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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 30.1927

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Venturi, Lionello: Una nuova "annunziazione" del Greco
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https://doi.org/10.11588/diglit.55192#0294

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UNA NUOVA “ ANNUNZIAZIONE „ DEL GRECO

Ho veduto di recente presso il signor Sulley a Londra una Annunziazione del Greco.1
Le due immagini (fig. i) sono tra loro in contrasto tonale. La Madonna rappresenta
10 scuro, coll’azzurro del manto e il giallo bruno dei risvolti, accompagnati dal rosso cupo
della tenda e dal color bruno neutro deiringinocchiatoio. Gabriele svolazzante rappre-
senta la luce con la veste gialla, la camicia argentea e uno svolazzo rosa. L’azzurro della
Madonna serve a far risaltare la figura e a fare un poco indietreggiare l’immagine dell’an-
gelo, più partecipe del fondo. Il quale è un cielo in tempesta, ove si confondono elementi
cromatici assai variati, tutte gradazioni di gialli e di azzurri, con tre angioletti di argento
brunito e la bianca colomba. Per tener lontano tutta, questa fusione di colori servono il
piancito a riquadri marmorei alternati (gli uni di bianco rosato, gli altri di grigio azzurro,
con un parapetto bruno) e le ali policrome, con qualche tocco nero, stupendo, che anti-
cipa Velazquez.
I colori sono intensi, anzi violenti, secondo la civiltà bizantina; sono armonizzati in
profondità, secondo la civiltà veneziana di Tiziano e di Tintoretto; sono arditi, nuovi,
pieni di sorprese. Molto più chiari dei colori, non dico di Tintoretto, ma anche di Paolo
Veronese, essi disorientano persino la nostra retina, che dovrebbe pur essere abituata agli
acuti del colore. Chi non fosse sensibile alle loro sottilissime armonie potrebbe scambiarle
con le disarmonie, col cangiantismo dei manieristi. Ma proprio perchè il Greco fondava
11 suo tono appreso a Venezia sopra una grande civiltà cromatica, quella bizantina, egli
può permettersi libertà d’accordi che non eran consentite nemmeno ai veneziani; proprio
perchè è un genio del colore, egli può palesare la sua personalità completa e perfetta nel
colore dell’ Annunziazione. anche se per troppa giovinezza il suo ideale di forma non vi è
ancora realizzato.
La forma ci richiama ancora a Tiziano e a Tintoretto. Lo spirito del Greco è troppo
lontano da quello di Tiziano, perchè questi che gli fu diretto maestro, gli abbia lasciato
una impronta forte ed esplicita. Tuttavia varie opere del Greco sono inspiegabili, se non
se ne riportano i motivi a Tiziano. Senza il Gabriele svolazzante e il piancito sfuggente
dell’Annunziazione nella Scuola di S. Rocco, senza la posa dell’ Annunziata dipinta da
Tiziano per Murano e ora nota soltanto da una incisione del Caraglio, senza la nebulosità
del fondo e il volteggiar degli angioletti nelle altre due Annunziazioni di S. Domenico
Maggiore a Napoli e di S. Salvatore a Venezia, la composizione del Greco non sarebbe
nata. È vero che Gabriele, e soprattutto una gamba di lui, accentua le tendenze plastiche
sulla scorta di Tintoretto; che la Madonna si presenta anch’essa in una pòsa troppo vo-
lumetrica per Tiziano, omogenea a Tintoretto, anche se forse non direttamente ispirata
da lui; che il cielo ricorda lo stile del Bassano; è vero che in tutte le forme possiamo oggi
intravvedere, allo stato di possibilità, la forma tarda ed estrema del Greco; e che in un
particolare iconografico, quello dello scettro araldico, anzi che del giglio, rintracciamo la
prima educazione bizantina del pittore; ma nè l’originalità del maestro, nè le diverse
influenze o aspirazioni, possono distrarre dall’atmosfera tizianesca dell’opera. E però essa
fu dipinta in Italia, dopo che il pittore fu uscito dalla bottega di Tiziano, circa il 1570.

1 Misura m. 1,17 x 0,99.
 
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