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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 30.1927

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Tea, Eva: Witelo: prospettico del secolo XIII
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WITELO
PROSPETTICO DEL SECOLO XIII

I.
WlTELO. 1
« In Witolone sono 805 conclusioni di prospettiva,
lamine nel Castello di Pavia » (Cod. B. 58 a).
« Witolone che è nel Castello di Pavia, che tratta
di matematica.
« Vitolone in Sa’ Marco » (Cod. B. M. 796).
Devo alla suggestione di questi appunti leonar-
deschi la conoscenza di Vitellione o Witelo polono:
e poiché la lettura della sua opera mi procurò di-
lettosa sorpresa e lume non piccolo a intendere
l’arte italiana, da Giotto a Leonardo, mi sembra
utile divulgarne la notizia fra gli amatori delle
verità sottili.
* * *
Il nome di Vitellione o Vitolone, sì familiare
a Leonardo, è la forma definitiva di varie lezioni
ricorrenti in mss. più antichi: Vitilo, Wytilo, Wi-
tulio, Witalio, Vytelo, Vitelo.
Solo nel secolo xv si cominciò ad usar il raddop-
piamento: WHello, donde Vitellione, reminiscenza
forse del latino Vitellus o Vitellio.2 Uno scrittore
polacco credè scorgervi la traduzione umanistica
della parola ciolek ( = vitello) e assegnò l’autore
della Perspectiva alla nobile famiglia polacca dei
Ciolki. Altri lo identificò erroneamente con il ve-
scovo di Plock, Andrea li, detto Ciolek, sive vitu-
lum dicere malueris, vissuto alquanto prima.
Filius Thuringorum et Polonorum egli si professa

1 Per le citazioni dal De Perspectiva. di Witelo, come
Per quelle di Alhazen, mi valgo dell’edizione del Risner,
Opticae Thesaurus Alhazeni Arabis libri septem, nunc pri-
mum aediti, eiusdem liber de Crepusculis et Nubium ascen-
sionibus. Item Vitellonis thuringopoloni libri X. Omnes
instaurati, figuris illustrati, et auctis adjectis etiam in Alha-
zenum commentariis a Federico Risnero, Basileae, per epi-
scopios, MDLXXII.
C. Baeumker, Witelo, ein Philosoph und Naturforscher
des XIII Jahrhunderts, in Beitrage zur Geschichte der Phi-
losophie des Mittelalters, Miinster, 1908, pag. 190. Il B. pub-
blica per intero ii trattato De Intelligentiis e la parte filo-
sofica del De Perspectiva.

nella dedica a Guglielmo di Moerbeke; e altrove
dice: in nostra terra, scilicet Poloniae (Persp., X, 74).
L’accenno ad un fenomeno ottico, da lui osser-
vato presso il villaggio di Boret (Borek), non lon-
tano da Breslavia, ha condotto le indagini del Baeum-
ker verso la Slesia, che nel secolo xiii portava an-
cora il nome di Polonia. In questa provincia av-
vennero nel '200 molti stanziamenti di Turingi,
promossi dal duca reggente Enrico I (1202-1238),
marito di S. Edvige. Witelo poteva dunque na-
scere di padre turingio e di madre polacca.
Il Baeumker ritiene che studiasse all’università
di Padova, risorta in fama dopo il 1260, specie
per gli studi della fisica. Alcuni passi della Per-
spectiva mostrano che Witelo aveva passeggiato
il territorio padovano. « In un luogo sotterraneo,
nella concavità di un monte tra Padova e Vi-
cenza, detto Cubalus (scrive nel capitolo sulla ri-
flessione), vidi gli oggetti rispecchiarsi nell’acqua
chiara, lucidamente come nell’aria » {Persp., X, 42).
Altrove ricorda quattro iridi vedute a Padova,
intorno al sole calante (1. c., 70) e menziona certe
acque pesanti, caldo-sulfuree, in cui par di rico-
noscere fons Aponi (Abano) (1. c., 42). La fami-
liarità col metodo sperimentale, col neo-platoni-
smo e con le arti del trivio e del quadrivio ne fa-
rebbero un degno scolaro di Oxford, da cui potè
scendere a Padova in qualità di lettore, come sem-
bra comprovare la maturità delle opere da lui com-
poste prima del 1270. Non sappiamo se Witelo
venisse a Viterbo per la canonizzazione di S. Edvige,
nel 1265; ma forse egli non fu estraneo alla compo-
sizione della vita di lei, scritta da Clemente IV.
Del soggiorno viterbese è pure menzione nella
Perspectiva (X, 67):
« Nei giorni estivi, verso l’ora vespertina, o un
poco prima, in un dirupo presso il bagno di Vi-
terbo (detto Scopuli), precipitando l’acqua con
veemenza in opposizione al sole, vedemmo una
iride perpetua ».
Il soggiorno alla corte di Clemente IV poteva
allettare un dotto desioso di quiete e di onore.
Con lo spirito ascetico, Guido Fulcodi aveva por-
tato sulla cattedra di S. Pietro l’amore della bel-
lezza e della dottrina. Predilesse — dice il suo
 
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