DI ALCUNI AFFRESCHI INEDITI DELLA SCUOLA DI RAFFAELLO 183
a Giulio Romano che, nella decorazione delle pareti dello stesso portico, aveva co-
piato le storie più belle dipinte dal maestro nello stanzino del Bibbiena.
Purtuttavia, decorando la volta del portico, egli non si attenne allo schema geo-
metrico adottato dall'Urbinate nella « stufetta » avendoglielo impedito la diversa su-
perficie e forse i soggetti che doveva ritrarre. Ciononostante egli cercò di conservare
quella sobria eleganza e quella misura perfetta, tutte proprie del maestro.
L'allievo prediletto di Raffaello ancora una volta si ispirò all'arte di Roma impe-
riale rifuggendo dalla decorazione eccessivamente trita e pesante che Giovanni da Udire
aveva adoperato nelle Logge; egli, non potendo rifare in tutto e per tutto ciò che
Fig. 5 — Scuola di Raffaello : Musa.
già aveva dipinto il maestro, si accontentò di avvicinarsi il più possibile allo spirito
dell'Urbinate e di ritrarre le forme a lui care.
Infatti, oltre che nelle scene principali, rivediamo qua e là gli stessi motivi e gli
stessi atteggiamenti adoperati da Raffaello, sia nei segni dello Zodiaco, sia nelle altre
figurette della volta qui riprodotte. E perfino quell'amorino, oggi al museo dell'Eremi-
taggio di Pietroburgo, che il Passavant disse appartenere alla maniera degli Zuccari,
non è che la copia, a maggiori dimensioni, di un altro amorino dipinto in una
grottesca della parete di sinistra nello stanzino del Cardinal Bibbiena.
* * *
Lo stato di conservazione di questi frammenti non è certo dei migliori; tuttavia,
se si fa eccezione per uno o due che vanno a mano a mano deperendo, gli altri sono
ancora passibili di avveduti restauri.
Entro dodici tondi, aventi un diametro di circa trentaquattro centimetri, sono
rappresentati i segni dello Zodiaco.
a Giulio Romano che, nella decorazione delle pareti dello stesso portico, aveva co-
piato le storie più belle dipinte dal maestro nello stanzino del Bibbiena.
Purtuttavia, decorando la volta del portico, egli non si attenne allo schema geo-
metrico adottato dall'Urbinate nella « stufetta » avendoglielo impedito la diversa su-
perficie e forse i soggetti che doveva ritrarre. Ciononostante egli cercò di conservare
quella sobria eleganza e quella misura perfetta, tutte proprie del maestro.
L'allievo prediletto di Raffaello ancora una volta si ispirò all'arte di Roma impe-
riale rifuggendo dalla decorazione eccessivamente trita e pesante che Giovanni da Udire
aveva adoperato nelle Logge; egli, non potendo rifare in tutto e per tutto ciò che
Fig. 5 — Scuola di Raffaello : Musa.
già aveva dipinto il maestro, si accontentò di avvicinarsi il più possibile allo spirito
dell'Urbinate e di ritrarre le forme a lui care.
Infatti, oltre che nelle scene principali, rivediamo qua e là gli stessi motivi e gli
stessi atteggiamenti adoperati da Raffaello, sia nei segni dello Zodiaco, sia nelle altre
figurette della volta qui riprodotte. E perfino quell'amorino, oggi al museo dell'Eremi-
taggio di Pietroburgo, che il Passavant disse appartenere alla maniera degli Zuccari,
non è che la copia, a maggiori dimensioni, di un altro amorino dipinto in una
grottesca della parete di sinistra nello stanzino del Cardinal Bibbiena.
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Lo stato di conservazione di questi frammenti non è certo dei migliori; tuttavia,
se si fa eccezione per uno o due che vanno a mano a mano deperendo, gli altri sono
ancora passibili di avveduti restauri.
Entro dodici tondi, aventi un diametro di circa trentaquattro centimetri, sono
rappresentati i segni dello Zodiaco.