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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 30.1927

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Moschini, Vittorio: Schedoni
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https://doi.org/10.11588/diglit.55192#0161

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PREMESSA BIOGRAFICA - LA PRIMA EDUCAZIONE MANIERISTICA -
SCHEDONI E AMIDANO - LO STUDIO DEL CORREGGIO - ELEMENTI
CARRACCESCHI E CARAVAGGESCHI - LE OPERE DELLO SCHEDONI E
IL COMPLESSIVO SENSO DELL’ARTE SUA - SAGGIO D’UN CATALOGO

Come premessa, per localizzare cronologicamente
l’opera di Bartolomeo Schedoni,1 le notizie este-
riori sicure pervenuteci sulla vita dell’artista.
Nacque in Formigine2 intorno al 15703 e un
cronista del 1616 ci attesta che per Formigine di-
pinse a dodici anni un’ancona con la Madonna
del Rosario, della quale dirò.
Nel marzo 1597 lo troviamo a Parma al servizio
del duca come pittore, e per la sua spesa cibaria
riceveva danari il padre Giulio mascararop che già
da tempo serviva i Farnese5 certo per mascherate
e feste. Il 15 aprile 1600 Bartolomeo Schedoni fu
arrestato in Parma per il ferimento di certo Aurelio

1 La grafia Schedoni è più usata che Schidoni, ma negli an-
tichi documenti si trova l’una e l’altra e l’artista stesso fir-
mava in ambedue i modi, come risulta dalle carte farnesiane
(Parma Arch. di Stato).
2 M. Valdrighi, Lettera al marchese Giuseppe Campori
intorno al pittore Bartolomeo ed al vescovo Baldassare Sche-
doni, in Indicatore Modenese, n. io, 1851.
3 Veramente nulla di certo circa l’anno preciso si può rica-
vare dal passo del Fogliani (cfr. Valdrighi op. cit.), poiché
se lo Schedoni dodicenne dipinse l’ancona del SS. Rosario
quando la confraternita fu istituita (16 ottobre 1583, come
mi comunica gentilmente l’arciprete di Formigine D Adriano
Morselli) allora doveva esser nato verso il 1571, se poi quando
fu fatto l’altare in gesso di S. Nicolò (1588) che il cronista
nomina insieme all’ancona, lo Schedoni sarebbe nato verse
il 1576. Del resto la differenza non è rilevante. Ma si tenga
pure conto del fatto che il Fogliani poteva tendere a dimi-
nuire gli anni dello Schedoni quando dipinse la pala (per
celebrarne la precocità) o non essere in tutto esattamente
informato. Inoltre nei registri dei battezzati della parrocchia
di Formigine nulla è stato trovato e tali registri ci sono con-
servati solo dal 1570 in poi.
4 N. Cionini, Bartolomeo Schedoni, in Omaggio d’esultanza
per le faustissime nozze Schedoni-Manoukbey, Modena, 1881.
5 Nei mastri farnesiani, sotto la data 24 febbraio 1594
leggiamo: « A Giulio Schidone da Modena scudi 3 soldi 60
per 18 mascare con barba et una sporta mandata a Pia-
cenza per servizio di S. A. ». Nel 1597 Giulio Schedoni fece
un prestito con l’amministrazione di Ranuccio I « per pro-
vedersi la sua bottega » certo di fabbricante di maschere
per feste (Parma, Arch. di Stato: mastro farnesiano a. 1597
c. 313).

Foglietto, avvenuto il 9 marzo precedente, e poi
tenuto in carcere fino al 28 aprile dello stesso anno,
quando il nobile Alfonso Aghinolfì lo fece liberare
prestandosi fideiussore.1 Dalla deposizione dello
Schedoni in quel processo risulta che l’anno prima
era andato a Modena e poi a Reggio.2
Lo ritroviamo a Modena nel 1604 quando pre-
sentò disegni per decorare la nuova sala del Consiglio
nel palazzo comunale, e delle vicende di tale opera
ricorderò qui solo che egli vi attese specie nel 1607
essendo prima assai occupato in lavori per il duca
di Modena e per il cardinale d’Este fratello del
duca.3
Compiute le pitture per il comune di Modena, lo
troviamo a Parma, all’esclusivo servizio del duca
Ranuccio I dal i° gennaio 1608 fino alla morte.4
A Parma lo Schedoni sposò Barbara de’ Saliti, nel

1 Anche un’altra volta, ma non sappiamo quando, lo Sche-
doni fu in carcere, come ci attesta un suo sonetto a Cesare
d’Este (duca di Modena dal 1597 al 1628), nel quale chie-
dendo perdono confessa d’aver « straparlato » (cfr. Tira-
boschi, Notizie de' pittori, ecc., Modena, 1786).
2 Per i documenti sul processo cfr. E. Scarabelli-Zunti,
Memorie e documenti di Belle Arti parmigiane (mss. nel R
Museo di Parma).
3 G. Bortolucci, Cenni storici sulle Sale del Palazzo Comu-
nale recentemente ristaurate, Modena, 1909.
4 Cionini, op. cit.
Nei ruoli farnesiani dal 1607 al 1610 (Parma, Arch. di
Stato) a c. 52 si legge, sotto la data 1° dicembre 1607, che
lo Schedoni era entrato a servizio del duca con un contratto
che decorreva dal gennaio seguente. Si conserva in detto
Archivio quel contratto datato appunto 1° dicembre 1607
e sottoscritto dall’artista (Arch. cit., «atteggio scelto, spoglio
di filicorrenti, cartella degli artisti). È notevole che per tale
contratto lo Schedoni non poteva più lavorare per nessuno
senza il permesso del duca. Nei ruoli farnesiani (Arch. cit.)
sono indicati regolarmente tutti i pagamenti fatti dall’am-
ministrazione ducale allo Schedoni, dal donativo di 50 duca-
toni datogli il 19 dicembre 1607 per una volta tanto, al terzo
pagamento trimestrale dell’anno 1615 ed al successivo pa-
gamento dell’aprile 1616 agli eredi. È importante che non
v’è interruzione alcuna nei pagamenti che ogni tre mesi si
facevano al pittore.
 
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