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Bullettino di archeologia cristiana — 5.1867

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Nr. 1 (Gennaro e Febbraro 1867)
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Ritrovamento del cemetero di Balbina contiguo a quello di Callisto
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https://doi.org/10.11588/diglit.17354#0008

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trovare sotto essi e attorno ad essi il cemetero dì Bai-
bina fino ad ora era stata vana. Dal credulo mausoleo
il mio fratello era penetrato in una sotterranea gal-
leria, che sbocca all'altra apertura; e niuna traccia
aveva potuto vedere di loculi cemeteriali. Nella terza
buca era disceso senza frutto; il tentativo di mettersi
entro la quarta spelonca era sempre riuscito inutile.
Sarebbe stato necessario estrarre da quelle frane le
terre precipitate; ma non si può in un medesimo tempo
imprendere molte escavazioni, e distrarre e perdere
le forze in troppi lavori diversi. 11 13 del corrente
Febbrajo il mio infaticabile collaboratore volle riten-
tare la prova nei passati anni non mai riuscita. Le
forti pioggic avevano depresse e portate dentro i sotter-
ranei le terre accumulate nel fondo d'una delle bocche
descritte. E questa fortunata occasione aveva aperto
all' esploratore un angusto cunicolo, per il quale pro-
cedendo carpone, lungo metri circa 20, egli vide ap-
parire i desiderati sepolcri e le gallerie della consueta
t'orma cemeteriale. Grande fu la gioja del trovamento;
e continuato con alacrità sempre crescente il penoso
cammino per ambulacri più o meno colmi di terra,
in fine giunse il mio fratello in parte, ove potè libe-
ramente aggirarsi e passeggiare, e notare ciò che ve-
deva. Dopo un'ora e mezza di cammino e di indagini
interruppe l'esplorazione non esaurita; e recommi il
lieto annunzio , che il cemetero di Balbina ò senza
dubbio ritrovato e riaperto ai nostri studii; che gran-
diosissime ne sono le forme architettoniche, numerosi
i frammenti di epitaffi in pietra ed in calce lasciali dai
fossori e dai devastatori, i quali dal 1716 al 1824 quivi
hanno fallo il consueto saccheggio, come le iscrizioni
sulle pareli testificano; che in fine anche di pitture
in un arcosolio si veggono tracce. Queste però sono
state quasi distrutte dall'umidità e dalla mala natura
dell'intonaco, sul quale furono condotte; cornee avve-
nuto a molti affreschi del secolo quarto. Al mio fratello
era sembrato discernere i languidi lineamenti dei magi
dinanzi al gruppo della Vergine col bambino Gesù.

Nel seguente giorno corsi al luogo della scoperta;
e m'accingo a darne breve rapporto agli studiosi della
cristiana archeologia. Il sotterraneo è vasto, scavato
a parecchi livelli diversi, adorno di cripte numerose,
grandi, in antico illuminate da lucernari; lo svolgi-
mento delle forme architettoniche cemeteriali quivi ap-
pare giunto ad un grado non mai visto in altre re-
gioni della Roma sotterranea. Imperocché ho ammirato
un immenso lucernario non quadralo, ma quasi esa-
gono, la cui tromba si apre nell'ipogeo in non meno
di olio raggi : cioè in due volte oblique, che scendono
sopra due ampie stanze quadrilunghe terminate cia-
scuna in abside; in due ambulacri, che s'incrociano
ad angolo retto con le due stanze e loro danno ac-
cesso; ed in quattro spiragli obliqui, angusti e lunghi
cavati nei quattro angoli, i quali credo, che cadano
sopra altrettanti cubicoli. Egli è questo il maggiore
e più regolare ed ordinato gruppo di sotterranee cripte,
che. nelle catacombe romane (ino ad oggi sia stato tro-
valo. Le forme delle stanze quadrilunghe terminate

in arcosolii ad abside ed altri particolari mostrano in
tutto il sistema del sotterraneo analogie manifeste con
le cripte della regione settentrionale callistiana, comin-
ciata ad esplorare nel 1865, da me creduta estremo
confine del cemetero di Balbina. 11 centro però del-
l'escavazione è quello, che ora abbiamo rinvenuto; e
l'importanza di questo gigantesco ipogeo è tanto grande
da bastare essa sola a persuaderci, avere noi ritrovato
l'adito ad un nuovo cemetero, non ad una mera ap-
pendice della callistiana necropoli. Si aggiunga, che il
Boldetti testifica nelle vigne allora appellate Cardelli e
del miglio poste al primo miglio preciso da Roma, e che
sono quelle appunto ove ora ci si è rivelalo il vasto
sotterraneo, ricca messe di monumenti avere lui rac-
colto nelle vie e cubicoli di amplissimo cemetero (1), il
quale poi si collegava con quello posto più. verso s. Se-
bastiano, e che noi sappiamo essere il celeberrimo di
Callisto. Quivi io stimo essere stata quella cripta adorna
di marmorea transenna, che il Boldetti rinvenne e
chiamò una delle più singolari memorie, che ai nostri
tempi si veggano nel mentovato cemetero (2). Laonde
essendo evidente, che abbiamo ritrovato non una sem-
plice aggiunta agli ipogei callisliani, ma un grande
cemetero ; che cotesta necropoli si trova nel sito pre-
ciso dai topografie dalle iscrizioni additatoci per quello
della basilica di Marco e del coemelerium Baìbinae ;
che il grado di svolgimento delle sue forme lo dimostra
uno degli ultimi della Roma sotterranea, e senza dubbio
l'ultimo scavato nell'area tra l'Appia e l'Ardeatina;
non è possibile esitare sul nome e sulla storia, che gli
si conviene applicare. Esso è il coemelerium Balbinae.

Anzi dirò anche il nome e la storia del fondo, che
è lutto minato dalla spaziosa provincia sotterranea
oggi riaperta. Nella vita del papa Marco si legge :
Constantinus Augustus oblulit basilicae, guam coemele-
rium constituit via Ardealina, fundum Rosarium cum
omni agro campestri praestantem solidos XL (3). L'au-
tore delle vite pontificali, in quelle segnatamente di
Marco e dei suoi prossimi antecessori e successori,
suole designare con costante cura il sito, la via, il terri-
torio d'ogni fondo donato alla chiesa. Perciò l'ommis-
sione della topografica nota nella menzione del fondo
Rosario mi insegna, che quella nota è compresa nelle
parole medesime : obtulit basilicae, quam coemelerium
constituit via Ardeatina. Il fundus Rosarius cum omni
agro campestri fu dato da Costantino al papa Marco
pel cemetero. Il quale però non fu allora appellato di
Marco nè di Costantino, ma di Balbina; e questo è buono
argomento a crederlo preesistito dentro angusti confini
in un'area od orto di Balbina. Il nome di fundus Ro-
sarius viene dalle rose, che in origine quella terra dee
avere fornito ai pagani sepolcri : imperocché è nota la
rosatio, come uno dei riti solenni degli anniversarii
gentileschi; e si assegnavano per atti solenni inter vivos

(1) V. Boldetti p. 553.

(2) L. c. p. 34; vedi la mia Roma soli, T. I pag. 269.

(3) Lib. pont. in Marco §. III.
 
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