodore A. Cook, The Signa Madonna,
Ai! èssay in Comparisons, December, rg 19, printer]
by the Field Pres Ltd., Windsor House, Bream's
Buildings, London, E. C. 4 (to'- private Circula-
tion only).
2 Siamo dolenti di non poter presentare la ri-
produzioni'del gruppo marmoreo in iscoreio, quale
si vede nella tavola C dell'opuscolo di Teodoro
Cook. Da essa risulta, molto più evidente la mano
di Leonardo,